La serata in questione si è svolta sotto il nome di Hammer of the gods, che devo dire ha rappresentato al meglio la presenza di due colossi del genere black – pagan (o come volete chiamarlo… ci siamo capiti!) come gli Ucraini Nokturnal Mortum e i polacchi Graveland, che per la secondo volta si ritrovano a condividere il palco, senza dimenticare lo split uscito lo scorso anno. Ad aprire è toccato ai nostri compatrioti End, Imago Mortis e Darkend.
Diciamo subito che la serata è andata veramente bene, concerti di qualità e presenza di pubblico che, soprattutto durante i due gruppi finali, è aumentata notevolmente rispetto all’inizio, anche se mi sarei aspettato qualcosa in più.
Vista la presenza dei Graveland ci si poteva aspettare anche qualche inutile polemica da parte degli ormai pateticamente noti antifa, con le loro teorie strampalate e immaginarie, ma fortunatamente nulla su questo versante.
Appena entro nel locale iniziano a suonare gli End, terzetto milanese autore di un black metal abbastanza scontato e scolastico. La loro prova mi ha lasciato alquanto indifferente visto che non ho sentito niente che mi abbia stupito in positivo, anzi, dopo poco, la noia ha preso il sopravvento. Logicamente parere personale.
Molto meglio i seguenti Imago Mortis, trio bergamasco che oramai può essere tranquillamente definito veterano visti gli anni di presenza sulla scena. Anche loro autori di un black metal tradizionale ma, comunque, sempre ispirato, dove tra una sfuriata e l’altra sono riusciti a coinvolgere i presenti con una prova decisamente positiva.
Cambio di palco leggermente più lungo, vista la presenza di accessori quali candelabri ecc… e, questa volta, a presentarsi sul palco sono da Reggio Emilia i Darkend , band che, anche all’estero, negli anni, ha raccolto sempre più consensi. Il concerto del quintetto si è dimostrato convincente, peccato solo per dei suoni iniziali non regolati ottimamente che sono andati fortunatamente, almeno in parte, migliorando già dalla seconda canzone. Sicuramente da citare la prova del cantante Animae, molto coreografica, forse anche troppo, così come anche quella degli altri musicisti, più che rodati visti i molti show degli ultimi anni a riprodurre su un palco il black metal sinfonico e atmosferico che si ascolta sui loro cd.
E siamo ai pezzi da novanta, dopo un’attesa piuttosto lunga finalmente è il momento della seconda calata italica dei Nokturnal Mortum, dopo quella bresciana del 2015. Come sempre, negli ultimi anni, il quartetto si presente sul palco vestito in “modello sciamano”, cosa che coreograficamente, devo dire, rende, vista anche la proposta dei nostri.
E’ di poco tempo fa la pubblicazione del nuovo “Verity”, disco semplicemente splendido che ci mostra una band in forma smagliante ispirata come non mai e, cosa non da poco, che è riuscita a mantenersi a livello qualitativo del precedente magnifico “The voice of steel” pur continuando il suo percorso evolutivo.
Il concerto degli Ucraini è stato di mio totale gradimento, a parte un problemino tecnico tutto è filato liscio con una prestazione ottima da parte di tutti i musicisti e con dei suoni più che buoni.
Come immaginavo la scaletta è stata quasi interamente incentrata sull’ultimo nato (a parte un estratto dallo split con i Graveland e un paio dal precedente “The voice of steel”) cosa che magari non avrà fatto piacere a chi si aspettava anche materiale più vecchio ma, vista la qualità di quello attuale, direi che non c’è proprio da lamentarsi.
Concerto quindi riuscito in tutto e per tutto per quel che mi riguarda, che conferma la qualità unica di questa fantastica band.
Siamo così alla fine, a distanza di poco più di un anno dal primo concerto in assoluto, che si era proprio svolto a Milano, tornano sullo stesso palco i Graveland del buon Darken, personaggio storico della scena black metal polacca e non solo.
Come è ben noto da chi segue le gesta della storica band di Wroclaw, dopo quasi 25 anni di onorata carriera, tra un sacco di dischi e split, finalmente Darken ha deciso di prendere con sé altri musicisti e di cominciare a suonare dal vivo, principalmente le canzoni più black metal del primo periodo, che sono andate a finire ri-registrate anche sull’ottima raccolta “1050 years of pagan cult”.
Rispetto al pur buon primo concerto dello scorso anno, mi sono trovato di fronte una band più rodata e sicura dei propri mezzi così come Draken a livello di presenza scenica.
La scaletta è stata simile a quella di un anno fa, con le varie e mitiche “Thousand swords”, “Black metal war”, “At the pagan samhain night” ecc… tutte rese molto bene.
In definitiva, ottima prova da parte dei polacchi e buona per Draken che, meglio tardi che mai, ha deciso di portare sul palco il black metal pagano e battagliero che per anni ha prodotto con assoluta coerenza in studio.
Ora sarei, però, curioso di vedere inserite nei concerti futuri, qualche canzone non proveniente solo dai primi album, ma anche da quelli seguenti. Aspettiamo e vediamo.
Finisce così questa ottima serata di musica … alla prossima!!!
Report a cura di Max Garlaschelli
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