Devin Townsend è un personaggio che da sempre sorprende per le sue creazioni, costantemente all'avanguardia e differenti le una dalle altre. La The Devin Townsend band è nata come antitesi degli Strapping Young Lad, per compensarne la violenza Strapping Young Lad e infatti questo Synchestra è l'opposto di Alien, uscito l'anno scorso. Se in Alien abbiamo trovato canzoni violentissime ed estreme sotto ogni punto di vista qui troviamo tonnellate di melodie e le più disparate influenze, il tutto presentato in un unico lungo brano di 65 minuti, diviso in 14 tracce per comodità di ascolto. Il lungo viaggio (solo così può essere definito l'ascolto di questo disco) può essere diviso in 2 parti: la prima, più melodica e acustica mentre la seconda è più pesante ed elettrica. La parte che colpisce di più l'ascoltatore è la prima perchè è quella più strana, più particolare e più di piacevole ascolto. Dall'iniziale acustica Let It Roll alla più tesa Triumph (in cui fa un'apparizione Steve Vai), inframmezzata da uno stacco country veramente azzeccato, all'accoppiata Vampolka/Vampira Devin da il meglio di se, sorprendendo per l'ottimo gusto melodico e per gli ottimi arrangiamenti. Anche la prova vocale è sopra le righe, con anche qualche inserto di scream e growl che ben si adattano al contesto. Anche in completo contrasto con gli Strapping è l'umore di fondo di questo album: tanto gli Strapping sono oscuri e pessimisti tanto questo Synchestra è solare e ottimista.
La seconda parte del disco risulta più ostica della prima a causa di pezzi forse non proprio riusciti e alle volte troppo ripetitivi rispetto alla prima parte. Ovviamente la mano di Devin (e in questo caso anche di tutto il resto del gruppo, in quanto autore di un prova veramente ottima) si sente in ogni singola nota, ma quello che manca è un po' la freschezza della prima metà, anche se si lascia piacevolmente ascoltare e rimane comunque al di sopra di tante uscite odierne. Da citare l'interessante Notes from Africa, che riprende a tratti le atmosfere dell'inizio del disco così da chiuderne il cerchio. Interessante anche la ghost track Sunshine And Happiness, una canzone veramente allegra e divertente.
In fin dei conti un ottimo lavoro che viene in parte penalizzato dalla parte finale e in parte anche dai suoni, forse troppo taglienti per un genere così melodico.
Recensione di Simone Bonetti
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.