Uster, Canton Zurigo, Confederazione Elvetica, un venerdì qualunque per il sonnolento ed innevato paesino svizzero, ma non per noi…
Stiamo infatti per rivedere i Sacred Steel, nella seconda data di supporto al nuovo e letale “The Bloodshed Summonig”, ciliegina sulla torta, lo special guest Attic, giovane band che si accoda alla schiera degli adoratori del sempiterno verbo “Mercyful Fateiano”.
Purtroppo a poco più di sessanta chilometri di distanza si esibiva la combo Grand Magus/Angel Witch/Enforcer, passata anche da Milano qualche giorno fa, neutralizzando qualsivoglia speranza di affluenza nel piccolo “Rock City”.
I venti (?!) paganti della svizzera di madrelingua tedesca sono pronti, in questo clima di estrema intimità, ad assistere allo show degli Attic da Gelsenkirchen, pitturati ed oscuri sul piccolo stage zeppo di candele funeree.
Da segnalare l’efficace e repentino cambio di registro, tra il timbro orrorifico ed il classico falsetto alla King Diamond, perpetratoci da Meister Cagliostro sulle efficaci trame di “Join The Coven”, tanto per citarne una dal titolo “casuale”. Grande prestazione anche del batterista Roman, il quale fa risaltare con la sua poliedricità il rifforama infervorato di Rob e Katte sulla ultraclassica “The Headless Horseman”.
Applausi per un gruppo d’apertura recente ma efficace, oltre che dotato, se non di personalità, almeno di un buon songwriting, orecchie aperte per il loro “The Invocation” quindi!
E’ ora di Acciaio Sacro, forgiato nelle fucine di Ludwigsburg e, sempre e comunque sui generis, ammantato di una blasfema riconoscibilità, colpevolmente sottovalutata dai più.
Pronti-via con “Storm Of Fire 1916”, opener tagliagole del nuovo lavoro, che fa gridare di gioia lo sparuto gruppetto di fans davanti al palco, grazie anche ad un’acustica davvero invidiabile. Gerrit è sempre più vario ed in forma smagliante, come assodato dall’esecuzione di svariati brani recenti, “When The Siren Calls”, “No God/No Religion”, “Darkness Of Angels” e la title track “The Bloodshed Summonig”, esempi del fatto che, senza timore alcuno, i Nostri credono nell’indiscussa qualità dell’ultima opera.
Tanti anche i classici che infiammano da anni i cuori e le orecchie dei Maniacs Of Steel, “Heavy Metal To The End”, “Metal Is War”, e addirittura “In The Mouth Of Madness”, servono a ricordare il passato dei Sacred Steel, devastante e senza compromessi nei frangenti più “True”. Mathias “Matze” Straub picchia sodo e dimostra, come se ce ne fosse ulteriore bisogno, di non temere rivali (almeno nel genere), tocco, varietà e pulizia non gli mancano affatto e, ora più che mai, i ragazzi sembrano rodati alla perfezione, con i solismi affilati di Jonas Khalil in primo piano.
Ci sgoliamo insieme alla sirena Mutz e sudiamo a pochi centimetri da lui, innalzando il calore della serata con altri inni di una tra le più vere e genuine band in circolazione, dalla struggente e Doomy “Master Of Thy Fate”, passando per la velocità smodata di “Maniacs Of Speed”, fino a “Dark Forces Lead Me To The Brimstone Gates” e “Wargods Of Metal”.
Come tutte le cose belle, volano e non ci si rende conto del tempo, siamo già agli encores, immancabile “Open Wide The Gates”, fulgido dictat per tutti i detrattori dell’act teutonico, ancorati ancora ad una definizione di “Power” che davvero sta stretta ai cinque del Baden. Chiusura particolare con la cover dei Misfits, “Dig Up Her Bones”, divertissement utile per smorzare la tensione sul finale.
Ai Sacred Steel, che siano sullo stage del Bang Your Head!!! oppure pigiati nel salotto di casa, non fa nessuna differenza, il loro obbiettivo è ancora una volta colpire senza pietà, per la gioia dei convenuti e con buona pace dei detrattori… “… TO THE END!”.
Sacred Steel setlist:
Intro (Dark Angel)
1 Storm Of Fire 1916
2 When The Siren Calls
3 Heavy Metal To The End
4 Metal Is War
5 Broken Rites
6 In The Mouth Of Madness
7 No God/No Religion
8 Master Of Thy Fate
9 Darkness Of Angels
10 Slaughter Prophecy
11 The Bloodshed Summoning
12 Maniacs Of Speed
13 Dark Forces Lead Me To The Brimstone Gates
14 Wargods Of Metal
15 Open Wide The Gates
16 Dig Up Her Bones
Report a cura di Alessio Aondio
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