Per la penultima data del “To The Metal Tour”, Kai Hansen e compagni fanno tappa ad Helsinki, in un Nosturi non completamente esaurito ma comunque piuttosto pieno di fans in attesa. Ad aprire ci pensano i Freedom Call, che sono invece alla loro ultima data di questo tour dato che salteranno la successiva di Oulu.
La band di Chris Bay, che veste decisamente in stile anni '70, apre il concerto con un brano del suo più remoto passato, “We Are The One”, in una setlist che propone solo due nuovi brani, “Thunder God” e “Tears Of Babylon”.
Tra gli incitamenti del pubblico, il singer (unico membro originale rimasto dopo che il batterista dei “raggi gamma” Dan Zimmermann ha lasciato il gruppo lo scorso anno) si lascia andare in commenti verso il pubblico, definendolo “fantastico” e “il migliore di questo tour”.
Si va avanti quindi con “Hunting High And Low” (ricorda qualcosa?) ed da qui in poi sono una manciata di cavalli di battaglia della formazione tedesca, a partire dalla trascinante “Metal Invasion”. Personalmente non mi sono mai piaciuti granchè i Freedom Call, ma fanno senza dubbio una buona impressione sul loro pubblico (anche se ritroviamo il gruppetto di ubriachi degli Ensiferum, che ogni tanto intona ancora le note di “Iron”...).
“Land Of Light” ci porta infine alla classica conclusione con “Freedom Call”, pezzo che per ovvi motivi non può mancare. In fondo il pubblico ha risposto alla grande, e la band tedesca se ne può tornare in patria più che soddisfatta.
Mentre i fans si preparano quindi per la portata principale, non si fanno attendere molto i Gamma Ray, che partono bene con “Gardens Of The Sinner” and “New World Order”. Ma qualcosa non gira proprio esattamente come al solito, nonostante l'esuberanza anche di Henjo Richter, oggi in versione “pirata dei caraibi” per via della benda all'occhio, e del bassista Dirk Schlächter. Infatti lo stesso Kai ammette di essere piuttosto raffreddato, e che nonostante il medico gli avesse suggerito di non cantare non poteva rinunciare (chiara mossa per incitare i presenti). Così chiede al pubblico di sostenerlo e dare una mano con i cori.
Si passa quindi alle nuove “Empathy” e “Deadlands”, seguite dalla molto più celebre “Fight”. Ma la setlist non è proprio delle migliori, almeno a mio avviso... mancano infatti alcuni dei classici cavalli di battaglia live come “Heavy Metal Universe”, “New World Order”, “Somewhere Out In Space”, “Valley Of The Kings”, senza scordare “Land Of The Free”, pezzi che solitamente spopolano ai concerti del combo teutonico.
Al loro posto altre canzoni del nuovo disco, che danno un'atmosfera diversa, rallentando il ritmo dello show con “No Need To Cry”, mentre dopo la buona vecchia “Abyss Of The Void”, il solo di Zimmermann ci segnala che siamo a metà show.
Ultimo estratto dal nuovo disco, e quello con più successo, è la titletrack. Mentre in questa performance non così entusiasmante vediamo “Man On A Mission” precedere l'encore, dedicato alle classiche cover dei primi Helloween, chiudendo poi con “Send Me A Sign”, nel finale il chitarrista dei locali Merging Flare, Kasperi Heikkinen, si unisce al gruppo.
Non è stato certo il miglior concerto dei Gamma Ray a cui abbia assistito, non solo per la scelta dei brani, ma sembrava proprio mancasse un pò quella grinta in più che in genere la band trasmette dal palco. Come attenuante abbiamo i malanni di stagione ed il fatto che il tour fosse quasi alla fine, ma non posso certo dire di essere completamente soddisfatto. Speriamo in meglio alla prossima occasione.
Setlist Freedom Call:
01) We Are One
02) United Alliance
03) Thunder God
04) Tears Of Babylon
05) Hunting High And Low
06) Metal Invasion
07) Warriors
08) Land Of Light
09) Freedom Call
Setlist Gamma Ray:
01) Gardens Of The Sinner
02) New World Order
03) Empathy
04) Deadlands
05) Fight
06) Mother Angel
07) No Need To Cry
08) Abyss Of The Void
09) Drum Solo
10) Armageddon
11) To The Metal
12) Rebellion In Dreamland
13) Man On A Mission
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14) Ride The Sky (Helloween cover)
15) I Want Out (Helloween cover)
16) Send Me A Sign
Foto:
Gamma Ray
Freedom Call
Report a cura di Marco Manzi
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