Trezzo è un piccolo e semi-sconosciuto paesino sull’Adda, non fosse per l’omonimo castello costruito in riva al fiume e per l’uscita autostradale della A4. Proprio a pochi passi dall’autostrada si trova il Live Club, un ex magazzino trasformato in locale, dove stasera si esibiscono i leggendari Saxon, nel tour per il 25° anniversario della band e la promozione di “Lionheart”, supportati dai tedeschi Chinchilla. E’ questa la prima data italiana del tour, a cui seguono quelle di Firenze e Cortemaggiore (PC), c’è quindi grande attesa per una serata che si rivelerà pienamente all’altezza delle aspettative.
Il concerto inizia puntuale alle 20.30 con i Chinchilla che si esibiscono davanti a un piccolo pubblico, destinato ad aumentare man mano per l’arrivo dei Saxon,
fino credo a poco più di un centinaio di persone (anche perché il locale non
ne conterrebbe molte di più), tra cui ci sono metallari di tutte le età, dal
metallaro reduce da anni e anni di concerti al ragazzino che assiste al suo
primo show. La power band tedesca cerca di farsi conoscere offrendo un buon spettacolo, che dura circa mezz’ora, in cui vengono suonati alcuni brani tratti dal nuovo “Take No Prisoners”, come “The Allmighty Power”, ma anche pezzi vecchi come “Father Forgive Me” o “Heavy Metal”, mostrando un buono stile sulle linee del power più classico. C’è spazio nel finale anche per la cover di “I Stole Your Love” dei Kiss, ed i quattro ci lasciano con una convincente prestazione di tutta la band, dal cantante Thomas Laasch, il quale mostra di sapersi muovere bene sul palco seppur di fronte ad un piccolo pubblico che riesce comunque a coinvolgere nello show, al valido chitarrista e fondatore del gruppo Udo Gerstenmeyer, dal bassista Roberto Palacios, a Klaus Sperling, l’ex batterista dei Primal Fear, che li accompagna nelle date italiane del tour al posto di Chris Schwinn. La band abbandona dunque il palco smontando in fretta le attrezzature per lasciare spazio ai Saxon, di cui si può già ammirare dietro la batteria lo sfondo della copertina di “Saxon”, il loro primo album.
Dopo una mezz’ora di attesa per la regolazione degli strumenti e la preparazione, con il fumo che avvolge il palco, si presentano finalmente gli headliner della serata, che entrano in scena sulle note della strumentale “The Return”, seguita dalla sua naturale continuazione nella titletrack del nuovo “Lionheart”, splendida canzone dai tratti epici che apre una serata in cui la band sfodererà gran parte dei suoi pezzi migliori (con Biff Byford che dopo poche canzoni straccerà la scaletta). Così seguono vecchi successi come “Power and The Glory”, “Heavy Metal Thunder”, “Motorcycle Man”, intervallati da canzoni nuove come “Flying on the Edge”, “Beyond The Grave” e “To Live by the Sword”, entro la quale si fa spazio “Unleash the Beast”, mentre tra un brano e l’altro iniziano gli incitamenti dei fedelissimi defender. Biff nonostante i suoi 53 anni riesce ad esibirsi ancora con un’ottima voce, che mostra però qualche piccolo cedimento in alcuni passaggi più impegnativi (del resto molti brani hanno più di vent’anni), e nonostante l’acustica magari non perfetta i suoni risultano piuttosto buoni, nella maggior parte dei casi permettendo al popolo del metallo di apprezzare ogni singola nota. Oltre a Biff bisogna considerare la new entry Jörg Michael che come sempre unisce potenza e precisione dietro alla batteria, ed un Nibbs Carter che non sta fermo un attimo muovendosi da ogni parte del palco. Lo show prosegue e mentre il pubblico richiede a gran voce vari pezzi, soprattutto “Crusader”, e Biff cerca di prendere tempo (sapendo che non è ancora arrivato il momento). Così arrivano brani come “Broken Heroes”, “Thin Red Line”, la nuova “Man and Machine” e la coinvolgente “Rock the Nation”. A questo punto il pubblico è totalmente in sintonia con la band, ed è sempre più scatenato, mentre la parte migliore deve ancora venire. Dopo “20,000 feet”, “Witchfinder General” e “Solid Ball of Rock” si chiude la prima parte dello spettacolo e il quintetto si concede una pausa. Sale poi sul palco Doug Scarratt che si esibisce in un solo di chitarra prima che i nostri riprendano con “Wheels of Steel” alla cui conclusione Biff gioca col pubblico, come è solito fare, chiedendogli di ripetere alcuni passaggi vocali, ed i fan rispondono perfettamente alle richieste del cantante. Il concerto continua con “747 (Strangers in the Night)” e “Strong Arm of The Law” per proseguire in altri brani immortali sfornati nei 25 anni di attività della band, così, con il pubblico sempre più esaltato dai suoi idoli (sul palco sono volate nel frattempo una cintura ed una maglietta), si passa a “Dogs of War” ed alla tanto acclamata “Crusader”. Siamo quasi alla fine, ed arriva l’immancabile “Denim & Leather”, ma all’appello manca ancora una canzone particolarmente cara a molta parte del pubblico: ed ecco allora arrivare a chiudere la serata “Princess of the Night”, sulle cui note i fan si scatenano per l’ultima volta quest’oggi, sicuramente soddisfatti da uno show che ha visto ripercorrere in circa due ore gran parte della storia dell’Heavy Metal nelle canzoni dei Saxon. Uno spettacolo che ha offerto l’occasione di vedere l’ex batterista degli Stratovarious, Jörg Michael, esibirsi in Italia per la prima volta con la band inglese, e non si può sicuramente dire che non abbia fatto la sua ottima figura eseguendo ottimamente i brani suonati dal gruppo durante la serata. Il concerto di stasera mostra che i Saxon, con una carriera tra le più longeve e vari cambi di line-up, sono ancora in grado di dire la loro, e lo dimostrano la straordinaria passione che mette sul palco Biff e l’ottima musica offerta questa sera da tutti i componenti della band. Dopo i saluti il pubblico inizia a disperdersi ed a tornare a casa, in gran parte pienamente soddisfatto della serata trascorsa e con in testa sicuramente dei fantastici ricordi. Ai sostenitori più fedeli a tratti sarà sembrato, nelle dovute proporzioni, di tornare nei gloriosi anni ’80, mentre i fan più giovani hanno avuto l’occasione di vedere dal vivo, ancora in perfetta forma, uno dei gruppi storici tuttora in attività che oggi pare vivere una seconda giovinezza.
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Report a cura di Marco Manzi
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