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Stratovarius - 11/11/2009 - Tavastia - Helsinki

La terza tappa di questo mini-tour finlandese degli Stratovarius si svolge qui al celebre Tavastia di Helsinki, dove la band guidata dal frontman Timo Kotipelto (dopo le varie vicissitudini che hanno portato allo split con Timo Tolkki, allo scioglimento, alla reunion, fino ad oggi) si presenta in promozione di “Polaris” con l'attenzione su Matias Kupiainen, da circa un anno sostituto dell'ex cervello della band scandinava.
I cinque si fanno attendere, e se all'inizio non è molta la folla all'interno del locale, quando verso le dieci il gruppo sale sul palco (con 20 minuti buoni di ritardo), la sala è quasi piena. Lo show è incentrato più che sull'ultimo disco, da cui vengono proposti solo “Deep Unknown”, “Winter Skies” e “Forever Is Today”, sul periodo '95 – '98, ed infatti la partenza è affidata a “Destiny”, seguita tra il boato del pubblico da “Hunting High And Low”.
L'espressività di Kotipelto fa sempre il suo effetto, e l'estro di Lauri Porra dà vivacità allo show. Un pò legato invece sembra l'ultimo arrivato Matias, che pur dotato di una buona tecnica, non sembra metterci grandi emozioni dal vivo. Sulle martellate di Jorg si passa a “Speed Of Light” e “Kiss Of Judas”, tra le atmosfere delle tastiere di Jens, ma l'impressione in generale è che manca quel qualcosa che aveva portato la band al successo negli anni '90, pur con uno show che in generale si può dire abbastanza buono. Si prosegue tra qualche solo di tastiere e di chitarre, tra brani nuovi e classici come “Legions” e “Phoenix”, fino ad arrivare al break con la più fresca “Eagleheart”.
L'encore non poteva non includere “Forever” ed ovviamente la conclusiva “Black Diamond”, con in mezzo “Father Time”. Ma se buona parte del pubblico (fans piuttosto accaniti), dimostra per tutta l'esibizione il suo affetto con cori e incitamenti, semplicemente non sono gli Stratovarius di un tempo, e se Tolkki riuscisse nella sua mossa di riunire la vecchia line-up, non so quanto queste due band parallele possano coesistere. Per quanto riguarda Matias, discreta la sua prova alla chitarra, ma manca un pò di personalità, passando in secondo piano rispetto ai ben più affermati compagni di band. Forse crescerà con l'esperienza e l'affiatamento, ma per ora secondo me rimane ancora un mezzo punto interrogativo.
Sta di fatto che per quanto buona possa essere stata la prestazione del gruppo, sembra difficile associare quello che è la band oggi, a quello che era poco più di dieci anni fa.


Setlist:
01) Destiny
02) Hunting High And Low
03) Speed Of Light
04) Kiss Of Judas
05) Deep Unknown
06) Legions
07) Million Light Years
08) Jens Solo
09) Winter Skies
10) Phoenix
11) Guitar/Bass Solo
12) Forever Is Today
13) Twilight Symphony
14) Eagleheart
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15) Forever
16) Father Time
17) Black Diamond


Foto:


Report a cura di Marco Manzi

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