Questo “The call of the wretched sea” rappresenta il debutto per gli Ahab, terzetto tedesco che propone un funeral doom (estremamente lento e con cantato death) di atmosfera (ottimo lavoro delle tastiere che spesso danno un tocco in più al tutto,allontanando dalla monotonia e dalla noia il disco ),ossessivo e molto angosciante.
Sì perché è l’angoscia a fare da padrone in questo disco,che risulta essere un concept ispirato dal romanzo “Moby Dick” di Herman Melville. E così come il libro, anche il disco segue un andamento discontinuo (ritmi lenti e tempi oppressivi vengono ogni tanto interrotti da sfuriate che attraversano le terre del death e ben si sposano con il cantato) che rimanda molto alle onde minacciose presenti sia in copertina che in tutte le menti di chi ha letto Moby Dick (o di chi ha visto il film,ovvio !).
Musicalmente gli Ahab mi ricordano molto i Katatonia di “Dance of December Souls” e “Brave Murder Day” ,soprattutto in “The hunt” e “Old Thunder” (quest’ultimo forse il miglior pezzo del disco).
Produzione non certo eccezionale (con batteria farlocca ! ) ma accettabile; la voce di Daniel ben si adatta alla musica anche se ogni tanto risulta forse troppo cupa ,chiusa … ma questi sono gusti.
Alla fin fine un buon lavoro(ad essere sincero forse uno dei migliori dischi di doom degli ultimi anni …e in più è un debuct !! ) che trova il suo limite nello stesso genere proposto e che sicuramente mi sento di consigliare solo ai suoi amanti e,perché no,anche ai curiosi con nervi saldi e non psicolabili …
E in attesa di un nuovo loro disco spegnete le luci,rilassatevi e immergetevi in questo oceano di tristezza …
Recensione di Rig ap BRIG
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