Ep d’esordio per questo combo toscano nato nel 2010 dedito al piu’ classico e canonico power epic metal di stampo americano, vicino ad Omen e Manilla Road per certi versi e per alcune scelte vicini alla scena tedesca.
Un ep di quattro tracce dove, mescolato ad idee e passaggi piu’ canonici e alle volte scontati troviamo anche spunti molto interessanti e non banali.
La formazione si allarga a sei elementi prima di entrare in studio per registrare questo “Valley of Salvation”, le danze si aprono con “War for a new world” dove a farla da padrone, soprattutto nel break centrale, c’è un battagliero scambio tra Alessandro e Jari che duellano a suon di guitar solos;
la presenza della tastiera è penalizzata da un suono non propriamente azzeccato, forse debole, se confrontato con la forza delle chitarre e la presenza di una buona sezione ritmica.
“Journey through time” è un bel up-tempo, dove sia le chitarre che la voce di Iacopo danno profondita’ e pathos al pezzo, anche se non riesco a capire perché la voce sia poco valorizzata da una registrazione che la penalizza, mentre qui le keys di Francesco danno ossa e fibra al corpo del pezzo, sottolineando con passaggi brevi ma ficcanti i solos delle chitarre.
“To Kill the King” risulta la traccia piu’ lunga e piu’ complessa del lotto sin qui ascoltato; la progressione è molto interessante, l’intessitura mai banale, riporta alla memoria i Manowar, quando non erano ancora autocelebrativi e prolissi, quando ancora l’aquila di Battle Hymns volava alta e anche certe trame dei primi Helloween.
Il tutto si chiude sulle note di “Rain of fire”, dove la voce di Iacopo, in certi passaggi ricorda la voce del primo Tobias Sammet, una traccia sempre improntata al metallo piu’ classico e puro, sempre un mid tempo molto cadenzato e potente, grazie anche ad una puntuale sezione ritmica che supporta sempre le chitarre.
In definitiva un buon esordio, con molte cose da migliorare, ma con una base molto interessante sulla quale i ragazzi potranno lavorare per ottenere grandi cose, e io me lo auguro!
Recensione di Lorenzo C.
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