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Sirenia - "Nine Destinies And A Downfall" (Nuclear Blast/Audioglobe)

Line up:

Morten Veland - voce, chitarra
Monika Pedersen – voce
Jonathan A. Perez – batteria
Björn Landa - chitarra
 

voto:

7
 

recensione

I Sirenia, combo norvegese, arrivano con questo album alla loro quarta produzione (tenendo conto dell’Ep del 2004 ) e arrivano nettamente alla loro piena maturità compositiva /esecutiva ( il seppure bello e interessante “At sixes and seven” mostrava ancora sfaccettature che dovevano andare ad essere limate).
Devo ammettere di essere spesso in difficoltà nel recensire dischi del genere… come ben spesso ho dichiarato non sono un grande estimatore del gothic metal, non tanto per i suoni e le atmosfere – che spesso anzi apprezzo e riescono a colpirmi,prendermi – ma più che altro per la ripetitività, monotonità e spesso noiosità delle composizioni stesse. Ma dall’altra parte non posso negare che questo sia un bel disco,con suoni perfetti – le chitarre sono belle pastose e la sezione ritmica ha un suo spazio ben definito – e degli ottimi arrangiamenti: davvero complimenti!! Finalmente un po’ di gusto nell’utilizzo di keys e violini ma, ahimè, eccessivo utilizzo dei cori… e questo è un peccato perché quello che poteva essere un punto a loro favore diventa invece un’arma a doppio taglio… Nell’album inoltre non mancano melodie molto catchy e a tratti quasi “allegre” rispetto alla musica proposta in precedenza dalla band capitanata da Morten Veland, ex mastermind dei Tristania.
Questo “Nine destinies and a downfall” è un disco piacevole, epico e atmosferico, con quelle influenze heavy e gothic rock che rendono molto accattivanti alcuni brani (“My minds eye” –miglior brano dell’album, non a caso scelto come singolo dello stesso - e “Sundown”) ma che purtroppo trova i suoi limiti nella ripetitività dello schema dei pezzi e nella voce un po’ impersonale della singer Monika (proprio non mi piace! non mi da nulla…). Tanto di cappello invece al lavoro sia alle 6 corde che alle 2 corde (vocali) di Morten… la sua voce calda e sensuale riesce a traformarsi in un ottimo growl, per nulla sforzato e anzi carico di molto patos… forse se la band abbandonasse voci femminili e qualche tastiera/coro – senza però eliminare le splendide influenze epicheggianti) e svoltasse verso direzioni più estreme potrebbe fare il salto di qualità…
Consigliato ai curiosi e ai veri amanti del genere…

Recensione di Rig ap Brig

tracklist

  1. The Last Call
  2. My Mind's Eye
  3. One By One
  4. Sundown
  5. Absent Without Leave
  6. The Other Side
  7. Seven Keys And Nine Doors
  8. Downfall
  9. Glades Of Summer

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