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Keep it True XII - day 1 - - 4/24/2009 - *** - Lauda Königshofen (D)

Era da tempo che volevo assistere a questo festival, vera e propria Mecca per l'Heavy Metal, inteso esclusivamente come tale, sì, poichè nell'intima Tauberfrankenhalle (palazzetto sportivo locale) di Lauda Königshofen, si sono radunate, anche in questa 2 giorni, un numero considerevole di cult band mai dimenticate ma che, comprensibilmente, ci hanno regalato alterne emozioni...

VENERDI' 24:

La kermesse metallica è aperta dagli In Solitude, giovanissima band svedese, che nei 45 minuti a disposizione, mette in mostra tutto il suo amore per King Diamond, suonando appunto un Heavy Classico venato di horror e dannatamente malato, ci sarà da smussare qualche angolo ma, data l'età, non è lecito pretendere di più!
E' la volta degli Atlantean Kodex e il loro Heavy/Doom, non particolarmente dinamico in realtà ma, ci regala qualche momento di gloria grazie alle indiscutibili doti del loro singer, anche perchè, non fosse per lui, si sbadiglierebbe assai!
Per quanto mi riguarda, si entra nel vivo del KiT con gli Aska, capitanati da George Call (da un paio d'anni anche in forza negli Omen), col loro Heavy americano mettono tutti d'accordo, d'altronde con pezzi quali "Longships", "Until death do us part", o la ritmata "Leprosy", è facile scaldare un palazzetto ancora freddino in quel momento, che inizia proprio durante la preformance dei quattro texani a scatenarsi a dovere, anche in meno di un'ora gli Aska si sono fatti rispettare alla grande!
Seguono i Cloven Hoof, col loro sound che ci fionda direttamente nella N.W.O.B.H.M., epica in questo caso aggiungerei, e proposta alla grande, dato che ormai l'attuale formazione ha qualche annetto sulle spalle.
Il quintetto di Lee Payne fa il bello e il cattivo tempo on stage, merito del cantante Russ North e delle sue "mosse" da telenovela latina, accompagnate da insindacabili pregi vocali, ridando vita a stupende tracce tipo "Nova battlestar", "Laying down the law" e la conclusiva "Mistress of the forest", che confermano la validità di questa reunion, complimenti vivissimi!
Arrivano i Ruthless e sotto al palco inizia ad accalcarsi un pò di gente, affamata di US Metal, grezzo e senza compromessi come quello suonato dal combo californiano che, nell'odierna line up può vantare i servigi di Jim Durkin, ascia dei mitici Thrashers Dark Angel, forse più famosi perchè ci suonava Gene Hoglan che per altro ma, meglio non divagare...
Il frontman Sami De John è in forma smagliante, e ci regala perle di Heavy (mai) accantonato ma dal sound veramente datato, come possono essere "Bury the axe", "Metal without mercy" e la mitica "Discipline of steel", che solo dai titolo vi danno l'idea dell'originalità dei Ruthless, che comunque lasciano una buonissima impressione anche perchè loro stessi, in primis, sembrano realmente esaltati di poter suonare in un festival così prestigioso per l' Heavy Metal.
Confesso che sugli Exumer ci prendiamo una pausa, ma, per quello che possiamo captare, Mem von Stein (in versione Mastro Lindo!) e soci pestano sodo e i tedeschi danno in escandescenze, lanciandosi in un furioso Mosh sui brani più significativi del gruppo, "Possessed by fire" e "Winds of death" su tutte...
Wow gli Exxplorer! Ero parecchio curioso di vedere come si sarebbero comportati i 5 del New Jersey a questo KiT e, devo ammettere che, a fine concerto ero veramente soddisfatto dello show messo in piedi da Ed Lavolpe & Co.
Il Power a stelle e strisce di "Symphonies of steel" suona ancora potente e mai banale, certo ci saranno gruppi più immediati degli Exxplorer ma, questi sanno il fatto loro, con uno stile verente granitico ma abbastanza ricercato, state all'occhio che magari potrebbero, in futuro, esplorare anche la nostra penisola...
Tocca ai Tyrant, quelli di Pasadena California, dato che ce ne sono circa un centinaio, che, per la verità mi sembrano alquanto arrugginiti, pur avendo scritto, a loro modo, dei bei brani, soprattutto quelli contenuti su "Too late too pray", ma che in questa sede si trascinano un pò, non facendo scattare, almeno per me, quella scintilla di esaltazione che ti prende ai concerti...
Menzione d'onore alla "magliettina" del biondo singer Glen May, molto orrorifica, nel senso che faceva proprio spavento, egli infatti sfoggiava con orgoglio una sorta di fratino dei Tyrant, che creava un deleterio effetto "vedo non vedo" lasciando libero sfogo alla panza del suddetto!
Tutt'altra musica con i successivi Abattoir, che, grazie anche alla presenza di Juan Garcia, riescono ad infuocare il KiT, col loro Speed senza compromessi, pestando con violenza e precisione, guidati da uno Steve Gaines veramente in forma.
Si susseguono i brani da "Vicious attack", come "Stronger than evil", "Don't walk alone", l'omaggio ai Motörhead con "Ace of spades", ma, giustamente c'è spazio anche per ricordare gli EvilDead, Thrash act con 3 membri degli Abattoir, che non è potuto essere della partita, viene però citato con "Annihilation of civilization", impatto allo stato puro, prima dell'acclamata "Screams from the grave", che ci ricorda di non scherzare col "mattatoio", o si rischia di capitolare!!!
Siamo maturi per il primo headliner di questo KiT, ovvero Lizzy Borden, quindi ancora una volta US Metal per le nostre orecchie, mai sazie di certe stupende sonorità come da lì a poco ci avrebbe ricordato Lizzy...
Veramente di un altro livello lo show dello "psicopatico" Lizzy che, con brani estratti da quasi tutti i capolavori prodotti, ha emozionato i presenti (non gremitissima la sala a dir la verità), per tutta la durata dello spettacolo.
Sarebbe difficile infatti non appassionarsi a pezzi di storia del Metal come ad esempio "Give 'em the axe", con tanto di scenetta a mò di Alice Cooper, o ancora "Master of disguise" o la più recente "Tomorrow never comes".
Sì perchè anche le tracks degli ultimi due lavori fanno la loro porca figura, vedi l'impatto di "There will be blood tonight", "Hell is for heroes" o la malinconica "Under your skin".
Certamente i classiconi non mancano nella faretra del gruppo statunitense, anthems unici per intensità, tra le quali spiccano "Me against the world" e il manifesto del loro sound, quella "American Metal" che ha succhiato le ultime energie dell' audience!!!
Quindi tra cambi di costume e siparietti Grand Guignoleschi a sfondo sexy (un plauso alle 2 ballerine!), lo show dell'omicida Lizzy si avvia alla fine con "We got the power" e il sentito arrivederci di "Long live Rock 'n' Roll", tanto per ricordarci da dove veniamo, Lizzy ci saluta dimostrandoci che "...WE ALL NEED AMERICAN METAL!!!"

Report a cura di Alessio Aondio

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