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Martiria - "On The Way Back" (My Graveyard Productions/***)

Line up:

Richard Martin Anderson: voce
Andrea "Menario" Menarini: chitarra, tastiere
Federico "Derek" Maniscalco: basso
Umberto Spiniello: batteria
 

voto:

7,5
 

recensione

Tornano i Martiria, questa volta sotto la fulgida egida della My Graveyard di Giuliano Mazzardi, il quale, durante il Paly It Loud III riuscì, per la prima ed unica volta, a far esibire la formazione capitolina con il loro singer statunitense Rick Anderson (già Damien King III nell’ultima incarnazione dei Warlord pre split), che già abbiamo potuto ammirare nei quattro album precedenti della band.
“On The Way Back” va a rispolverare tracce sepolte dal tempo, quelle contenute nei demo del 1987/88, originariamente scritte dall’ex vocalist Massimo Di Vincenzo, al quale vanno i miei personali complimenti per la capacità di songwriting espressa così tanti anni or sono!
Questa capacità, naturalmente, non difetta nemmeno ad Andrea “Menario” Menarini, chitarrista storico e maggior (ri)arrangiatore delle undici tracce che compongono il nuovo ed intensissimo platter dei Martiria.
Abitualmente focalizzati su un Epic Metal elegante e parecchio melodico (chi ha detto Warlord?), “On The Way Back” invece, per certi versi, indurisce questo sound, con canzoni anche più articolate ma, punto importante, non prive di un appeal più marcato anche per chi non è così abituato a certe sonorità.
Infatti, comprese tra l’intro gregoriano di “Cantico”, fino alla tristissima conclusione della title track, il quartetto romano ci regala dei momenti di epica estasi, sentire “Drought” col suo riffone variegato ma possente per credere!
Non è finita qui, infatti con l’andare dell’ascolto (o per meglio dire, degli ascolti, data la non fulminea immediatezza di tali gemme), spicca che non un brano risulta fuori luogo anzi, a modo loro, tra la melanconia Doom di “Apocalypse” o ancora il corale di “Ashes To Ashes”, tutti risultano indispensabili per l’ottima riuscita di quest’opera.
Obbligatorio, nell’economia dei grandi arrangiamenti strumentali di “On The Way Back”, l’apporto del nuovo batterista Umberto Spiniello, il quale sa essere soave nei momenti meditativi tanto quanto deciso e sferzante nelle partiture più dinamiche.
L’unico approccio che suggerisco, qualora voleste accostarvi alla nuova fatica marchiata Martiria, è quello della concentrazione, poiché, per poter apprezzare appieno quello che, a mio avviso, è il salto di qualità in termini compositivi, non certo tecnici (dato che da sempre i nostri sono stati un gruppo da “guanti bianchi”), bisogna gioco forza chiudere gli occhi e lasciarsi traghettare dall’oscuro barcaiolo rappresentato nell’azzeccatissima cover, immergendosi nel mare nel mare nero pece, dal quale emerge ben poca speranza, anche liricamente, esempio ne sia “The Slaughter Of The Guilties”, con un testo tragico sulla tematica dell’infanzia “spezzata”.
Concludo aggiungendo che, a fronte della canonica e superficiale immagine di Metallari rozzi e caciaroni che, ancor oggi ci viene affibbiata e che, per carità divina, ci sta benissimo in certi casi, pochissimi altri generi musicali possono vantare l’eleganza e la magniloquenza contenuta nel nuovo Martiria (come nei dischi degli Adramelch, dei primi Moon Of Steel e via di seguito...), ai quali, dati i risultati, auguro di percorrere, ancora per lungo tempo, la “via del ritorno”!


Recensione di Alessio Aondio

tracklist

  1. Cantico
  2. Drought
  3. Apocalypse
  4. Song
  5. Ashes To Ashes
  6. The Sower
  7. Gilgamesh
  8. The Slaughter Of The Guilties
  9. You Brought Me Sorrow
  10. Twenty Eight Steps
  11. On The Way Back

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