Dopo l'ottimo "Dödsfärd" ormai risalente al 2003 la band svedese si avvia verso il traguardo del quarto album, la cui uscita è prevista per aprile 2005. Prima però decide di dare alla luce un album che racchiude i primi due demo Vargaresa (1996) e Ur Nattvindar (1997), entrambi composti da quattro canzoni. Non si tratta di una rimasterizzazione ma di una semplice ristampa dato che la qualità dei lavori era già attestata su buoni livelli. Le imprecisioni presenti in fase di produzione sono comunque in linea con il genere proposto dalla band che ai tempi aveva forti connotati black, soprattutto per quanto riguarda voce e batteria, la opener e title track "Vargaresa" con la batteria dal suono ovattato e growl animalesco ne è il primo esempio.
Non mancano comunque tocchi dalla sfumatura epica come nell'apertura di "Hymn till Vinternatt" e nei cori e nei ritmi rallentati di "Nattens Jungfru". Anche se un primo accenno di svolta si ha sulle quattro tracce del secondo demo "Ur Nattvindar" dove viene utilizzata un'intro di chitarra acustica accompagnata dal soffio del vento e se non è epico questo...
Non credo che si possa già cominciare a parlare di viking metal ma le premesse ci sono tutte e quello che abbiamo davanti oggi non è altro che la naturale evoluzione dello stile del gruppo.
In "Daughters Of Eve" si comincia a sperimentare in modo significativo l'utilizzo del violino anche se in modo più parsimonioso rispetto a quella che è la proposta odierna. Passata una "Ett Gammelt Troll" in classico stile blackmetal, si ritrova un pò di quella tanto agoniata epicità in "Det Sargade Landet" che perde un pò per il suono un pò troppo ovattato della batteria ma dove si ricomincia a utilizzare il violino. In chiusura troviamo "Ur Nattvindar" che riprende il tema dell'intro con chitarra acustica e soffio del vento. "Vargaresa the Beginning" racchiude gli inizi della straordinari epopea dei Månegarm, da non perdere se si è appassionati di epicità e viking metal.
Recensione di Paolo Manzi
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