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Rock Sound Festival - 6/5/2008 - ** - Huttwil (Ch)

Rock Sound Festival
5-6-7/06/2008
Huttwil (CH)

Giorno 1: 5/06/2008

E’ giovedì, e dopo aver caricato la mia automobile compagna di numerosi viaggi metallici, parto intorno a mezzogiorno in direzione Svizzera, verso Huttwil e il promettente Rock Sound Festival, che conta gia numerose edizioni di grande qualità.
Dopo poco più di 4 ore di auto arrivo al luogo dell’evento… e il tempo non è esattamente un gran che, in effetti pioviggina a sprazzi, ma comunque, dopo aver ritirato braccialetto e sbrigate le faccende burocratiche, monto la mia tenda nel camping e mi preparo ai concerti, che si svolgeranno su 2 palchi per i 3 giorni, uno grosso coperto in un grande palazzotto dello sport e uno più piccolo all’esterno.
Il pubblico gia sufficientemente numeroso si assiepa nel palazzetto, e alle 19 aprono le danze i giovani Black Tide, autori di un Thrash Metal molto influenzato e debitore ai nomi storici della scena (qualcuno ha sentito qualche riff alla Metallica di un po’ di anni fa?).
Il quartetto è in forma e nei 40 minuti a disposizione fa del suo meglio per scaldare a dovere l’atmosfera, riuscendoci sufficientemente, risultando piuttosto coinvolgenti nonostante la giovane età, qualche peccatuccio di originalità e magari una precisione esecutiva ancora da migliorare; quindi del discreto headbanging su pezzi come il singolo “Shockwave” o la cover “Hit The Light”, piuttosto apprezzata dai presenti. Beh, sicuramente la band si è fatta valere e sicuramente non mi ha deluso, applausi meritati per loro.
Una birretta (5 franchi per una 0,4L, fantastico!!!), cambio palco e sono pronti per il concerto degli Opeth, forti di un nuovo disco positivamente recensito da siti e stampa, che salgono sul palco del Rock Sound Festival alle 20.00 circa in un atmosfera cupa e oscura. La gente nel frattempo è aumentata e segue con attenzione quel che il combo svedese ha da offrire, quindi un mix di death metal, prog e atmosfere oscure. Nell’ora e un quarto a disposizione la band non manca di suonare pezzi presi dagli svariati album della discografia, mescolando vecchi classici a qualcosa di nuovo, rapendo il pubblico nella musica e nelle linee vocali del singer Mikael Åkerfeldt , efficace sia nelle parti pulite che in quelle growl in brani come “Demon of the Fall”, “Master's Apprentice”, “Baying of the Hounds”, “To Rid the Disease” o “Wreath” ad esempio. Non conoscendo la discografia della band, ahimè faccio forse un po’ fatica a seguire bene il concerto, ma comunque apprezzo, e sicuramente la reazione positiva del pubblico è stata assolutamente positiva. Beh, buono, ci rivediamo in Italia.
Altra birretta, che sicuramente non fa male e si ritorna in posizione per gli Headliner del primo giorno di festival, eccoli finalmente, alla prima data del tour e anche una delle poche volte per vederli in concerto, alle 21:45 esatte (che precisione gli svizzeri), calcano le assi del palco gli Avantasia, guidati dal carismatico e bravo Tobias Sammet tra gli applausi generali del pubblico, ormai arrivato a qualche migliaio di unità. Che dire, suoni perfetti fin da subito e un esecuzione veramente ottima, apertura d’effetto con l’opener dell’ultimo lavoro, “Twisted Mind”, seguita a ruota tra gli applausi da “The Scarecrown”, la titletrack, dove compare il primo dei vari ospiti del concerto, Jorn Lande, autore sia qui, che negli altri pezzi, di una prestazione vocale veramente buona; quest’uomo ama il palcoscenico, e continua a fare cenni sia verso i fotografi che verso il pubblico, mentre duetta con Tobias.
Viene proposto praticamente l’intero ottimo album “The Scarecrown”, più alcuni pezzi dalla discografia precedente, con vari duetti con altri ottimi ospiti, come ad esempio André Matos su “Reach Out For The Light”, oppure “The Story Ain’t Over” con Bob Catley o ancora Amanda Somemrville, tra l’altro nei cori per tutto il concerto, su “Farewell”, e poi tutti insieme sul palco sulla finale “Sign Of The Cross + The Seven Angels”.
Beh, grande Set List, che conta anche le bellissime “Avantasia” e “Lost In Space”, un Tobias Sammet in grande spolvero e in formissima che guida la truppa, che conta tra gli altri Sasha Paeth alla chitarra, e il batterista degli Edguy, “Felix Bohnke”, nonché altri validi musicisti a completare la formazione.
Un concerto veramente da ricordare, 1 ora e 45 minuti di musica ben suonata, con personaggi carismatici a calcare il palco.. e se questa è stata la prima data beh.. emozionantissima in tutti i sensi, applausi dall’inizio alla fine e tanta gente a cantare le canzoni, non posso che unirmi a tutti gli altri nelle ovazioni, aspettando inevitabilmente di rivedere questo grande progetto, in Italia a Luglio.
Caldo, sudato e contento, mi bevo l’ultima birra, metto via le macchine fotografiche e me en torno alla tenda non sentendo il freddo della notte svizzera, per riprendere le forze pin vista del giorno seguente.

Giorno 2: 6/06/2008

Mi alzo la mattina del secondo giorno, mangio e attendo sonnecchiando in tenda l’arrivo di un amico che arriverà poi nel primo pomeriggio, e il meteo non è nostro amico, visto che pioviggina fastidiosamente… fango in arrivo.
Beh, mezz’oretta prima delle 17 entro nella zona festival e mi approccio al palco piccolo dove alle 17 precise cominciano a suonare i giovani Grey Monday sotto una leggera pioggia. Il quartetto svizzero propone ai presenti un mix di Hard Rock e Giunge, facendo il loro buon lavoro come apertura di giornata nei 45 minuti a disposizione, strappando anche vari applausi.
Corro poi subito dentro al mainstage per seguire un altro gruppo di casa, gli Hard Rockers Kharma, che si difendono bene nonostante abbiano all’attivo un solo disco; ok, niente di eclatante, però il gruppo fa passare bene i 45 minuti con musica ben suonata proponendo brani dal loro lavoro, in cui si sentono anche influenza dalla scena hard rock svizzera. Vari applausi mentre continua ad arrivare gente.
Di corsa di nuovo all’aperto e sotto alla pioggerellina per non perdere l’arrivo dei finnici Korpiklaani, garanzia di divertimento e di balli movimentati.. beh, attese che non si fanno deludere, visto che i nostri si fan vendere subito in forma, complici dei suono buoni e un pubblico veramente dalla loro parte. Un’ora di divertimento, applausi e cori insomma, tra i vari classici come “Happy Little Boozer”, “Korpiklaani”, “Cottages and Saunas” e l’immancabile “Beer Beer” a pezzi più recenti , ad esempio “Keep On Galopping”, dall’ultimo lavoro e che in sede live non dispiace affatto. Cane continua a muoversi per il palco, ballando mentre suona la chitarra e Jonne è carico come non mai mentre canta e suona; vari sorrisi arrivano anche dagli altri membri, che paiono molto divertiti dall’atmosfera di festa che si è creata sotto al palco nonostante il tempo inclemente. Applausi meritatissimi, a presto ‘Klaani.
Ma chi ci aspetta ora, assi, si torna dentro per gli Alter Bridge, gruppo nato dalle ceneri degli interessanti Creed, da cui riprendono varie atmosfere sonore per un hard rock molto potente ed orecchiabile. I suoni più che decenti aiutano sicuramente l’esibizione, sicura ed efficace grazie anche all’esperienza dei vari membri del combo statunitense oltre alla partecipazione del pubblico (tra l’altro sempre partecipe per tutti i gruppi del festival, vorrei precisare).Precisi e carismatici.
Corro fuori per uno dei gruppi che aspettavo di più di rivedere, tra i beniamini di casa, gli svizzeri Eluveitie, sotto ad una pioggia che nel frattempo è aumentata. I brani proposti provengono da entrambi gli album e l’ottimo mix di folk metal e death metal fa sempre presa sui presenti, nonostante i suoni siano un po’ impastati risultando a volte regolati non bene. Oltre a questo, il cantante mi è sembrato non proprio in forma, con qualche problema alla voce, forse dovuto alla stanchezza. Tra tutte le song proposte, in particolare cito “Primordial Breath”, “Slania’s Song” ed “Inis Mona” da appunto l’album “Slania” ed “Uis Elveti” dal precedente album “Spirit”. A Parte questo, carica più che accettabile e, beh, rimandati al prossimo concerto.
Al chiuso, gli attesissimi Queensryche cominciano il loro show. Geoff Tate è particolarmente in forma, come il resto della band, i suoni son davvero ottimi e il risultato, beh, è un concerto davvero molto buono. Le migliaia di presenti urlano e applaudono scaldando ancora di più l’atmosfera, con vere e proprie hits come “Damaged”, “Eyes Of A Stranger” oppure “Empire”. Peccato per solo 1 ora e 20 a disposizione e il perdermi la possibilità di vedermeli suonare tutto “Operation Mindcrime”. Sicuramente una band che quando è in forma da grande soddisfazioni a tutti gli amanti di quel metal più classico e di stile. Bravi, precisi, potenti e da rivedere assolutamente.
Si torna sul campo di battaglia, con gli Ensiferum, a chiudere la serata all’esterno, con un pubblico assiepato a riempire gran parte dello spazio disponibile nonostante la pioggia ora finissima ormai costante della giornata. I nostri si presentano sul palco con bandiere finlandesi attorno alla vita e attaccano subito con l’esibizione, diretta e precisa. Il bassista Sami Hinkka è il vero animale da palcoscenico del combo, mai domo mentre impugna il suo 6 corde e incentrando spesso su di se l’attenzione. Ottima prova e senza dubbio la migliore delle varie volte a cui ho assistito a loro concerti, Petri non ha sbagliato un colpo alla voce e il chitarrista Markus non ha risparmiato facce divertenti per le prime file. Grandiosa l’esecuzione di “Victory Song”, gran movimento per i miei capelli bagnati, ecco, questo è un gruppo che è cresciuto notevolmente negli anni.
Chi manca stasera? Ma certo, gli Europe, a cui finalmente ho il piacere di assistere a un concerto; diventati famosi negli anni ’80, finalmente eccoli ad esibirsi davanti al pubblico di Huttwil. “Love Is Not The Enemy” apre il buon concerto di Joey Tempest e soci, che vanno avanti con grandi classici e pezzi dai 2 album più recenti, quindi nomino pezzi come “Start From The Dark” dall’omonimo album, oppure “Girls From Lebanon”, “Sign Of The Times”, “Carrie”, eseguita in acustico, la mitica “Rock The Night” oppure la conosciutissima conclusiva e immancabile “The Final Countdown”, dove la gente continuava a saltare mentre cantava. Beh, me li sarò persi nelle calate più o meno recenti in Italia, ma finalmente ho avuto il piacere di vedere in concerto questa band storica e l’impressione è stata di quella di un gruppo in forma che ha ancora qualcosa da dire, anche se in certi momenti pecca un po’ con atteggiamenti da super rockstar. Comunque bravi, bel concerto.
Torno, raggiunto il mio amico, sotto la pioggia verso le tende per riposare in vista di un’altra giornata di buona musica.

Giorno 3: 7/06/2008

Mi sveglio la mattina per il terzo e ultimo giorno di festival e, stranamente, non piove, per ora, ma un po di fango in camping c’è lo stesso, vabbe.. ormai ci si fa l’abitudine.
La giornata oggi inizia presto, alle 12:15, con i Lunatica all’interno del palazzetto. Il sestetto svizzero, nell’ora a disposizione propone un metal dal sound tra il power, il gothic e un qualcosina di prog, facendo affidamento alla singer Andrea. Piacevole sorpresa per me, magari non esattamente originali come proposta, però ho apprezzato notevolmente l’esibizione del gruppo, così come il pubblico in assiepamento sotto al palco. Suoni ottimi a pezzi che in sede live rendono piuttosto bene fan si che sia un concerto veramente buono, che tocca i suoi apici nelle esecuzioni di brani come la bellissima “Who You Are” o la cavalcata “The Edge Of Infinity”. Bravi, veramente, da rivedere senza dubbio e numerosi applausi meritatissimi.
All’esterno fa il suo ingresso sul second stage una delle altre band di casa, i Godiva, che si presentano on stage con le maglie della nazionale svizzera vista l’imminente partita odierna. Beh, Anche qui un buon Metal suonato come si deve, potente e che si fa ascoltare, risultando interessante. L’esibizione del quintetto ha fatto muovere varie teste e battere varie mani, a sintomo di una prestazione più che buona, con il singer Fernando Garcia in grande spolvero da incitatore del pubblico.
Si torna di nuovo al chiuso, e questo dentro e fuori comincia a lasciare i segni, per i tedeschi Subway To Sally, metal infarcito con inserti elettronici, medioevali e folk, per quello che ormai in territori tedeschi chiamano mittelalter rock Che dire, non li conoscevo affatto e diamine, non mi son dispiaciuti affatto, carichissimi nonostante l’orario di apparizione, un buon mix tra gli elementi sopraccitati e un sacco di giochi di fuoco sul palco, che pensavo qualcuno si bruciasse prima o poi. Pubblico attivissimo e danzante sui pezzi proposti, presi dalla nutrita discografia del combo e solo per citarne un paio nomino “Tanz Auf Dem Vulkan” e la conclusiva “Julia Und Die Räuber” dicendo, beh, niente male, da rivedere sicuramente.
All’esterno è il turno delle Hell’s Belles, band tutta al femminile tributo agli australiani AC/DC. Che dire del concerto.. gli AC/DC sono una band storica, anche se non mi hanno mai interessato più di molto, comunque queste 5 donne fanno il loro buon lavoro per riproporre tutti i vari successi della band di Angus Young e soci.
Arrivano le 16:00 e sul palco principale tocca al Metal/Hard Rock degli Shakra; sinceramente l’esibizione di questi svizzeri non mi ha detto molto, sembrandomi abbastanza sterile, anche se parte dei presenti apprezza il concerto. Da rivedere in altra occasione sicuramente, per poter giudicare meglio, magari è stata solo una giornata no per il gruppo.
Il palco piccolo è addobbato in modo strano.. un carrello della spesa, vari microfoni, lavagne da bar, casse di birra, un fornello, oltre alla varia strumentazione. Ecco, come definire i Friedli & Franz Kilbimusig? Non lo so, pazzi, folli, folkloristici, goliardici.. non lo so. Son qui per divertirsi, addirittura arrivando a preparare il caffè durante il concerto per offrirlo alle prime file. Cosa suonano? Mha, una rivisitazione molto folle di vari classici hard rock e metal in tedesco e inglese, con cori, strumenti strani e personaggi particolari che appaiono sul palco (uno dei membri viene portato sul palco legato ad un carrello da trasporto, avete presente Hannibal Lecter nel silenzio degli innocenti? Ecco, più o meno così). Alla fine, divertenti, sicuramente, e apprezzati dai presenti, che salutano con applausi.
E mentre all’interno viene proiettata la partita Svizzera – Repubblica Ceca, all’esterno alle 18:30 tocca agli scandinavi Mercenary continuare con il festival. La prima volta che ho visto in azione il combo, l’impressione non era stata del tutto positiva, forse anche il contesto. Qui però è tutta un'altra faccenda, la band è in grande forma, suona bene, potente, precisa e carica, incitando il pubblico, per un esibizione davvero notevole con pezzi belli carichi come “Bloodsong” oppure Lost Reality, nonostante la maggior parte del pubblico fosse all’interno per la partita. Ecco, stavolta promossi a pieni voti, veramente tanti applausi per il loro mix di Death e Power metal.
Si torna nuovamente dentro e.. diamine.. ci sono i Simple Plan è vero… un gruppo pseudo-punk!!!
Il gruppo un po’ fuori contesto, però fa di tutto per piacere ai presenti, gran parte dei quali (e soprattutto la aprte femminile, da cui provengono svariate urla e cartelli) apprezza, ballando e cantanto col gruppo i vari pezzi che vengono suonati. Dai, anche se non mi piace proprio il pop-punk-rock dei Simple Plan, posso ammettere che hanno suonato davvero bene.
Al di fuori, tocca ai Cataract continuare l’opera, e in compagnia di una birra seguo l’esibizione. Non si può dire che la band non ci metta energia, anzi, cerca di dare il meglio di se, però c’è meno gente di esibizioni precedenti davanti al palco, e la proposta molto sul metalcore del combo non fa molta presa nemmeno su di me, anche se suonato bene come in questo caso. Bhe, rimandati ma con un esibizione più che sufficiente.
Stiamo arrivando verso la fine del festival e la stanchezza comincia a farsi sentire, ma continuiamo con le band rimaste.
Diventati ormai tra i gruppi di punta del prog-psichedelico, è il turno dei Porcupine Tree di esibirsi in questa location. Il “viaggio” ci porta in varie parti della discografia del combo, prediligento in particolare i pezzi un po’ più movimentati, forse più consoni per un festival del genere. Il concerto è perfetto, preciso, suoni ottimi e pubblico quasi ipnotizzato. Pesanti da seguire, però per gli appassionati del genere una garanzia anche in sede live.
All’esterno è il turno degli olandesi Epica allietare le nostre orecchie con il loro metal sinfonico.9 brani proposti per un’ora di concerto, che si protrae fino alle mezzanotte, durante i quali la cantante Simone cerca di dare il meglio di se, nonostante la malattia da cui non si è ancora ripresa del tutto e che la costringe ad uscire e rientrare spesso dallo stage. Nonostante questo il concerto procede senza intoppi e comunque più che convincente, con brani tra i quali “Indigo”, “Chasing The Dragon”, “Fools of Damnation” oppure la conclusiva “Consign To Oblivion”. Bravi gli epica, sperando di vederli un po’ più in forma la prossima volta.
Altro gruppo olandese per mettere il sigillo su questo veramente ottimo festival svizzero; i Within Temptation salgono pochi attimi dopo mezzanotte sul palco principale, in un palazzotto dello sport veramente gremito di gente pronta ad applaudirli. La scenografia è semplice, ma il vero punto forte dell’esibizione della band olandese è senz’altro la precisione esecutiva dei musicisti e la bellissima voce di Sharon, il tutto aiutato da dei suoni veramente ottimi, tra i migliori di tutto il festival senza dubbio.
Sharon corre e saltella per tutto il palco mentre cante, non stando mai ferma, dando prova di immenso carisma, dispensando sorrisi a tutti. Accolti molto positivamente tutti i pezzi proposti, con apici durante vere e proprie hits come “Stand My Ground”, la bella “What Have You Done” e beh.. che sto dicendo, tutto il concerto è stato un apice di emozioni, veramente il migliore di tutto il festival , pareggiato giusto dagli Avantasia. Piccolo appunto, un pochino di calo di voce della singer giusto all’inizio di Ice Queen, ma concesso, visto il continuo movimento per un’ora e mezza di show. Applausi, urla e ancora applausi, bravi, degnissima conclusione di serata.
Una birra per chiudere, raggiunto dal mio amico , e si torna alle tende per riposarli in vista del viaggi per tornare a casa del giorno dopo.

Conclusioni e impressioni finali:
- il posto è quasi in mezzo al nulla, nessun problema di traffico e la stazione più vicina è ad un paio di minuti d'auto.
- prezzi veramente buoni, 5 franchi (circa 3 euro) per la birra da 0.40. ,20/30 franchi per le magliette dei gruppi.
- Cibi vari, anche i malvagissimi piatti di chili con carne, buono!
- Mainstage al chiuso, che con il freddo e la pioggia è stata una scelta azzeccatissima e vincente.
- Acustica nel complesso sempre su livelli più che buoni, veramente ottima all’interno e un pochino meno fuori.
- Secondo palco all’esterno su un campo da calcetto o simile, coperto da teli tipo moquette o simile, che evitavano il formarsi di fastidiose pozzanghere.
- Personale che teneva puliti bagni ed area festival, bagni, non chimici, molto puliti.
- Tappi per le orecchie gratuiti ed a volontà.
- Area campeggio un pochetto fangosa
- Posti per sedersi al coperto quasi nulli, a parte le gradinate chiuse fino domenica, o per terra.
A questo punto, all’anno prossimo.

Setlist Opeth:
- Demon of the Fall
- Master's Apprentice
- Baying of the Hounds
- To Rid the Disease
- Wreath
- Heir's Apprentice
- The Drapery Falls

Setlist Avantasia:
- Twisted Mind
- The Scarecrow (with Jorn)
- Another Angel Down (with Jorn)
- Prelude
- Reach Out for the Light (with André)
- The Story Ain't Over (with Bob)
- Shelter From the Rain (with Bob and André)
- Lost in Space
- I Don't Believe in Your Love
- Avantasia

- Serpents in Paradise (with Jorn)
- Promised Land (with Jorn)
- The Toy Master
- Farewell (with Amanda)
- Medley of the Cross/The Seven Angels (All)

Setlist Queensryche:
- Best I Can
- Damaged
- NM 156
- Digital
- Killing Words
- Rainy Night
- Anybody
- Hands
- Needle
- Silence
- Eyes Of A Stranger
- Jet City
- Empire
- Shadows
- Neon Knights
- Flame
- Lucy

Setlist Lunatica:
- Intro/The Edge Of Infinity/Elements
- Sons Of The Wind
- Neverending Story
- Who You Are
- The Spell
- Together
- Hymn
- Avalon
- Words Unleashed
- Outro

Setlist Subway to Sally:
- Die Trommel
- Eiblumen
- Flascher Heiland
- Sabbat
- Auf Kiel
- Feuerland
- Henkersbraut
- Kleid aus Rosen
- Sag dem Teufel
- Tanz auf dem Vulkan
- Veitstanz
- Ohne Liebe
- Julia und die Räuber

Setlist Mercenary:
- New Desire
- Bloodsong
- My Secret Window
- Lost Reality
- Soul Decision
- WHC
- Isolation
- The Endless Fall
- 11 Dreams

Setlist Simple Plan:
- Shut Up
- Jump
- When I’m Gone
- Addicted
- The End
- Me Against
- Love Is A Lie
- Say Goodbye
- Wait Forever
- Thank U
- Welcome
- I’D Do Anything
- Perfect

Setlist Epica:
- Indigo
- Obsessive Devotion
- Sensorium
- Quietus
- Chasing The Dragon
- Sancta Terra
- Fools Of Damnation
- Cry For The Moon
- Consign To Oblivion

Setlist Within Temptation:
- Jillian
- The Howling
- Stand My Ground
- What Have You Done
- The Cross
- Hand Of Sorrow
- The Heart of Everything
- Forgiven
- Our Solemn Hour
- Forsaken
- The Promise
- Angels
- Mother Earth
- Truth Beneath The Rose
- See Who I Am
- Ice Queen

FOTO:

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.: AVANTASIA
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.: SIMPLE PLAN
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.: EPICA
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Report a cura di Marco Brambilla

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