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Stonegard - "Arrows" (Candlelight/Audioglobe)

Line up:

***
***
***
 

voto:

9
 

recensione

Gli Stonegard, provengono dalla fredda Norvegia e dopo anni di attesa da parte del pubblico, riescono finalmente ad uscire con il loro primo full length.
Che il gruppo in questione sia in gamba lo si vede già da chi ha scelto di produrre il loro Arrows: niente popò di meno che Daniel Bergstrand, gia produttore di In flames e Meshuggah. Inoltre, i nostri l’estate scorsa sono stati ospiti di due importantissimi festival in Inghilterra e in Svezia, e hanno avuto la fortuna di accompagnare in tour mostri sacri della nostra musica prediletta quali Slipknot, Black Sabbath e System of a down.
La particolarità di Arrows è che contiene 10 tracce, che però sono state tutte spezzate in molteplici parti duranti pochi secondi l’una. Questa particolare strutturazione delle canzoni, non incide minimamente sulla qualità dell’album: quando la mini traccia finisce, incomincia subito l’altra in modo che l’ascoltatore non percepisca nessuna interruzione. Poi quando la canzone finisce sul serio, vi è una breve pausa. Tutto come un album normale insomma.
Il perché di una scelta così bizzarra lo ignoro, ma non nego che dia al disco un tocco di originalità e perché no, di unicità. Non si provi però ad ascoltare Arrows in modalità random: si potrebbe capirci poco.
Musicalmente, gli Stonegard non è che inventino poi molto: il loro sound è un hard rock ottantiano, seminale ed essenziale, senza troppi fronzoli e completamente privo di tastiere e di inserti elettronici.
L’essenzialità di questo disco, non toglie il fatto che gli Stonegard ci sappiano decisamente fare e nonostante restino nei canoni dettati da decine di gruppi nei tre decenni passati, riescono comunque ad essere godibili ed originali. Anche perché alle melodie potenti del hard rock sanguigno e schietto, hanno saputo aggiungere delle sonorità puramente death metal. Naturalmente sto parlando del bel death metal potente, melodico ed orecchiabile al lo stesso tempo tipico dei gruppi di origine scandinava.
Dunque a canzoni in pieno stile anni ottanta, se ne alternano altre molto più veloci e possenti. Il tutto condito dalla splendida voce del singer. una voce potente e al vetriolo che a tratti ricorda lontanamente Lemmy dei Motorhead e che perfettamente si abbina al progetto Stonegard.
Arrows ha decisamente tutte le carte per sfondare in quanto può essere apprezzato da larghi strati della popolazione metallica. E credo che dopo averlo ascoltato (senza random), difficilmente si riuscirà a toglierlo dallo stereo di casa o dall’autoradio. Buon ascolto.

Recensione di Elisa Mattei

tracklist

  1. Ghost circles
  2. Arrows
  3. Hunter
  4. At arms length
  5. Resistance
  6. The white shaded lie
  7. Triggerfinger
  8. Barricades
  9. Goldbar
  10. Darkest hour

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