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Bolt Thrower - "Those Once Loyal" (Metal Blade/Audioglobe)

Line up:

Thomas Barry - Guitar
Ward Gavin - Guitar
Bench Jo - bass
Kearns Martin - drums
Willetts Karl - vocals
 

voto:

9
 

recensione

Tutti al riparo comincia la guerra! Le sirene stanno già suonando e a peggiorare le cose Sono tornati i Bolt – Thrower che con la loro tredicesima fatica si rifanno vivi dopo quattro anni di assenza. Infatti, il loro ultimo album, risale al 2001. Ma ora sono qui e che la battaglia abbia inizio. Il loro ultimo album, si chiama Those once loyal ed è un vero e proprio inno alla guerra fin dalla copertina: in essa è ritratto un dettaglio di un monumento ai caduti inglesi della prima guerra mondiale. Ascoltando l’album non si può non notare che questa foto rappresenta alla perfezione l’essenza di Those once loyal. Ma prima di parlare del contenuto di questo tredicesimo disco, è d’obbligo dire che esso riscatta completamente la band dai parziali buchi nell’acqua degli ultimi anni: Mercenary (1998) e Honour – Valour – Pride (2001). Sicuramente sono stati aiutati anche dal fatto che il generalissimo Karl Willets (storico frontman dei Bolt – thrower che aveva lasciato il gruppo qualche anno fa), è tornato fra le loro fila. Dunque ora la loro potenza di fuoco è al massimo. Adesso oltre che a degli ottimi musicisti, nel gruppo c’è (di nuovo e soprattutto finalmente) una voce formidabile. Perfetta per il genere proposto dal quintetto: una miscela di death metal e di thrash che ricorda molto quello ottantiano della bay area. La voce di Karl, è una cosa impressionante, così ruvida, catarrosa e possente, che sicuramente dona ai Those once loyal quel qualcosa in più rispetto a molte band che si cimentano in questo genere. Difatti, il growling di questo singer è così diverso da quello di molti altri cantanti, che negli appassionati di death metal e simili non può che lasciare il segno. Mi sa che i sopracitati fan che leggeranno questa recensione e si lasceranno convincere ad acquistare Those once loyal, ne rimarranno folgorati. E non solo per il vocione di Karl, quello è solo una parte dell’album. Anche le musiche fanno la loro bella figura e contribuiscono a rendere quest’album grandissimo. I reef, sono autentici muri di granito (si noti che nel platter c’è pure una canzone con quel nome, più che azzeccato direi), le linee di basso, non sbagliano un colpo e sono impeccabili. La batteria crea un perfetto fuoco di retrovia per una battaglia che i Bolt – trower hanno già vinto. Ma non c’è posto solo per la violenza, le tracce, sono molto variegate fra loro: infatti, a brani che ti acchiappano di più con il loro bel ritmo quasi orecchiabile, ve ne sono altre che spaccano tutto e non hanno la minima intenzione di lasciare prigionieri.
E i testi? I testi sono stati ispirati da fatti realmente accaduti nella prima e nella seconda guerra mondiale. I musicisti si sono recati personalmente sui luoghi dove ebbero luogo le battaglie cruciali dei due conflitti per lasciarsi ispirare la meglio. Infatti il risultato è stato ottimo e dopo avere ascoltato questo album, si può imbracciare il fucile, indossare mimetica e casco, e partire per la guerra. Tanto con al fianco cinque veterani come i Bolt – thrower e con Those once loyal come colonna sonora, non potrete essere sconfitti mai.
Bisogna proprio dire che questo album ha veramente tutto, anche un 9 su holy metal.

Recensione di Elisa Mattei

tracklist

  1. At first light
  2. Enterched
  3. Granite wall
  4. Those once loyal
  5. Anti – Tank (dead armour)
  6. Last stand of humanity
  7. Salvo
  8. When cannons fade

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