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Absolute Steel - "Womanizer" (Black Lotus Records/Audioglobe)

Line up:

K2 – Lead Vocals
Dave Bomb – Lead Guitar / Backing Vocals
Andy Boss – Lead Guitar / Keyboards / Backing Vocals
Dr. Schmutz – Bas Guitar / Backing Vocals
Rick Hagan – Lead Drums / Percussion / Backing Vocals
 

voto:

8
 

recensione

Ritorno discografico per gli Absolute Steel, formato nel 1999 da un gruppo di ragazzi che avevano un unico amore: il Metal anni ’80. Cercando di stare ben alla larga dall’ideologia del cosiddetto “True Metal” e provando le loro qualità con canzoni che miscelano Hard Rock ed Heavy Metal, sono diventati una cult band in Norvegia.
La band ama definire la propria musica “Party Metal”: dato che il Metal degli eighties è sempre stata la miscela ideale per una bella festa, il gruppo vuole mantenere questa tradizione. Dopo aver prodotto nel 1999 un demo intitolato “Absolute Steel” e, nel 2001, il singolo “We sentence You To Death (Even If You Are Innocent)” si sono accasati presso l’etichetta norvegese Edgerunner Records e, nell’anno 2002, hanno pubblicato il loro album di debutto “The Fair Bitch Project”.
L’attività live del gruppo li ha resi molto popolari, in particolare per il loro modo “originale” di stare on-stage: i loro show erano pieni d’elmetti di Puro Metallo, effetti pirotecnici a volontà, ragazze che fanno lo strip-tease ed altre sorprese che venivano scelte prima d’ogni spettacolo. Per non parlare dei leggendari duelli chitarristici tra le due asce del gruppo Andy Boss e Dave Bomb. Dopo aver dato alla luce la prima versione di “Womanizer”, il gruppo fu licenziato dalla Edgerunner e si accasò presso la Black Lotus, che ha curato la produzione finale del loro secondo album “Womanizer” e la riedizione del primo. Per capire quanto quest’album sia un invito a festeggiare, basta dare un ascolto a brani come “High Heels And Fishnet Stockings”, “Beerrun”, “Kick”, “Deeper”, “Too Slow Above” e “Deliverance”, pezzi che fanno tornare in mente gli Accept degli esordi, con i loro riff granitici e coinvolgenti creati da Boss e Bomb, capaci di provocare un headbanging furioso anche in un reparto geriatrico, ed i cori che entrano subito in mente, creati appositamente per essere urlati a squarciagola in sede live. E poiché, in ogni festa che si rispetti, i momenti dei cosiddetti “lenti” arrivano sempre, ecco che il gruppo ci regala le splendide “Rough Love (Tender Heart)” e “Juicy Lucy”, due ballad in pieno stile anni ’80, con ritmi cadenzati e melodici, con un cantato caldo e coinvolgente, capace di fare venire la pelle d’oca anche al black metaller più estremista. Ottimi i solo centrali, senza dimenticare il titanico lavoro della sezione ritmica curata da Dr. Schmutz e Rick Hagan. Chiude questo gioiello “Opus Suite”, una vera cavalcata metal, un brano strumentale di rara potenza in cui le chitarre di Boss e Bomb si esprimono nella loro piena potenza, sostenuti dal resto del gruppo. Un ottimo brano strumentale per chiudere un album stupendo.
Un cd che non si può non avere nella propria collezione. Consigliato praticamente a tutti, senza alcuna controindicazione. Un toccasana per ogni tipo di malessere.
Non resta che attendere la calata in Italia del combo norvegese per prendere parte alla festa. Concludo con una frase cara ai mitici Kiss “Raise Your Glasses” e “Rock And Roll All Nite, Party Everyday”.

Recensione di Donato Tripoli

tracklist

  1. High Heels and Fishnet Stockings
  2. Beerrun
  3. Kick
  4. Rough Love (Tender Heart)
  5. Deeper
  6. Juicy Lucy
  7. Too slow Above
  8. Deliverance
  9. Opus Suite

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