Era da tempo che non si sentiva parlare di nuovi lavori in studio firmati Nuclear Assault, i quali dopo Something Wicked del 1993 decisero si porre fine al loro assalto nucleare.
Quando nel 2002 si pianifica una reunion provvisoria per prender parte ad alcuni concerti la band si rende conto che una vasta fetta di pubblico è ancora desiderosa di essere alimentata con la loro musica e così la reunion diventa ufficiale e ricomincia un’intensa attività live; uno dei tanti concerti viene registrato e nel 2003 viene offerta ai fan la possibilità di verificare anche nello stereo di casa le condizioni dei rinati thrasher statunitensi.
Putroppo a causa d’impegni familiari il chitarrista Anthony Bramante (presente sin dalla formazione originale) lascia i compagni di viaggio e viene rimpiazzato da Erik Burke.
Quindi dopo un periodo di training dal vivo durato circa 3 anni il quartetto si chiude in studio per partorire 13 nuovi brani che costituiscono questo Third World Genocide.
Riff thrash molto classici costituiscono l’80% dell’album a dimostrazione che il gruppo non si è raddolcito durante gli anni e non ha abbandonato le sue radici che l’hanno portato a raggiungere una certa notorietà.
Le canzoni che si discostano maggiormente dallo stile del disco sono Whine And Cheese, un pezzo con tutte le carte in regola per essere definito punk, e Long Haired Asshole, un divertente brano come quelli che si potevano ascoltare al Boar’s Nest, stile countryegginate con tanto di melodia di mandolino.
In generale direi che l’album è abbastanza interessante, adatto per quelli che vogliono gustarsi un thrash standard ma non velocissimo, un sound thrash favorito anche da una produzione che non ha optato per suoni perfetti e superpompati utilizzati da molti negli ultimi tempi, ma per un suono chiaro e allo stesso tempo grezzo al punto giusto. L’unico difettuccio per quanto riguarda l’aspetto audio ritengo sia il volume della batteria, in alcuni punti leggermente alto rispetto agli altri strumenti.
I Nuclear Assault sono stati particolarmente produttivi dato il numero dei componimenti proposti in questo disco, forse 13 brani potrebbero sembrare troppi per un album thrash ma considerando la presenza di pezzi aventi una durata di poco superiore ai 2 minuti il disco raggiunge una durata complessiva di circa 40 minuti e quindi il suo ascolto non stanca affatto.
Recensione di Mattia Berera
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.