Una nuova band tenta di emergere dal panorama musicale italiano. "The day of Pain" è lo
strumento con cui i Natrium iniziano la loro scalata, pur avendo diversi demo alle spalle,
quest'album è il primo prodotto destinato ad un pubblico di più ampia scala.
Il genere proposto, Thrash con venature Bay Area ma dal cantato più simile a band di ceppo
germanico, non ha più molto da dire, l'importante è quindi che lo si dica bene ed i Natrium
dimostrano di saperci fare. Sugli screaming e su alcuni riff di chitarra il combo ricorda i Node di
"Sweatshops" e di conseguenza, le band che hanno influenzato il combo meneghino, Carcass in
primis.
Resta tuttavia Thrash il marchio principale della band, che dimostra buone capacità tecniche
soprattutto per quanto riguarda le chitarre.
Devo dire che comunque la formazione sarda si esprime meglio sulle parti più veloci, perdendo
invece mordente su ritmiche più lente, come in "Brain Sight". Buoni lavori, adatti da proporre in
sede live, sono a mio avviso "Last Prophecy", la opener "Burning in My Stake" e la conclusiva
"Scythe" che pare avere una marcia in più.
La produzione invece non si può dire certo delle migliori, i suoni dei vari strumenti e delle vocals
si distinguono perfettamente ma personalmente ritengo che i volumi delle chitarre siano troppo
bassi e lasciando così lo strumento principale in secondo piano in più di un occasione.
Ciò nonostante siamo decisamente di fronte ad un buon punto di partenza, si può ancora
lavorare per migliorare alcuni aspetti ma il percorso intrapreso dai Natrium è quello giusto.
Website: www.natriumband.com
Recensione di Paolo Manzi
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