Dopo Heaven And Hell e Motley Crue, per il secondo giorno di questo Gods Of Metal 2009, troviamo Dream Theater e Slipknot come headliner dei due palchi, ma tante sono le band che questa domenica attirano metallari da tutta Italia. Ritornato allo stadio Brianteo di Monza dopo sette anni il festival quest'oggi registra infatti circa il triplo di presenze rispetto alla giornata precedente, e sotto il sole di fine giugno, lo show ha inizio alle 10.45 con i deathster americani Black Dahlia Murder.
E' impressionante vedere quanta gente è già all'interno dello stadio intenta a guardare l'esibizione della band di Detroit, che con soli 25 minuti a sua disposizione non si comporta certo male, anche se riesce a dare solo un breve assaggio con alcuni classici. La formazione di Trevor Strnad pubblicherà a fine estate il suo quarto album, “Deflorate”, il primo col chitarrista Ryan Knight. Ma per ora sul loro show rimane da dire che con potenza e una buona grinta i cinque fanno passare una piacevole mezz'ora ai presenti. Da riascoltare.
Nel frattempo sull'altro palco (battezzato ”R-Stage”), si prepara il tutto per la seconda band della giornata, gli Static X. Il gruppo californiano ha da poco pubblicato il nuovo “Cult Of Static”, di cui ci presenta un assaggio assieme a pezzi più datati. Personalmente seguo il loro concerto con poco interesse, un pò per il genere che non è proprio il mio pane quotidiano, ma anche per il caldo che mi porta a rifugiarmi all'ombra. La band in generale è seguita solo da un gruppo di fans e qualche curioso, date anche le critiche sugli ultimi lavori e il fatto che ultimamente la formazione dell'”elettrico” Wayne Static è salita alla ribalta più per la (onni)presenza della moglie-pornostar del singer nelle sue esibizioni che per la sua musica. Ma passiamo invece a uno dei gruppi “di culto” attesi per quest'oggi.
I Cynic, dopo l'ottima data invernale di supporto agli Opeth, ritornano in Italia (molto apprezzata a detta del cantante chitarrista Paul Masvidal durante lo show) per ripresentare pezzi storici di “Focus” e ovviamente brani dell'album post-reunion “Traced in Air”. La band offre così col suo Death sperimentale uno spettacolo particolare, con esibizioni di tecnica che rimangono ineguagliate fino al momento dei Dream Theater, e forse uno dei concerti più interessanti della giornata, a giudicare anche quanto viene acclamata dai fans. Certo i pezzi del secondo disco hanno meno presa, ma anche 15 anni in meno di assimilazione.
Il tempo di un panino e ci spostiamo di nuovo dall'L-Stage all'R-Stage (e basta più o meno girare la testa..). Nell'ora più calda tocca infatti ai Napalm Death, prima band non americana della giornata. Brutali e potenti come sempre, dividono il pubblico a metà, dato che non credo molti fan dei Blind Guardian apprezzino questo genere, ma a parte qualche imperfezione nei suoni pare che Barney e compagni facciano comunque il loro dovere, anche se personalmente non sono convinto al 100% dalla loro performance.
Mi metto quindi in attesa per i maestri della NWOBHM sul palco di sinistra... solo per prendere una botta di caldo e varie innaffiate per oltre un'ora. Infatti i Saxon di Biff Byford non si presentano sul palco, dispersi (pare) a causa traffico chissà dove. L'organizzazione sperando che la band si presenti in tempo utile annuncia che suonerà prima Tarja, ma dopo il soundcheck per gli inglesi prima, e per la cantante finlandese poi, è già ora dei Mastodon sull'altro palco, e così gli inglesi, che già erano stati chiamati a sostituire il guitar hero Paul Gilbert, saltano.
Il gruppo di Brent Hinds ha ricevuto molte critiche positive per il nuovo “Crack The Skye”, ma personalmente mi sembra invece che dopo “Leviathan” si sia un pò perso su sonorità più “commerciali”, passando da promessa interessante a entrare nel mucchio dei tanti gruppi alla Lamb Of God, che si alternano nei tour di spalla ai Metallica. Nelle parti più Thrash rende il meglio di sè, ma la formazione mi aveva decisamente convinto molto di più nell'edizione 2005. Rimandati.
Finalmente si muove invece qualcosa sull'altro palco, e non è solo la cresta di Terrana che si siede dietro le pelli dopo che il figlio (che per il suo ciuffo biondo si è preso i cori “emo emo” dal pubblico) ha fatto il soundcheck. La band assemblata dall'ex Nightwish Tarja Turunen per la sua carriera solista vanta un altro pezzo pregiato in Kiko Loureiro, ed apre le danze con l'ultimo singolo, prima di presentare com'è scontato anche pezzi del passato a partire da “Wishmaster”. Tarja, in ottima forma e in allegria, si presenta in vestito rosso, sprecandosi nei ringraziamenti verso il pubblico quasi ad ogni brano, mentre si affianca a volte al bassista o al violoncellista, quando non mima Terrana o duetta con la tastierista Maria Ilmoniemi. Tra i pezzi da solista spicca sicuramente “Minor Heaven”, mentre gli altri, pur nella loro liricità, sembrano mancare di qualcosa (e il fatto di non poter avere dietro un'orchestra in certe parti contribuisce senz'altro).
Anche i pezzi dei Nightwish, tra cui fa capolino l'usuale cover di “Poison” (Alice Cooper), ovviamente non sono la stessa cosa, ma resta comunque la buona esibizione, grazie alla splendida voce della cantante, la precisione chirurgica del mostro Terrana alla batteria, ed i passaggi chitarristici del buon Kiko. Tutto sommato una prova soddisfacente.
Tocca per contrasto poi ai Down, che dopo l'abbraccio tra frate Cesare e Phil Anselmo sconquassano il Brianteo con raffiche di potenza che colpiscono dritte in faccia. Tra dediche al defunto Dimebag e accenni ai Led Zeppelin, il vecchio Phil sfodera una prestazione sopra le righe, esaltata dai suoi compagni sul palco e che infiamma il pubblico sempre più numeroso, e lì anche per il ricordo di quello che furono i Pantera e non solo per la pur buona proposta musicale della formazione in sè.
Molto convincenti, ed aiutati anche da suoni quasi impeccabili, i Down danno la conferma delle loro capacità dal vivo, uno show d'impatto che rimane ancora lì impresso fino alle prime note dei Blind Guardian, che spostano l'attenzione su trame fantasy per gli appassionati del Power. Lo show dei bardi di Krefeld è pieno di sorprese: a cominciare da un Hansi che si è rimesso decisamente in forma perdendo quella rotondità accumulata negli anni passati e con i capelli corti, anche se si registra qualche (comprensibile) piccolo calo nella voce, che pur non influisce negativamente ad una gran bella prova complessiva. Ma le novità stanno più nella particolarità della setlist, e sono piacevolmente accolte dai numerosissimi fans che si accalcano davanti al palco fin da “Time Stand Still”.
Il brano è seguito dall'intro dell'ultimo “A Twist In The Myth”, da cui troviamo anche “Turn The Page”. Ma oltre poi ai soliti immancabili classici della band tedesca, dopo “Traveller In Time” ecco arrivare la nuova “Sacred”, anticipo sul nuovo disco di prossima uscita, e traccia che ha debuttato come colonna sonora dell'omonimo videogioco (anch'esso giustamente di casa tedesca), in un vero e proprio concerto in animazione 3D. Il brano è molto ben accolto, ma non quanto “Blood Tears”, altra bella sorpresa che precede la solita “Valhalla” e i suoi cori cantati da tutto il pubblico.
Finale ricco di emozioni per la “Bard's Song” e la più energica “Mirror Mirror”, che chiudono quindi dopo un'ora e un quarto uno show che prende posto di diritto nella mia “Top 3” della giornata.
E' ora di cenare con un altro panino al volo prima di presentarsi di fronte al right-stage per i Carcass di Jeff Walker e Bill Steer, pronti a mietere vittime per la seconda volta consecutiva sul palco del Gods. Potenza, precisione, passione, c'è tutto in questo show che incanta il pubblico e fa ringraziare per l'avvenuta reunion di una band che ha fatto la storia del Grindcore con i suoi capolavori a cavallo tra gli anni '80 e '90.
Diciotto pezzi che vengono eseguiti magistralmente da uno dei gruppi più attesi dal sottoscritto in questa giornata, da “Carnal Forge” a “This Mortal Coil”, da “Reek Of Putrefaction” a “Rotten To The Gore”, “Exhume To Consume” e l'apoteosi con “Heartwork”, seguita in chiusura da “Carneous Cacoffiny”. Momento toccante quando Ken Owen, ex-drummer e fondatore della band, bloccato dieci anni fa da un'emorragia cerebrale, sale sul palco non come l'anno scorso per salutare i fans ma per suonare la batteria ancora una volta, anche se per poco.
Se già la scorsa edizione i Carcass erano tra i migliori, quest'anno si superano, con una formazione veramente in ottima forma, da Jeff alle chitarre di Bill e Michael, e la micidiale batteria di Daniel Erlandsson. Davvero un grande spettacolo, anche se forse data l'intensità andava compattato in una manciata di minuti in meno. Imperdibile.
I Dream Theater calcano il palco del Brianteo sulle note di “In The Presence Of The Enemies Pt. I”, che dopo la lunga parentesi strumentale entra finalmente nel vivo coinvolgendo i numerosi fan accorsi sotto il palco. La successiva “Beyond This Life” rapisce sin da subito commissionando in maniera perfetta tecnica-melodia e potenza. La scaletta è ben bilanciata tra canzoni recenti e pezzi più datati. Il pubblico apprezza le immediate “Costant Motion” e “A Rite Of Passage”, ma dimostra ben altro affetto su classici come “Hollow Years”, Caught In A Web” e “Voices”. Prima del gran finale c’è tempo anche per la strumentale “Erotomania”, in grado di mostrare se mai ce ne fosse bisogno l’incredibile tecnica del quintetto americano, per la gioia dei palati fini e la noia di molti altri. Il finale è di quelli da ricordare con la sempre acclamata “Pull Me Under” e “Metropolis Pt. I” in grado di chiudere una prestazione impeccabile dal punto di vista tecnico ed altresì coinvolgente da quello musicale.
(Teospire)
La chiusura del Gods Of Metal 2009 spetta agli spietati Slipknot che nonostante molti fan dei Dream Theater abbiano già abbandonato l’arena dimezzando la cornice di pubblico, mostrano intenti bellicosi sparando a mille una temibile “(SIC)”. Offrendo il consueto spettacolo visivo il gruppo americano non molla la presa neppure sui pezzi seguenti che comprendono le massacranti “Eyeless”, “Wait And Bleed” e “Get This”. Corey Taylor pare in buona forma, ma piuttosto concentrato sulle canzoni concedendo solo sporadici colloqui con la platea fra un pezzo e l’altro. Bersaglio centrato anche nelle più melodiche, si fa per dire, “Before I Forget” e “Sulfur”, prima della micidiale riproposizione di due singoli da cantare a squarcia gola come l’ultima “Psychosocial” e “Duality”. Prima della pausa il gruppo originario dell’Iowa ci regala un’altra mazzata che risponde al nome “People = Shit”. Il ritorno sulla scena è di quelli che lasciano il segno con la terremotante “Surfacing” e “Spit It Out”, impreziosite dai vorticosi capovolgimenti che si concede la batteria di Joey Jordison. La band abbandona il palco lasciando sullo sfondo le note di “Beat It” che commemora la scomparsa di Michael Jackson tra gli applausi di un pubblico soddisfatto della performance nonostante lo spettacolo offerto dai nove clown sia apparso meno coinvolgente rispetto al passato.
(Teospire)
Setlist Tarja:
01) Enough
02) My Little Phoenix
03) Wishmaster
04) Ciàran's Well
05) Minor Heaven
06) Lost Northern Star
07) I walk Alone
08) Nemo
09) Poison (Alice Cooper cover)
10) Sing For Me
11) Over The Hills And Far Away
12) Die Alive
Setlist Down:
01) The Path
02) Lifer
03) N.O.D.
04) The Seed
05) Losing All
06) On March The Saints
07) Ghosts Along The Mississippi
08) Eyes Of The South
09) Nothing In Return (Walk Away)
10) Stone The Crow
11) Bury Me In Smoke
Setlist Blind Guardian:
01) Time Stands Still (At The Iron Hill)
02) This Will Never End
03) Nightfall
04) Turn The Page
05) Traveler In Time
06) Sacred
07) Blood Tears
08) Valhalla
09) Imaginations From The Other Side
10) The Bard's Song - In the Forest
11) Mirror Mirror
Setlist Carcass:
01) Corporeal Jigosre Quandary
02) Buried Dreams
03) Carnal Forge
04) No Love Lost
05) Empatological Necroticism
06) Incarnated Solvent Abuse
07) Edge Of Darkness (intro)
08) This Mortal Coil
09) Embodiement
10) Reek Of Putrefaction
11) Keep On Rotting
12) Genital Grinder
13) Rotten To The Gore
14) Death Certificate
15) Exhume To Consume
16) Ruptured In Purulence (intro)
17) Heartwork
18) Carneous Cacoffiny (outro)
Setlist Dream Theater:
01) In The Presence Of Enemies
02) Beyond This Life
03) Constant Motion
04) A Rite Of Passage
05) Hollow Years
06) Caught In A Web
07) Erotomania
08) Voices
09) Pull Me Under
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10) Metropolis Pt. 1: The Miracle and the Sleeper
Setlist Slipknot:
01) (SIC)
02) Eyeless
03) Wait And Bleed
04) Get This
05) Before I Forget
06) SulfUr
07) The Blister Exists
08) Dead Memories
09) Left Behind
10) Disasterpiece
11) Psychosocial
12) Duality
13) People = Shit
14) Surfacing
15) Spit It Out
Report a cura di Marco Manzi e Teospire
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.