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Within Temptation + Novembre - 1/11/2008 - Live Club - Trezzo Sull′Adda (MI)

L’inizio dell’anno propone subito un appuntamento da non perdere con il ritorno sui palchi italiani dei Within Temptation; pur non avendo niente di nuovo da promuovere, escludendo la trascurabile riedizione di “The Heart Of Everything”, la band olandese, memore del successo precedentemente suscitato con la tournè di un anno fa, in promozione proprio del suddetto album, torna a farci visita e per l’occasione viene accompagnata da una delle band più importanti e amate di casa nostra: i Novembre. E’ proprio la band capitolina ad aprire le danze metalliche di questo 2008 entusiesmandoci con “Anaemia” e “Bluecracy” fresche perle del recente “The Blue”. I nuovi brani appaiono da subito più energici se confrontati a quelli della precedente realease ; tuttavia essi riescono a mantenere intatta quella dose di immediatezza che la band dei fratelli Orlando ha acquisito proprio con l’ultimo “Materia”. A tal proposito sempre piacevoli e ben interpretate le note di “Memoria Storica/Vetro”, mentre le più datate “Nostalgiaplatz” e “My Starving Bambina” evidenziano come progressiva e graduale sia stata l’evoluzione stilistica dei Novembre nel corso degli anni. Una resa sonora non eccellente, che impasta sin troppo il suono delle chitarre distorte a svantaggio degli stupendi incastri melodici, penalizza un poco la prestazione dei nostri, comunque positivi e ulteriormente incentivati dal fatto che la performance verrà filmata (non credo interamente), per un futuro dvd. Buono il responso del pubblico che ha dimostrato di apprezzare l’esibizione, resa insidiosa dai problemi di cui sopra e da una resa delle parti vocali inferiore alle attese, probabilmente per la mancanza dei raddoppi che caratterizzano le suggestive linee di Carmelo Orlando.
Giusto il tempo di cambiare la strumentazione e sfoggiare la scenografia tratta dalla recente edizione di “The Heart Of Everything” che i Within Temptation accompagnati dall’intro maestoso tratto da “The Silent Force”, salgono sul palco di un Live piuttosto gremito tra l’entusiasmo generale. Giusto il tempo di sistemarsi per i musicisti ed ecco l’attacco con l’intraprendente “Jillian” a rompere il ghiaccio; la bella e brava Sharon den Adel, catalizza su di sé tutti gli sguardi, ammaliando gli spettatori con la sua splendida voce, contornata da balletti improvvisati e il solito look sfarzoso d’altri tempi, tanto da nascondere per qualche minuto l’annunciata assenza del chitarrista Robert Westerholt per infortunio. Pur godendo di alcune parti campionate l’assenza del primo chitarrista della band si farà sentire eccome nell’economia del concerto senza nulla togliere alla più che buona prestazione degli altri musicisti. Trascinato dall’ugola impeccabile, perfetta nel cambiare registro dallo stile lirico a quello rock, della den Adel, il gruppo “orange”, coinvolge i numerosi fan con una scaletta ricca di pezzi recenti e molto catchy, che proprio in concerto vivono la loro miglior espressione. L’ultimo disco in studio viene proposto quasi interamente, con le ottime versioni di “The Howling”, “Our Solemn Hour” e la titletrack sugli scudi, senza dimenticare l’accesissima e coinvolgente “What Have You Done”, con Keith Caputo campionato che duetta con Sharon dallo schermo sullo sfondo del palco. Degne di menzione anche le impeccabili riproposizioni della bellissima “Angels” e dell’immediata “Stand My Ground”, assolute protagoniste del successo del precedente “The Silent Force”, vero e proprio trampolino di lancio per la band. Non potevano mancare i momenti di patos, regalati dalle toccanti esecuzioni di “All I Need” e “Forgiven”, apici emotivi in cui la voce della singer olandese si esprime in tutto il suo splendore. Dopo la canonica pausa segnaliamo ancora la chiusura affidata al classico “Ice Queen”, raro episodio retrospettivo tratto dall’ottimo “Mother Earth”, che sancisce la fine di un ottima performance grintosa e coinvolgente a dispetto delle difficoltà di formazione sopraccitate.
L’entusiasmo e la partecipazione del pubblico evidenziano il meritato successo finalmente raggiunto dai Within Temptation, band sfortunata nelle prime due release, che ha saputo reagire e uscire allo scoperto in virtù di qualità indiscutibilmente sopra la media.
Nonostante comprendiamo siano gli ultimi due dischi ad aver consacrato la band allo status attuale, dispiace constatare la totale assenza di brani tratti dal primissimo “Enter” nella set-list.

Report a cura di Teospire

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