Dopo alcuni anni di silenzio ecco ritornare sulle scene anche i Theatre of Tragedy. Avevo molto apprezzato il loro ultimo disco in studio, Assembly per cui ero molto curioso di sentire che strada avrebbero preso dopo la svolta elettronica che era avvenuta con Musiquè. L'album segna inoltre il debutto discografico di Nell, che ha sostituito l'ex Liv Kristine. Dal punto di vista vocale Nell rimpiazza perfettamente la ex frontwoman ma riesce comunque a portare qualcosa di suo e non esserne una mera copia. Dal punto di vista musicale invece la band ha relegato l'elettronica in secondo piano rimettendo delle potenti chitarre a sostenere il tutto. L'unica cosa rimasta dal periodo elettronico sono gli effetti sulla voce di Raymond che la rendono sempre più robotica, ma adatta al contesto.
Peccato che il promo in mio possesso contenga solo due canzoni complete mentre le altre sono tutte accorciate e sfumate una nell'altra rendendo veramente arduo valutare appieno l'opera. Il disco è aperto da Storm, che parte tranquilla con un bel giro di piano e l'ottima voce di Nell che anticipa il tema del ritornello, prima di svilupparsi in un potente mid-tempo con un ottimo e melodico refrain. In Silence è protagonista la voce di Raymond su una base pesante con lievi sfumature elettroniche, mentre Nell interviene nel ritornello. Ashes and Dreams parte più sinfonica per poi evolversi in un'ottimo duetto tra i due cantanti. Fade è il pezzo che di più ricorda il precedente album, per via dell'atmosfera melanconica data dall'ottima prova di Nell e dal tastierista Lorentz Aspen. Begin & End è un pesante mid-tempo dotato di un ottimo tiro che sicuramente diventerà una hit dal vivo. Da sottolineare, come si nota anche gli altri pezzi, l'ottima cura degli arrangiamenti e delle melodie. Senseless e Exile risultano i brani più influenzati dall'elettronica, ben amalgamata con le pesanti chitarre assolute protagoniste di questo album. Anche gli altri pezzi son dei buoni brani, gli anni di attesa sono stati ripagati da 10 ottimi brani, senza filler ma solo pezzi curati nei minimi dettagli e ognuno differente dagli altri. Produzione come sempre perfetta, con suoni non troppo finti come accade a tante produzioni ultimamente, ma belli pieni e potenti. Nell si dimostra un'ottima sostituta, non facendo assolutamente rimpiangere Liv Kristine ma dimostrando alle volte addirittura migliore.
In conclusione un ottimo ritorno, anche se meno innovativo dei precedenti ma particolare per via della pesantezza atipica per il gruppo, risulta un album gradevole che sarà sicuramente apprezzato fan del vecchio corso.
Recensione di Simone Bonetti
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