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Battlefield Metal Festival - 7/2/2017 - Ippodromo S. Siro - Milano

L’Ippodromo di San Siro di Milano diviene teatro di un nuovissimo festival dedicato all’heavy metal, il Battlefield Metal Fest ed in particolare per questa prima edizione sul palco si sono alternate cinque band che hanno deliziato i numerosi fan accorsi all’evento.

Su un palco attrezzato per le grandi occasioni ad aprire le danze sono i greci Firewind capitanati dal noto chitarrista Gus G. I nostri, fautori di un classico heavy ottantiano durante i 45 minuti a loro disposizione scaldano il pubblico che inizia a riempire l’arena con brani tratti da praticamente tutta la loro discografia, ormai ferma al 2012. Buona la presenza scenica, ma i brani risultano un po’ deboli in sede live, e lo show dei quattro scivola via senza infamia e senza lode.

Tocca ora alla vera sorpresa dell’intero festival: i vecchietti di turno, la band che non ti aspetti possa svegliare l’anima anche dopo tanti anni: gli inossidabili Grave Digger irrompono sul palco e non fanno prigionieri!
Super classici come The Battle of Bannockburn o la intramontabile Rebellion (cantata a squarciagola dai presenti) sembrano aver ripreso il lustro di oltre 20 anni fa: Boltendhal in forma smagliante (con i pantaloni d’ordinanza a strisce tipiche ’80!) urla nel microfono cronache di battaglie ed eroi e tra sorrisi e occhiate di intesa con il pubblico, i nostri ci regalano un viaggio nel passato. Oltre all’indiscusso valore di alcuni brani, i Digger si dimostrano ottimi intrattenitori. Con La Morte dietro alla tastiera e con dei suoni spettacolari, lo show dei tedeschi si assesta su livelli veramente alti. La coesione tra i membri della band è invidiabile, e il classico “pugno nello stomaco” arriva diretto a segno: assoli melodici di ottantina memoria, cosr epici, ritornelli tanto semplici quanto efficaci: questo è heavy metal allo stato puro!

Ancora scioccati dall’ottima prestazione dei Grave Digger, puntuali dopo un breve cambio palco ecco apparire i Turisas, che annunciano di essere molto arrabbiati, poiché nello spostamento dall’ultimo concerto in Grecia la band ha smarrito gli strumenti presumibilmente in aeroporto! Poco male per i metalhead che affollano le prime file, perché i compagni di concerto Ensiferum hanno gentilmente prestato l’attrezzatura alla band finlandese. Nonostante qualche problema tecnico del bassista Jesper Anastasiadis alle prese con un cinque corde non suo, il concerto dei pittatissimi finnici rappresenta una festa di folk nordico e metallo. Festa che invero rimane riuscita solo a metà. Infatti la proposta dei cinque riesce a far ballare il pubblico sulle note di Rasputin o Supernaut, ma sulla lunga distanza (un ora a loro disposizione) lo show tende a perdere energia. Dopo una partenza di tutto rispetto, la scaletta non propone grandi sussulti: i rani scelti per lo show tendono ad essere troppo omogenei tra loro e a risentirne è l’attenzione del pubblico, che tende a scemare. In reatà anche la posizione nel bill dei Turisas è risultata un po’ inappropriata, perché non è semplice esibirsi subito dopo i Digger in gran spovero e soprattutto prima dei nuovi mostri sacri del folk metal!

Stiamo parlando ovviamente dei granitici Ensiferum! Cosa raccontare della band di Petri Lindroos?
Che semplicemente sono la miglior folk metal band in circolazione oggi. Chitarre sempre in primo piano, la voce abrasiva del già citato cantante chitarrista, la precisione live in pezzi come One man Army o la straordinaria In my sword I trust mandano in visibilio i metalhead. Chiome che roteano ovunque sul palco, l’animale da palco che risponde al nome del bassista Sami Hinkka (solo lui riempie tutto lo stage, sprizzando energia da tutti i pori!) l’avvenenza della brava fisarmonicista Etta Skog (ironia della sorte, ex Turisas!) e pezzi che passano con disinvoltura da atmosfere thrash black a ritmi tipicamente folk e cori epici che esaltano tutto il pubblico sono gli elementi che incoronano gi Ensiferum come una delle migliori realtà del genere. Promossi a pieni voti!

Ed ecco che alle 20.50 è l’ora dei Bardi di Krefeld, i grandissimi Blind Guardian!

Grande è l’attesa di tutti i fan, perché come da annuncio che circolava da giorni, i tedeschi hanno scelto Milano come venue per presentare nella sua interezza il loro capolavoro di 20 anni or sono “Inaginations from the Other Side!

Hansi e soci sono da sempre una garanzia, e anche oggi dimostrano di essere in grandissima forma!

Suoni stellari, energia pura e brani da brivido! Sarebbe inutile elencare i brani interamente cantati dal pubblico: la violenta I’m Alive, l’epica A past and future secret, l’inno The Script from my Requiem, canzoni che ogni metalhead che si rispetti dovrebbe avere stampate nel cuore!! E che raccontare dell’esecuzione? Semplicemente impressionante! Precisione chirurgica delle chitarre gemelle di Andre Olbrich (con il quale abbiamo fatto un intervista solo per voi che verrà pubblicata a breve!!) e Marcus Siepen, il batterista Ehmke suggli scudi ed il buon Hansi che, come il vino, sembra migliorare con il passare degli anni. Il singer tedesco è l’attrazione principale sul palco. Dimenticando velleità canore su tonalità a lui non congeniali, il leader di Krefeld ha imparato negli anni a gestire in maniera superba le sue innate qualità canore; tanta espressività, a tratti teatrale a tratti violento e quasi “strappato”, sempre con un’occhio alla melodia e uno all’impatto sonoro. Nelle due ore a disposizione i maestri Guardian hanno deliziato tutti i presenti anche con classici intramontabili della loro lunga discografia!

Ed ecco che sulle note di Nightfall gli occhi di tutti brillano, per non parlare dell’ormai leggendario coro finale di tutta l’arena sulla coda dell’inno Valhalla o della veloce Mirror Mirror.
I musicisti non smettono di sorridere un attimo, il contatto visivo con le prime file è sempre presente, comunicano con il pubblico, coinvolgendo i fan come parte integrante dello show! Bastano le prime due note di chitarra acustica della ballad The Bard song per far esplodere il boato e i metalhead, ormai pienamente “dentro” la band tedesca prendono letteralmente il posto di Kursch cantando ogni singola parola.
Assistere ad un concerto dei Blind Guardian significa celebrare la nostra Musica preferita. In uno show dei Bardi ci sono due caratteristiche che sono in grado di rendere l’evento quasi un’esperienza catartica: la prima la voglia di comunicare e di ricevere, come se si potesse abbattere l’invisibile barriera tra palco e pubblico. La seconda è la passione che spinge degli ormai cinquantenni a non smettere di migliorarsi, sempre pronti a dare il massimo sul palcos.
Bastano le parole di Andrè Olbrich durante l’intervista per spiegare cosa vi siete persi:

“Negli anni ’90 qualcuno diceva che il metal era morto. Ecco, noi oggi noi siamo ancora qui solo per dimostrare che il metal non è morto: è solo cambiato, ma è vivo e vegeto. Aspettiamo sempre nuove sfide per poter dimostrare questa nostra certezza!”

Report a cura di Manuel Molteni

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