Sono ormai passati 16 anni da quando i Marduk diedero alle stampe il “monumento” al war black metal, sto parlando ovviamente di “Panzer division marduk”. Dopo tutto questo tempo, a parte un mcd di qualche anno fa e un tour con riproposto tutto l’album sopra menzionato, i nostri tornano al fronte con un disco incentrato sulla guerra e, come è successo nel secolo scorso, non hanno intenzione di fare prigionieri.
A dirla tutta, non sono stato un grande fan della gloriosa band svedese dopo il cambio di formazione “classica” (per intenderci quella della seconda metà degli anni 90) e tutti i dischi usciti in seguito, pur essendo alcuni ottimi, non hanno mai raccolto il mio entusiasmo.
Dopo aver ascoltato qualche canzone d’anteprima di questo nuovo “Frontschwein”, però, mi si sono drizzate le orecchie e con una certa speranzosa attesa finalmente mi trovo il disco tra le mani. Lasciatemelo dire: era proprio dal 1999 che i Marduk non mi entusiasmavano così tanto!
Il nuovo nato, pur essendo accomunato a Panzer per il discorso della guerra, non è fortunatamente una parte 2 di quel classico ma si differenzia per vari aspetti, come per esempio la varietà delle canzoni che non puntano solo sulla spietata violenza e velocità (Panzer era perfetto così e non si discute…) ma su diversi cambi “d’umore” all’interno della scaletta, con un’ispirazione dei nostri dopo tanti anni di carriera che non può che fare piacere e rendere anche la vita più difficile a tante nuove leve che puntano a soppiantare i mostri sacri del settore.
Come dicevo sopra, la scaletta è piuttosto variegata, non mancano le classiche scariche di violenza e velocità in classico stile Marduk come l’iniziale Titletrack , “Afrika”, “Falaise: cauldron of blood” e “Thousand-fold death”, a cui vanno ad aggiungersi le più lente e marziali “The blond beast”, “Wartheland”, “Nebelwerfer” e “503” o la più variegata “Between the wolf-packs” dove nella parte centrale c’è uno di quei riff tipicamente black svedesi dall’eco melodico e trionfale che mi ha fatto venire la pelle d’oca, cose da insegnare alle nuove generazioni che vogliono cimentarsi con queste sonorità!
Passando alla produzione, niente da dire, perfetta per quel che mi riguarda così come la prova dei nostri (difficili da mettere in discussione vista anche l’esperienza e la professionalità raggiunta negli anni), Morgan come sempre una macchina da riff e pure tutti “indovinati” per bellezza e risultato, ma questa volta mi ha veramente impressionato Mortuus, la sua prova vocale è di raccapricciante violenza e resa.
Senza farne tante, “Frontschwein” è un disco strepitoso, i Marduk si ripresentano in questo inizio 2015 con uno dei dischi più belli black metal non solo di quest’anno, ma anche degli ultimi anni. Come successo 16 anni fa obbiettivo perfettamente centrato: nessun prigioniero!!!
Recensione di Max Garlaschelli
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