Mai avrei creduto che, oltre a essere il concerto con il running order migliore della storia potesse rivelarsi anche uno dei meglio organizzati festival al quale sia mai stato (e ho 5 braccialetti di wacken al polso).
L’Hellfest è stata davero la perla della mia estate, partiti in macchina da Milano quasi per caso in sei pazzi furiosi siamo saliti fino a Clisson, nell’alta Francia dove la gente ti dice “you are in france, so speak in french”.
Parte 1: Venerdì 18, DAY ONE
L’area festival è divisa in 3 zone ognuna coi suoi palchi, i due principali sorgono al centro dell’area sormontati da dei giganteschi maxi schermi. Sulla loro destra si apre la zona mercato con la Rock Hard Tent, un palco di dimensioni dignitose (tipo quello dell’Alcatraz, cioè di tutto rispetto, ma a confronto dei due main stage deve per forza essere definito di medie dimensioni). L’ultima zona è esterna all’arena principale e ospita un palchetto sotto un tendone da circo vicino a quello che a Wacken sarebbe il BeerGarden!
Tutto attorno all’area concerti è campeggio selvaggio!
Con un organizzazione così perfetta non rimangono che due cose, godersi le band e cominciare a bere!
Primo grande show gli HYPOCRISY. Peter, sa tenere il palco e fa sentire i suoi 20 anni di esperienza.
I cavalli di battaglia di questo trio del male infiammano davvero la platea, bravi, davvero grandiosi!
La cavalcata Death Metal continua con gli Arch Enemy e l’enorme bocca di Angela Grossow e con i sempre in grinta Sick Of It All. la sopresa della giornata? Ovviamente i Sepultura.
Una band così davvero non pensavo sarebbe potuta essere incisiva, al loro concerto sono arrivato stanco e solo per poter dire “dai, ho visto anche i Sepultura” e, invece, mi sbagliavo di grosso! Granitici, questo è il temine esatto, i nuovi Sepultura hanno dei suoni tanto quadrati quanto violenti. Il loro metallo ricco di sonorità brasiliane riesce a risuscitare anche i morti. Stupende davvero sono le immortali “Roots Bloody Roots”, “War For Territory” e “Chaos AD”. Era la prima volta che li vedevo, non so come fossero con entrambi i fratelli cavalera, ma per dio che forza! Compliemeti.
Sprint finale per vedere stancamente i FEAR FACTORY e gli instancabili BIOHAZARD che arzilli vecchietti riescono ancora a tenere il palco come molti giovani non riescono assolutamente a fare!
Calato il sole che faceva andare in giro tutti accaldati e le ragazze in canottiere succinti, la notte atlantica porta il freddo ma la genialità dell’organizzazione sta anche nel pensare di accendere degli enormi falò attorno ai quali succede di tutto.
La notte in tenda è una merda, come al solito appena ci si sveglia si vuole fare toppo casino, praticamente non si esce mai dalla mischia! E così via, secondo girono
Parte 2: Sabato 19, DAY TWO
La mia buona volontà di andare a vedere i Dew Scented svanisce alla prima birra, che viene seguita da altre sei birre e che mi portano via tutta la mattina e mi rimandano a dormire all’inizio del pomeriggio!
Mi riprendo solo per la band dell’anno, gli Airbourne! Gli australiani più invasati di rock della storia (ovviamente dopo gli AC/DC) fanno uno show pazzesco, degenero sotto al palco dalla prima nota all’ultima (che dannazione arriva troppo presto). Tanto per capirci sono entrato con un cappellino e sono uscito con un altro cappellino e non ho capito come sia stato possibile. Potrebbe bastare questo concerto a dare senso alla giornata di un vero rocker, e invece, siamo solo all’inizio!
Bravissimo Slash che mi commuove tutte le volte che suona “Sweet Child O’Mine” ma soprattutto grande onore ai Twister Sister che per fortuna fanno un annuncio in francese e inglese per commemorare la recente scomparsa di Ronnie James Dio. Secondo me un appello dovuto e del quale sinceramente se ne sentiva il bisogno! Una parola: MAESTRI.
Purtroppo o per fortuna, durante l’HellFest ci sono anche i mondiali di calcio 2010 in Sud Africa e le partite sono state tutte proiettate al BeerGarden, sia Le nostre che ovviamente quelle francesi. Dico purtroppo perché a tifare Italia eravamo in 5 avendo contro decine di francesi e tedeschi col dente avvelenato. Dico per fortuna perché la Francia ha fatto, incredibilmente, più schifo di noi. Quindi poco male, durante il festival non si è parlato molto di calcio come a Wacken 2006 (eheh).
Dopo esserci sbronzati guardando la nostra nazionale fare schifo andiamo a vedere gli Headliner, gli Immortal! Belli e bravi, o meglio, brutti e bavosi! Questo è il dualismo che ha fatto la fortuna degli Immortal, perché sono troppo brutti per non rendersi conto che sono troppo brutti ma non lo sono abbastanza da non venir presi sul serio! Abbath e soci fanno davvero un grande show e le due ore del loro concerto passano molto volentieri tra risate, head bagging e un paio di birre di troppo.
A chiudere i Big della giornata c’è il mitico Alice Cooper che porta in scena il suo show degli orrori, la sua voce dopo 35 anni di carriera non è più la stessa ma tutta la scenografia, il suo carisma scnico e le illusioni vale sempre la pena di rivederlo. Sul suo palco si alternano trovate di ogni genere tra cui: taglio della testa mediante ghigliottina, infilzata da parte a parte di stuntman, figlia che con una smerigliatrice si scartavetra la topa protetta da una placca d’acciaio, finta impiccagione, pioggia di dollari sul pubblico ecc…
Contento e soddisfatto dei concerti ora mi concentro sulla sbronza!
Tutti al Beer gardena a prender Guinness e Wiess beer a due euro! Il turbine festa profonda mi porta alle 2 del mattino sotto la tenda con i Pastor of Muppets, gli Apocalyptica delle trombe: cover band rock ‘n roll fatta solo con 5 fiati e la batteria, la voce ce la mette il pubblico! Dalle loro trombe escono “Roots Bloody Roots”, “Angel Of Death”, “The Trooper” e la fantastica “Thunderstruck” non pensavo che avrei avuto ancora la forza per saltare e cantare ma questi pazzi furiosi meritano tutta la nostra grinta!
Parte 3: Domenica 20 – DAY THREE
Il terzo giorno è contraddistinto da alcune azioni tralasciate nei giorni precedenti, mangiare qualcosa di sano e farsi la doccia!
Certo andare a vedere i Mothorhead da puliti ha poco senso perché dopo 10 minuti sono di nuovo ridotto uno schifo. Meglio stare tranquilli e gustarsi Slayer e per la prima volta i Kiss. Se ieri pensavate che gli Immortal erano tamarri, beh davvero qui si supera qualsiasi livello di decenza! Batterie che volano, bazooka che abbattono i gruppi luci, chitarre che esplodono e cantanti che prendono il volo! Durante ogni canzone c’è un intermezzo o una minchiata, “I Was Made For Loving You”, “Detroit Rock City” e l’immortale “Rock All Nite” fanno piazza pulita delle voci facendo cantare anche chi non ne ha più un filo a causa del freddo!
Ubriachissimi e a pezzi andiamo a dormire l’ultima notte nel freddo polare del nord della Francia, in testa un unico pensiero: cazzo l’anno prossimo ce la facciamo in camper porca puttana!
Report a cura di Tommaso Bonetti
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