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Scavenger - "Where Mind, Tech And Flesh Become As One " (Red Room Records/***)

Line up:

Marco Massini – chitarra
Federico Legrenzi – voce
Michele Agostani – basso
Alberto Quistini - batteria
 

voto:

7
 

recensione

Ecco provenire dalla bergamasca una band che dalle sonorità sembrerebbe di origine statunitense. Gli Scavenger, a due anni dal primo demo Thirsty For Knowledge, si presentano nell’aprile 2006 con l’album d’esordio “Where Mind, Tech and Flesh become as one”.
Il quartetto propone un death metal con venature moderne date da qualche spolveratina di hardcore. Otto pezzi compongono il disco, di cui 2 strumentali, “A saviour in a narrow-minded age” è un intermezzo costruito su suoni computerizzati e tastiere, in “Mizar” è invece la chitarra acustica a far da padrona alleggerendo un po’ la pesante atmosfera. Come dichiarano anche i compnenti del gruppo, ascoltando il disco si può facilmente riconoscere chi per tanti anni è stato il loro ‘insegnante’, sia sotto l’aspetto musicale che per quel che riguarda le liriche troviamo l’influenza dei Death, creatura del prolifico Chuck Schuldiner.
Per quel che riguarda l’aspetto strumentale incontriamo dei brani accuratamente articolati, cambi di tempo, riff e passaggi abbastanza tecnici segnano lo stile di questi giovani ragazzi classe ’88 e ’84. La traccia stumentale “Mizar” ricorda vagamente, soprattutto nella parte più ritmata, “Voice of the soul” dei Death, la quale svolge la medesima funzione rilassante.
Anche i testi non segueno una struttura metrica precisa e al loro interno troviamo velate citazioni – it’s not a test of power, secret face – che ancora una volta fanno riferimento alla band statunitense.
Riff validi nascono dalle 6 corde di Massini il quale si concentra maggiormente sulle ritmiche tralasciando l’aspetto solista, scelta legittima dato che i brani si presentano completi così come sono stati scritti senza pertanto far sentire la mancanza di assoli. Anche la sezione ritmica sa il fatto suo, il drummer Quistini si diletta in passaggi a volte ricercati, tuttavia quando c’è da tirare assieme al compagno Agostini egli si fa valere assumendo il comando della locomotiva.
Le corde vocali di Legrenzi si dedicano costantemente a un growl dalle tonalità medio-basse, andando a volte a proporre un cantanto più gridato accentuando così la componente hardcore.
Direi che la produzione, curata dal gruppo e da Lucky Chiva presso gli studi 17 Music, è buona, tenendo in considerazione che “Where Mind, Tech and Flesh become as one” è il primo album di questa band di Clusone.

Recensione di Mattia Berera

tracklist

  1. Andy Got Lost
  2. The Art Of Deception
  3. Monster At Heart
  4. A Saviour In A Narrow-Minded Age
  5. Forensic Awareness
  6. Return
  7. Mizar
  8. Technolorgy

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