Le canzoni dei Blind Guardian sono sempre state caratterizzate da tematiche epic e fantasy e, come si può intuire dal titolo del disco, questa volta il lavoro dei 4 bardi di Krefeld è basato su un’opera di J.R.R. Tolkien. Non è la prima volta che tematiche tolkeniane vengono riproposte dai BG nei loro album, ma questo omaggio a Tolkien (l’album è dedicato proprio allo scrittore) è di gran lunga uno dei migliori lavori della band. Il disco è un concept basato su “Il Silmarillion” una delle ultime opere del grande scrittore, che è una sorta di bibbia o più semplicemente un libro storico in cui è narrata la creazione del mondo, gli avvenimenti più importanti e le grandi battaglie della terra di mezzo, sino ad arrivare alle vicende relative a “Il Signore Degli Anelli”. Ritornando sul disco, i pezzi sono quasi tutti introdotti da una breve traccia che funge da aggancio alla canzone e spiega ciò che sta accadendo nella Terra di Mezzo. L’album è composto infatti da ben 22 tracce 10 delle quali sono intro più una outro.
L'album si apre con "War Of Wrath" un intro che ci porta subito sui campi di battaglia e che prosegue con due voci che dialogano fra loro (Morgoth e Sauron), a seguire “Into The Storm” pezzo caratterizzato da una batteria molto potente e dal ritmo veloce. L’album alterna pezzi lenti come la stupenda “Nightfall” e l’altrettanto bella “Blood Tears” a pezzi più veloci come “The Curse Of Feanor” ma soprattutto “Mirror Mirror”, che è stato anche il singolo dell’album, dove è la batteria di Thomas “The Omen” Stauch che si fa sentire notevolmente così pure come in “When Sorrow Sang” e “Time Stands Still(At The Iron Hill)”, da segnalare l’ottima ballad “The Eldar” e “Noldor”, la prima quasi una ninna nanna dove la voce di Hansi Kürsch diventa melodica e perde il tono più duro che si può ascoltare ad esempio nei pezzi sopraccitati mentre la seconda si tratta di una canzone lenta dai toni molto epici. Degne di nota anche Thorn e When Sorrow Sang, pezzo da antologia del power metal; da segnalare in chiusura la stupenda “A Dark Passage” degna conclusione del disco. Tutti i titoli sono di ottima fattura e l’intero lavoro è concepito con intelligenza e maestria dai Blind Guardian;. In conclusione ne consiglio l’ascolto, oltre ai fan di Tolkien e della terra di mezzo, anche a chi non ascolta il power/epic perché questo disco è una pietra miliare del metal.
Recensione di Luigi “Sakuragi” Floris
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