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Beyond the Embrace - "Insect Song" (Metal Blade Records/Audioglobe)

Line up:

Shawn Gallagher -Throat, Keyboards
Oscar Gouveia - Lead, Harmony, & Acoustic Guitars
Jeff Saude - Rhythm & Harmony Guitars
Alex Botelho -Rhythm, Harmony, & Acoustic Guitars
Adam Gonsalves - Bass
Kevin Camille - Drums
 

voto:

7,5
 

recensione

Quando mi sono trovato davanti questo cd (con una cover di dubbio gusto) e l’ho inserito nel lettore per la prima volta, sono rimasto invece piacevolmente sorpreso, per poi apprezzare sempre più con l’ascolto il lavoro del gruppo americano. Questo è il secondo album della band e se il precedente “Against the Elements” è stato etichettato come clone degli In Flames, stavolta pur mantenendo l’influenza evidente del gruppo di Anders Friden la band fonde il death aggressivo e melodico soprattutto dei primi lavori svedesi a parti trash tra il new e l’old school. E’ così possibile sentire a tratti anche qualche somiglianza con i nostrani Node. L’album si apre subito con un trash potente e pesanti riff di chitarra che accompagnano la gran voce di Shawn Gallagher in “Fleshengine Breakdown”; la successiva “Plague” è una micidiale miscela death/trash dal ritmo nervoso in cui si susseguono improvvise accelerazioni che mettono in risalto le indiscutibili doti tecniche del sestetto. Segue una traccia di passaggio come “My Fall” in cui il cantato si fa meno aggressivo e il tono acquista così sfumature più rockeggianti e viene dato più spazio anche alle chitarre acustiche, mentre la canzone successiva riprende nuovamente la strada del death di influsso svedese con la voce assassina di Gallagher che troneggia su una delle tracce migliori dell’album. Arriviamo poi a “Redeemer” che si distingue per i buoni riff acustici ma perde un po’ nel refrain che suona abbastanza nu-metal, per rifarsi con le parti strumentali. La title-track parte un po’ in sordina rispetto alle altre song e mantiene un ritmo piuttosto al di sotto delle tracce precedenti senza però perdere in qualità, con una buona impostazione melodica e un cantato che non delude certo quanto sentito sino ad ora. Il disco subisce una brusca frenata con l’acustica “Ashes”, per poi ritornare al sound che caratterizza la quasi totalità del lavoro con “Weak and the Wounded”. Ci avviamo alla conclusione e troviamo una non eccezionale “Absent”, ben eseguita ma che però non dice nulla di nuovo e la conclusiva “Within”, altra song di buona qualità dalle lunghe parti strumentali che si intersecano sapientemente con i growl del cantante. In sostanza è senza dubbio un buon lavoro, con qualche margine di miglioramento ma che indica chiaramente la direzione presa dalla band, che continuando su questa strada può arrivare a produrre degli album di qualità, forti anche dell’impeccabile produzione fornita da Ken Susi (Unearth), senza contare che si tratta della prima volta che il gruppo ha potuto sfruttare la fase di pre-registrazione.

Recensione di Marco Manzi

tracklist

  1. Fleshengine Breakdown
  2. Plague
  3. My Fall
  4. ...Of Every Strain
  5. Redeemer
  6. Insect Song
  7. Ashes
  8. Weak and the Wounded
  9. Absent
  10. Within

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