Trollhorn l'aveva promesso, il successore di "Voimasta Ja Kunniasta" e "Kivenkantaja" sarebbe stato l'album più epico mai sfornato finora dai Moonsorrow e, con questo nuovo "Verisäkeet", pare proprio che abbia fatto centro. Cinque tracce di musica dove suoni della natura, classici rumori di battaglia e l'inconfondibile sound targato Sorvali si fondono per oltre 70 minuti. Elemento innovativo è l'utilizzo di una maggiore componente folk, che avvicina il sound a quello dei connazionali Finntroll band in cui milita stesso Henry Sorvali.
L'album ripercorre per così dire l'epicità in tutti i suoi aspetti, da non fraintendere come stile epic metal. Si può trovare la proposta del singer e bassista Ville con il suo growl che ci ricorda che anche i Moonsorrow molto devono al vecchio black metal. C'è una parte innovativa costituita dalla ricerca quasi ossessiva di suoni naturali, un ritorno alla terra ed alle proprie origini volutamente cercato ed a mio avviso meglio rappresentato con la seconda traccia dell'album "Haaska", dove le grida spasmodiche del singer lasciano trasparire una sorta di malinconia forse dovuta appunto alla nostalgia dei tempi che furono e che ormai nell'era della tecnologia non possiamo far altro che sognare. Il compito dei Moonsorrow è appunto far rivivere qui momenti all'ascoltatore, chiudendo gli occhi e lasciandosi trasportare dalle note, dai cori e dai potenti riff scaturiti dalle chitarre di Sorvali e Mitja Harvilahti si possono rievocare nella propria mente eventi passati, leggende, diventando prima cavaliere, poi troll o uno spirito della foresta.
Anche la successiva "Pimeä" è carica di emotività ma ora la voce del singer sembra voler trasmettere rabbia, anche i ritmi si fanno più serrati, questo è decisamente il brano più epico di tutto l'album, molto vicino ad un canto di guerra.
Un arpeggio di chitarra e il gracchiare dei corvi, animale sacro al dio Odino, ci introducono alla successiva "Jotunheim" brano più prolisso di tutto il lavoro, dura infatti quasi venti minuti. Il sound di questa canzone è senza dubbio il più vicino ai vecchi lavori per proposta ma il più distante per durata. E come nel caso di "Haaska" a cori epici viene affiancata il malinconico scream di Ville Sorvali.
A chiudere magnificamente quanto ascoltato fino ad ora ci pensa "Kaiku". Qui strumenti elettrici vengono quasi del tutto abbandonati in favore di strumenti più tradizionali, così come scream e growl vengono accantonati per lasciar spazio a cori, quasi sacrali. I successivi minuti sono lasciati al crepitare di fuoco da campo. Quasi come un momento di riflessione per quanto appena ascoltato. "...alla fine dei tempi echeggia la canzone dei nostri padri"
Purtroppo il booklet contiene solo i testi in madre lingua senza la traduzione in inglese, che si può comunque trovare al sito ufficiale della band www.moonsorrow.com.
Recensione di Paolo Manzi
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.