Quella che vi presentiamo oggi è una raccolta che propone un Uli Jon Roth a 360 gradi, chitarrista tedesco forse non molto noto ma che per alcuni anni ha militato in uno dei più famosi gruppi rock di fama mondiale, gli Scorpions.
Il best appena uscito ripercorre un po’ tutta la carriera solista dell’ex Scorpions, il quale ha curato personalmente la tracklist di questo doppio album per offrirsi al pubblico sotto tutti gli aspetti del suo stile cercando di creare una certa logica nel posizionamento delle varie tracce.
Troviamo brani scritti a partire dal ’78 e altri composti in tempi più recenti, tutti ricchi di un elemento fondamentale per il genere proposto dal noto axeman, la melodia; i temi di chitarra sono presenti ovunque mentre la parte ritmica risulta sempre in secondo piano, se non addirittura inesistente.
Tra i 41 brani troviamo molti riarrangamenti di brani di altri chitarristi o compositori classici, come ad esempio Bach, Vivaldi e Puccini, reinterpretazioni che a mio parere a volte “rovinano” la composizione originale rendendo il pezzo freddo o stravolgendolo come nel caso di Bridge To Heaven che presenta la melodia del Nessun Dorma con un nuovo testo, l’esecuzione canora è buona ma ascoltare un testo che va a modificare un motivo di quel calibro a mio avviso non migliora affatto la canzone, per non parlare poi del suono secco e pungente delle chitarra elettrica che in chiusura entra a disturbare la calda atmosfera creata dall’orchestra.
Tra le cover troviamo anche due pezzi di Jimi Hendrix, Voodo Child e Little Wing mentre tra i brani di Roth direi che al primo posto si posiziona Tod und Zerstörung, canzone in tedesco con linea vocale e orchestrazione maestose.
Un’altra impressione che ho avuto ascoltando questo chitarrista è quella del musicista che cerca di andare oltre le proprie potenzialità, non intendo sminuire il valore artistico di Roth però a volte mi sembra che sotto l’aspetto esecutivo il suddetto musicista incontri delle difficoltà andando a suonare passaggi che non gli competono; questa rimane comunque una mia opinione.
Alle registrazioni del disco prende parte un folto gruppo di musicisti, da cantanti a suonatori di strumenti ad arco, tutti assieme per accompagnare la creatività di Roth, al quale bisogna infine attribuire il merito di essere stato uno dei primi ad inserire elementi classici nella musica rock, da cui molti hanno tratto spunto negli anni seguenti.
Recensione di Mattia Berera
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