Dai dintorni di Trieste plana sul mio tavolo il debutto su cd dei Bluerose; ed è un debutto col botto, posso metterlo per iscritto, e lo faccio!
Il disco è un concept di dieci tracce e varie intro e outro tra un pezzo e l’altro, che legano e modellano uniformemente il tutto.
L’amore per l’hard rock a stelle e a strisce degli anni 80 pervade ogni singola traccia, in ogni sua stilla, in ogni recondito passaggio, si percepisce come Journey, Night Ranger, Dokken e i loro epigoni di quei meravigliosi anni siano stati i numi tutelari per Riccardo e Cristiano, nucleo binario di questa creatura.
La cura dedicata alle foto, alle grafiche e ai testi, fa capire subito di quale pasta siano fatti i nostri, ancora prima di aver sentito una sola nota del disco; e dopo averlo fatto, si ha la conferma di tutto cio’.
Il concept è basato sulla storia di un angelo, l’omonimo Bluerose, che caduto dal cielo, si trova ad affrontare la mortalità e la vita nella grande metropoli, quella raffigurata nel booklet, in cui piomba.
Come dicevamo dieci tracce di cristallino hard rock dove la voce di Riccardo e le chitarre di Giuliano e anche di Riccardo si inseguono e si intrecciano, si sfidano e si fondono in melodiosi abbracci con la puntuale sezione ritmica formata da Guido e da Cristiano e con i synth dell’onnipresente Riccardo.
“Fallen from Heaven” sembra sfuggita al repertorio piu’ recente dei Journey da quell’Arrival con Steve Augeri o dall’ultimo disco con Steve Perry, con la cristallina voce di Riccardo che guida la truppa in maniera superba, mentre le chitarre si sfidano come in certi passaggi dei migliori Night Ranger, e certe armonie che ricordano i tanto sottovalutati FM UK.
“Eyes to Eyes” e “Wasted”, ricordano a tratti i Dokken o i primi Mötley, abrasivi ma al contempo dannatamente orecchiabili!
“lonely Days” ci porta vicino ai migliori Bon Jovi, o alle ballate piu’ recenti dei Journey, dove la voce di Riccardo guida con dolcezza tutto la band, e le chitarre ricamano assoli che ti riportano indietro negli anni, un piacevole tuffo al cuore, per veri nostalgici del genere.
In definitiva il disco si rivela un ottimo biglietto di presentazione per un futuro contratto, sperando che la nostrana Frontiers, che ha sempre mostrato l’occhio lungo si accaparri i ragazzi.
Recensione di Lorenzo C.
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