Novità in casa Walpurgis Night nel tempo trascorso dall’esordio “Under The Moonlight” fino all’attuale come back con “Midnight Wanderer” ce ne sono state eccome, ma andiamo per ordine…
Innanzitutto un duplice cambio di line up, con l’ingresso in veste di cantante da parte di Stefano Balma (ex Endovein) e l’avvicendamento dietro alle pelli di Stefano Cavallotto, con l’avvento di Marcello “Cell” Leocani. Non da ultimo, particolare esplicitato anche nella cover, un ampliamento dello spettro sonoro della band, ora più articolato e non così legato alle glorie dei Mercyful Fate.
Quindi, se l’orribile creatura notturna che capeggiava sulla precedente copertina, viene sostituita dall’eterea figura che, a palme aperte, ci invita a raggiungerla, anche i Walpurgis Night illuminano maggiormente l’oscurità strumentale della precedente release.
Parlerei senza esitazione di evoluzione in questo caso, basti premere “play” per accorgersene, infatti se le chitarre di Marky Shores e Alex Panza guardano ancora ad armonizzazioni di marca Maiden, queste sono inserite in contesti davvero personali ed affascinanti, testimoniati dall’introduttiva “Immortals” e, dalla successiva “The Cry Of The Witch”, la quale gode di un refrain accattivante, che conquista al primo passaggio.
I cinque torinesi, forti del nuovo acquisto al microfono, possono permettersi trame più complesse senza per questo appesantire “Midnight Wanderer”, toccando con “Stellar Gardener” uno degli apici dell’opera, brano che mi ha fatto ricordare act da me adorati quali Crescent Shield e, perché no Darkest Era, con quell’alone siderale che eleva l’ascolto al livello di lucido sogno, figlio diretto dei primi capolavori targati Fates Warning (rigorosamente “Arch era”).
Dopo un brano dal tale spessore, i Nostri sublimano i loro sforzi negli otto minuti della title track, facendola seguire da un episodio più diretto, “Ghost Of Dublin” (già uscita in 7” split coi teutonici Attic), pezzo in cui si intravedono i “vecchi” Walpurgis, sempre interpretata con grande personalità da Stefano, tassello fondamentale in questo passo in avanti effettuato dalla band sotto My Graveyard.
I suoni curati e mai invasivi, che riescono ad esaltare anche la prova sopra le righe tanto del variegato drumming di Marcello, quanto lo spettrale basso a cura di Sofia Shores, non fanno che aggiungere motivazioni all’acquisto di “Midnight Wanderer”, stupefacente nella personalità della sua proposta, confermata naturalmente anche in “To The Brothers Of Heliopolis”, cavalcata in stile Classic dal respiro quasi “solare” e “Sons Of The Fallen”, col suo tocco maligno e sinistro, un’altra occhiata nel bagaglio d’influenze che ha finora ispirato i ragazzi piemontesi.
La chiusura affidata a “Stories From An Astral Journey”, lunga suite in quattro movimenti, raccoglie tutto ciò che i Walpurgis Night hanno buttato sul tavolo di “Midnight Wanderer”, un “all in” che permette loro di sbancare definitivamente, godendosi il meritato premio, mi auguro tramutabile in soddisfazioni personali.
Non può e non deve passare inosservata un’opera dal così elevato tasso qualitativo, melodia, songwriting, esecuzione, espressività, queste le prime doti che sottolineo dopo svariati ascolti del “Vagabondo di Mezzanotte”, sicuro che verranno notate da chi acquisterà il disco in questione, perla di un intenso ed Heavy 2012.
Recensione di Alessio Aondio
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