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recensione

Beata ignoranza! Stufi di ascoltare dischi post-avantgarde e compagnia “evoluta” o di vedere fighetti con il ciuffo e scollature degne di Pamela Anderson per mostrare i tatuaggi? Ecco, il debut autotitolato degli svedesi Vampire è quello che fa per voi!
Nessuna innovazione, tutto sa di già sentito, copertina bella e banalissima, MA (volutamente maiuscolo) questo disco è suonato con una tale passione e genuinità che si potrebbe definire quasi “fresco”. I nostri si muovono su sentieri percorsi dai loro connazionali Merciless all’inizio degli anni 90 e dai Tribulation di “The horror” nel nuovo secolo, quindi un death metal selvaggio con una forte matrice thrash, niente a che vedere con Entombed et similia per essere ancora più chiari, senza dimenticare un tocco di melodia malsana tipico della terra di provenienza Svezia, ma anche una qualche venatura più tipicamente heavy che rende i brani di facile assimilazione nella loro semplicità, dimostrando il buon gusto dei Vampire a scrivere canzoni killer suonate e composte con doviziosa cura e capacità .
Mi sembra inutile parlare di una canzone in particolare, le varie “Howl from the Coffin “, “The Bestial Abyss “, “The Fen” o la finale “Under the Grudge “ stanno a dimostrare le ottime capacità dei Vampire, tra riffs assassini figli di certo thrash teutonico, cavalcate più tipicamente death e le immancabili citazioni ai maestri Celtic Frost i nostri hanno creato un disco che non annoia minimamente e che non perde mai colpi durante tutta la sua durata e che, anzi, esalta e fa venire voglia di ascoltarlo a volume sempre più alto!
Anche per quel che riguarda la produzione niente da dire, forse qualcuno potrebbe obbiettare che è troppo pulita, ma per quel che mi riguarda calza a pennello, il disco rende che è un piacere e non ho dubbi che sarà un’esperienza ancora più sanguinosa per i padiglioni auricolari quando tutti queste canzoni verranno eseguite dal vivo.
Per chiudere la Century Media ha colto nel segno a mettere sotto contratto questi giovani di Gothenuburg, come dicevo sopra niente di nuovo sotto al sole, ma mi permetto di fare un paragone di stampo gastronomico, è come trovarsi su un tavolo infarcito di nouvelle cusine un bel piatto di pizzocheri (da buon valtellinese)… scusate se è poco!

Recensione di Max Garlaschelli

tracklist

1. Orexis
2. Howl from the Coffin
3. At Midnight I’ll Possess Your Corpse
4. Ungodly Warlock
5. The Bestial Abyss
6. Black Deserts
7. Jaws of the Unknown
8. The Fen
9. Cellar Grave Vampire
10. Under the Grudge