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Hellfueled - "Volume 1" (Black Lodge/Audioglobe)

Line up:

Joke: Guitars
Kent: Drums
Henke: Bass
Andy: Vocals
 

voto:

6,5
 

recensione

Il titolo del primo full lenght degli Hellfueled dichiara apertamente le fonti di ispirazione del gruppo, infatti il rimando a “Volume 4” dei Black Sabbath è evidente e lo stile delle canzoni non tradisce le premesse. L’opening track dal titolo “Let Me Out” è l’esempio più brillante di tutto l’album, lo stile del cantato richiama quello del caro vecchio Ozzy e quello della chitarra ricorda Mr. Wylde, senza però eccedere nelle somiglianze; l’ energia espressa da questo pezzo ben dispone all’ascolto di tutto il disco. In “Midnight Lady” lo stampo si avvicina molto a quello sabbathiano dei primi tempi, il chorus ha un buon trasporto rispetto ad una canzone che non spicca per fantasia. “Second Deal” è il primo pezzo dove si manifesta più apertamente la personalità del gruppo, assumendo sonorità più moderne e miscelando incisività con senso melodico. Al quarto posto troviamo “Someone Lives Inside” che si sposta sulle tonalità più tipiche dell’ hard rock, la voce, più che negli altri casi non trova il modo migliore di valorizzare la composizione strumentale. “Eternal” ed in particolare il suo inizio ritorna su uno stile più vintage, non c’è un’ eccessivo spreco di fantasia nella composizione di questo pezzo, ma l’ apertura melodica che si inserisce circa a metà della canzone ne risolleva le sorti. “Mindbraker” parte subito con una certa dose di energia che viene mantenuta per tutta la song, questo pezzo si inserisce alla perfezione nel contesto dell’ album, ma si eleva rispetto alle altre. Segue una “Sunrise” che si articola in un alternarsi di ottime intuizioni con parti per nulla fantasiose, il risultato è una canzone che non lascia molto. “Live My Life” è probabilmente la canzone più piatta dell’ album, non vengono infatti espresse emozioni riconoscibili. Evidentemente quando è stata composta questa canzone la vita del gruppo non era delle più movimentate. Adesso troviamo “Rock ‘N’ Roll”, il cui arrangiamento scorre senza vergogna né merito e perciò non rende assolutamente lo spirito dirompente del rock ‘n’ roll. La voce che in questo caso potrebbe ricoprire un ruolo ancora più importante permane invece nell’ ombra. “Break Free” in cui è riconoscibile una lieve influenza di derivazione Mercyful Fate presenta una miscela tra questo stile, quello dei Black Sabbath (che continua ad essere presente in ogni composizione) e quello più personale del gruppo, trovando un felice connubio (o menage à trois) e diventando una delle canzoni più caratteristiche del disco. Nella conclusiva “Hunt Me Down” manca il gran finale, sono presenti buoni spunti, ma sono sporadici e purtroppo non vengono ben sviluppati. Per essere l’album di debutto (se non contiamo una serie di demo precedenti) è un lavoro fatto piuttosto bene, attraverso le canzoni il gruppo riesce ad esprimere una propria identità che però rimane in linea con la propria formazione musicale, ben curati sono soprattutto la timbrica dei suoni e il modo in cui gli assoli di chitarra valorizzano ciascuna canzone, risulta un po’ carente la voce. L’idea di inserire del materiale biografico ed alcune foto è senz’ altro buona, peccato che la cura con la quale questo materiale è stato redatto sia alquanto carente.

Recensione di Lorenzo Canella

tracklist

Archivio Foto

 

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