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The Wicked - "Sonic Scriptures Of The End Of Times " (Spinefarm Records/Audioglobe)

Line up:

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***
***
 

voto:

7,5
 

recensione

Come inizio troviamo quello che pare una revisione della colonna sonora di “Mamma Ho Perso L’aereo”, quando il bambino si trova da solo a casa ed ha un po’ di tremarella. E invece no, si tratta della opener “Epithimia Gia Athanasia”. Sorpassata questa parentesi che non so definire se sia azzeccata o meno attacca “Riddles Without Answers & Celestial Mechanics” che dopo un intro elettronica si apre in una musichetta circense, arrangiata in modo da creare tensione, che evoca l’introduzione di “Psycho Circus” dei famigerati Kiss, oppure “The Dark Ride” degli Helloween. Il pezzo vero e proprio viene alla luce solo dopo un minuto e mezzo riprendendo in parte il tema dell’ intro, l’atmosfera è tipicamente black nel suo fondo (ci sono riferimenti quasi espliciti a Burzum) ma con delle componenti truzze, ma veramente da disco, per poi tornare nelle colonne sonore da film di natale e poi ancora giù nel black. Un brano veramente psicotico, la cui coda con gusto prettamente di sottofondo-preparazione, si protende purtroppo fino al tedio, sembra quasi uno sconvolgimento del concetto di feeling che sta alla base di black e dark.
“Phobos VI” Continua per un po’ l’intrccio tra metal oscuro e cupo e le caratteristiche elettroniche, per poi sfociare in una sorta di melodia dal gusto indiano anch’essa poi sconvolta e reinterpretata in termini elettronici. Il pezzo poi vira fino ad una sorta di marcia macabra da rito esoterico e ritornare ancora una volta a casa da papà black che nel frattempo ha subito una lobotomia…
“Point-Blank Avenue & Unbirthday Song – The Ultimate Ordeal” parte con i suoni della strada su cui iniziano ad insinuarsi alcune sonorità metal, fino all’esplosione di queste che avviene con un incidente. Il territorio che pare saldamente nelle mani di un proselita di Burzum viene invaso a tratti alterni da incursioni di campionatore. Il pezzo si conclude con una canzoncina maniacale che rivisita quella del compleanno in chiave minore e dice : “Happy Unbirthdaty To Me”, in sottofondo il suono insistente di una pendola che scandisce i secondi ed in fine arriva l’apogeo del suicidio.
“To Kill A Friend” inizia con quello che sembrerebbe una ballata popolare francese, su cui si libra la morbida e triste voce di una donna. Viene poi ripreso lo schema di alternanza tra le oscurità del metal ed i tratti comunque non solari delle iniezioni elettroniche. La voce maschile viene ad alternarsi con quella della donna che ha introdotto il brano da qui, come intervallo torna la ballata dell’inizio (si inverte in pratica quello che era accaduto nei primi minuti), durante la quale avviene una sparatoria.
Rumori di feedback di una chitarra satura introducono“H8 Universal”. Questa volta si tratta di un brano di puro black con un tocco di morbosità.
“Vaptisma Tis Gnosis” inquietante nel suo inizio costituito da un accordo basso e fisso di synth che funge da sfondo per voci confuse di bambini che non possono risultare altro che soli. Il brano potrebbe essere definito, prendendo in prestito il termine dalla cinematografia, una sorta di thriller psicologico. I linguaggi della tensione sono veramente molteplici! Leggendo il titolo della nona traccia, ossia “Digital Satan” non riesco ad evitare di pensare ad “High Tech Jesus” degli italianissimo Death SS, ma pur troppo o per fortuna nulla ha questo brano a che spartire con quello appena citato. Abbiamo infatti di fronte un pezzo dai distinti tratti black norvegesi con l’aggiunta di alcune note di synth che gli conferiscono un carattere trasognato, ai limiti del fiabesco.
Concludiamo con “Lex Praedatorius – Eaters Of The Weak” il cui incipit prende la forma di una marcia trionfale che sembra avanzare in pubblico per la strada fino al sopraggiungere di una sorta di maledizione, il tema del pezzo si sposta quindi dalla pubblicità all’intimità di un’ anima fredda e sepolcrale.
Non pago, in conclusione abbiamo tre tracce vuote della durata di circa 4 minuti ciascuna ed un’ultima che si avvicina ad una composizione sinfonica che si rivolta in un pezzo arrogantemente elettronico, ai limiti del techno. Più che un album parrebbe la colonna sonora di un film Thriller-Horror-Alicenelpaesedellemeraviglie. La quantità di suoni, campionature, espedienti che viene utilizzata è veramente notevole, sicuramente dal punto di vista dell’ ascoltatore i brani sono piuttosto dispersivi, sia per la durata spesso superiore ai 7 minuti, sia, anzi, soprattutto, per l’atipicità della materia.
I pezzi non sono assolutamente facili da ascoltare, quasi impossibili da ricordare dettagliatamente, ma impagabili dal punto di vista della creazione di atmosfere, anche se limitatamente al campo dalla tensione, della paura e della rabbia. Onorevole il coraggio (o deprecabile la pazzia) dell’autore.

Recensione di Lorenzo Canella

tracklist

  1. Epithimia Gia Athanasia
  2. Riddles Without Answers & Celestial Mechanics
  3. Phobos VI
  4. Point-Blank Avenue & Unbirthday Song – The Ultimate Ordeal
  5. To Kill A Friend
  6. H8 Universal
  7. Vaptisma Tis Gnosis
  8. Digital Satan
  9. Lex Praedatorius – Eaters Of The Weak

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