Per la quarta volta in meno di 2 anni mi capita la fortuna di assistere a una delle band che
dal vivo apprezzo maggiormente: i teutonici Rage, accompagnati per l'occasione dagli
allegrissimi Freedom Call.
La band ha da poco pubblicato il bellissimo Speak of the Dead mentre i Freedom Call sono
ancora in tour per promuovere il loro "The Circle of Life" uscito lo scorso anno.
Entriamo nel locale che i Freedom Call son già circa a metà del loro set. Subito mi accorgo
che già un bel po' di gente si trova sotto il palco a cantare le canzoni del gruppo di Dan
Zimmerman e Chris Bay, canzoni dal forte coinvolgimento e facilmente memorizzabili cosicchè
anche chi non conosce bene il gruppo si può ritrovare a cantarle subito col resto dei
presenti. Zimmerman dietro la batteria si dimostra un metronomo per via della sua precisione
e Chris Bay un ottimo frontman, dotato di una notevole voce. Anche il resto del gruppo tiene
bene il palco e i pezzi proposti coinvolgono il pubblico ma personalmente già al secondo
pezzo hanno iniziato ad annoiare a causa della loro ripetitività. Comunque un buon gruppo
d'apertura che ha ben spianato la strada ai Rage, scaldando i fan.
Breve cambio di palco ed ecco il trio tedesco fare il proprio ingresso sul palco e attaccare
subito con la devastante title-track del nuovo Speak of the Dead, di cui viene eseguita solo
la prima parte che funge da intro per l'altrettanto devastante No Fear. I suoni sono già
buoni, forse con la voce un po' alta ma comunque nel complesso ben equilibrati. Peavy Wagner
saluta il pubblico e annuncia che sarà una serata con una setlist un po' diversa dal solito,
con pezzi raramente eseguiti dal vivo. Infatti dopo la strepitosa Down la band parte con Turn
the Page dal XIII, pezzo veramente ottimo e dall'accattivante ritornello. Da Welcome to the
Other Side vieng proposto un medley di I'm Crucified e Straight to Hell a cui segue l'assolo
di Mike Terrana che dà prova, oltre che di una tecnica eccelsa, di una simpatia fuori dal
comune rendendosi protagonista di trovate veramente divertentissime. Tuffo nel passato con le
veloci Enough is Enough e Baby, I'm your Nightmare, omaggio a chi apprezza più il vecchio
corso del gruppo. Ritorno al presente con l'esecuzione dell'intera Suite Lingua Mortis, il
lungo pezzo con l'orchestra che apre il nuovo album. Dal vivo si dimostra ancora meglio di
quanto già non sia su disco grazie a una potenza maggiore ed ad alcuni nuovi accorgimenti di
Terrana. Sicuramente il pezzo migliore del concerto. Ora tocca al chitarrista Victor Smolski
dare prova della sua abilità e lo fa con un assolo che lascia tutti i presenti a bocca
aparte, riuscento a mettere in un solo assolo tanti stili diversi e diverse tecniche
chitarristiche, facendoli però coesistere egregiamente. Il Compito di rappresentare
SoundChaser è affidato ad un altro medley con War of Worlds e Human Metal calorosamente
accolte dal pubblico. Un altro divertente siparietto con protagonista Terrana ci introduce
alla hit Don't Fear the Winter, sulla quale la band lascia il palco per tornarci poco dopo
richiamata a gran voce. Gli encore sono composti da Full Moon e Higher Than the Sky che
chiude un grande concerto.
Il trio è sempre più affiatato e ogni volta migliora sempre, sia come tenuta di palco che
come tecnica e potenza. E' incredibile che 3 sole persone riescano ad avere un tiro e una
potenza maggiore di band composte anche da 5 elementi. Una nota di merito va sicuramente a
Peavy Wagner che si è dimostrato molto migliorato come cantante. Sicuramente una riconferma
dello stato di salute di cui gode il gruppo!
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Report a cura di Simone Bonetti
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