Da trent’anni il nome Attacker fa drizzare le antenne agli amanti della veemente sonorità denominata US Metal, ma, direi che è definitivamente giunto il momento per la band della East Coast di allargare il suo range di aficionados. Altro che i Giganti di Canaan, mezzi angeli e mezzi uomini, i Giganti del New Jersey sono cinque preparati e tenaci musicisti, i quali, meglio ancora di quanto fatto fin qui (escluso forse il capolavoro “The Second Coming”, cinque quinti di puro italo/american Metal!), dato il livello eccelso del quinto album da studio, mettono a ferro e fuoco le nostre orecchie con cinquanta minuti di fiammeggiante Heavy d’oltreoceano.
Con il reclutamento dello screamer Bobby “Leatherlungs” Lucas, già negli Overlorde e Seven Witches tra gli altri, vero e proprio Re Mida dell’underground a Stelle e Strisce, la line up accresce ulteriormente di valore, non che il precedente Bob Mitchell sia stato da meno, ma basti sentire l’attacco a perdifiato della title track per comprendere la caratura del nuovo singer.
Capire perché un genere orientato su taglienti riff di chitarra e su vocals acute, che mai ha disdegnato la melodia, non abbia colpito le masse (tranne in rarissimi casi), trascende davvero le mie capacità conoscitive ma, è indubbio che chiunque dotato di un apparato uditivo funzionante, converrà con me che “Giants Of Canaan” può essere a ragion veduta definito un piccolo/grande Capolavoro di Power Americano.
I veterani del gruppo, il batterista Mike Sabatini e Pat Marinelli alla chitarra, non si sono dati per vinti e, dopo il fisiologico stop negli anni novanta (teniamo presente l’assenza di notorietà degli Attacker anche nella decade d’oro dell’ Heavy Metal) e, l’attività dei duemila intaccata da alcuni cambi di formazione, si presentano alla grandissima nel presente, con un platter che cresce di ascolto in ascolto, deflagrando nello stereo come una Piaga d’Egitto.
“Trapped In Black”, la tonante “The Hammer”, “Steel Vengeance” e i picchi inarrivabili di Lucas, così come la variegata e conclusiva litania di “Glen Of The Ghost”, sono solo alcuni episodi di un’ opera completa e avvincente, dall’inizio alla fine. La produzione possente ma cristallina, permette di apprezzare ancor di più i duelli alle sei corde tra Marinelli e Mike Benetatos, laddove Jon Hanemann detta le pulsazioni cardiache, mentre i Nostri danno sfoggio di innumerevoli armonizzazioni, derivate probabilmente da una passione mai occultata per i Maiden.
Il quintetto è chiuso, cosa buona e giusta ribadirlo, dal drumming dello squisito “paisà” Sabatini, vitale il suo apporto nella costruzione di un sound dal sicuro impatto ma MAI figlio della banalità e, manco a dirlo, da quel mostro vocale chiamato Bobby Lucas, che sale in cielo squarciando le nuvole, tanto quanto si trova a suo agio con tonalità medie e rocciose, basti ascoltare la mid tempo “Curse The Light” per stamparsela a fuoco nella mente.
Ricordo, a beneficio dei curiosi o di chi apprezza il verbo del quintetto atlantico, che gli Attacker passeranno per ben due volte in Italia quest’anno, a settembre, perché se è quantomeno doveroso concedere un ascolto a “Giants Of Canaan”, è impossibile trattenere l’impulso di vederli all’azione dal vivo, rafforzati dall’assimilazione di una dose, per altri letale, di incontaminato US Metal.
Nel 2013 l’Aggressore è tornato con un disco da top ten assicurata, non ignoratelo, o potrebbe accanirsi su di voi!
Recensione di Alessio Aondio
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