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recensione

I Neon nascono dall'incontro di Glauco e Marco nel 2000 che presto completano la line-up per un gruppo thrash, ispirato dai primi lavori di Sodom e Kreator. Percorso abbandonato quando i due fondatori si ritrovano soli e allora decidono di cambiare rotta, virando verso un tipo di metal chiaramente influenzato dai canadesi Voivod. Echoes è il loro secondo EP, uscito ad un solo anno di distanza dal precedente Mental Voyage.
Già nell'iniziale Echoes of Rebirth si sente la pesantissima influenza dei Voivod sulle composizioni del gruppo, infatti il brano segue la via dei brani dello storico The Outer Limits, quindi un metal suonato in maniera molto particolare con delle melodie ricercate. La somiglianza alle volte è veramente troppa, con ovviamente le dovute proporzioni. La seguente Orange Hate è più influenzata dal thrash di matrice tedesca (Kreator su tutti) della precedente e può ricordare i primi lavori della band canadese anche se la voce di Glauco è più cattiva di quella di Snake. Le altre tre tracce non si discostano molto dalle prime due, restando costantemente in bilico tra il suono dei canadesi e i lievi accenni al thrash tedesco. Questo è indubbiamente il punto debole del disco, il voler troppo emulare altri gruppi cercando di calarsi completamente nella parte. Il duo dimostra di sapersela cavare come songwriter e come esecutori ma fin quando non riusciranno a scrollarsi di dosso la voglia di rifare a tutti i costi ciò che è già stato fatto dai Voivod non riusciranno ad emergere se non come una mera copia. Le intenzioni buone ci sono, alcuni frangenti risultano più personali ma si perdono in un mare di pezzi che sanno di già sentito. Il consiglio alla band è quello di seguire non la musica dei Voivod ma la loro voglia di sperimentare, di trovare nuove strade.

Sito web: http://xoomer.alice.it/n3on/

Recensione di Simone Bonetti

tracklist

1. Echoes of Rebirth
2. Orange Hate
3. Metamorphosis
4. Horror Hotel
5. Celestial Ecstasy