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Obscura - "Omnivium" (Relapse Records/Audioglobe)

Line up:

Steffen Kummerer - Vocals, Guitar
Christian Muenzner - Guitar
Jeroen Paul Thesseling - Bass
Hannes Grossmann - Drums
 

voto:

7,5
 

recensione

Eccoci qui, finalmente, a parlare di una delle uscite più attese dell’anno: "Omnivium" degli Obscura. Il gruppo tedesco ha fatto impazzire critica e pubblico con suo modo di fare metal, una fusione perfetta tra brutalità e precisione d’esecuzione, ponendosi di prepotenza ai gradini più alti della scena Metal internazionale. Questo fa capire come le aspettative dei fan dopo l’album capolavoro "Cosmogenesis" del 2009 fossero molto alte. Il compito degli Obscura è stato quello di soddisfare al massimo il pubblico proponendo quindi "Omnivium", un prodotto che confermasse gli altissimi standard di qualità proposti in passato. Il disco è pregevole sotto molti aspetti, con una qualità superiore alla media dei tanti altri “concorrenti” di quest’anno e che si lascia ascoltare con un piacere particolare. Tutto è perfettamente calcolato, gli strumenti si intrecciano alla perfezione, il basso di Thesseling è cibo per le orecchie e le parti progressive sono momenti di vero godimento che insinuandosi nelle trame delle canzoni fungono da ammortizzatore tra una fase e l’altra di alcune canzoni, lasciando il tempo di rifiatare per poi riprendere a pieni regimi. Una traccia che potrebbe essere un perfetto esempio di come è strutturato l’intero album è la formidabile “Septuagint” con un intro di chitarra acustica molto bella che ricorda quello di “Napalm in the Morning” dei loro connazionali Sodom, partendo poi a tutta velocità in uno degli sviluppi più belli e riusciti dell’intera track-list, terminando in un outro che molto deve agli Opeth. Nell’ascolto si susseguono pezzi dalla velocità inaudita (a volte anche pacchiana) come “Vortex Omnivium” e “Euclidean Elements”, altri mid-tempo e groove come “Ocean Gateways”, mentre verso la conclusione il progressive comincia a farsi sentire soprattuto in “Aevum” e “Celestial Spheres” altro brano perfettamente riuscito. Nel complesso avrete capito che si tratta di un album che vale la pena di ascoltare, ma non mancano alcune note dolenti. Prima dicevamo che gli Obscura avevano una grossa responsabilità in quanto questo è stato un lavoro desiderato e bramato da molti. Questo fattore ha influenzato non poco la realizzazione dei brani che risultano a volte ostentati e arzigogolati. Il gruppo ha voluto giocare la sua carta migliore sfoderando l’abilità (assolutamente invidiabile) nel suonare gli strumenti, scelta percepibile durante l’ascolto, dove però in alcuni tratti i fraseggi sembrano non riuscire ad evolvere del tutto, rimanendo loro stessi intrappolati nei botta e risposta tra le chitrarre e negli onnipresenti blast-beat della batteria di Grossman, che potrebbero risultare ad un orecchio non abituato stucchevoli e ripetitivi. Tutto questo porta ad un’esasperazione del death come del progressive, entrambi pompati. Dallo scivolone potrebbe però nascere proprio il loro punto di forza per esempio in sede live, dove la ridondanza si trasformerebbe in potenza. Questo è un album che probabilmente farà storcere il naso a qualche auditore piu delicato ma che si apprezzerà per molti altri aspetti e che andrebbe comprato ad occhi chiusi, bellissimo in tutto, compreso il design e il recording, (quest’ultimo curato con la massima professionalità dall’ingegnere sonoro V. Santura, già loro collega) . Insomma qui la materia prima c’è ed è di prima qualità il problema è che ci aspettavamo un’entrata nella Leggenda e, a malincuore, dovremmo rimandare.

Recensione di Alex "Brutale" Lattanzi

tracklist

  1. Septuagint
  2. Vortex Omnivium
  3. Ocean Gateways
  4. Euclidean Elements
  5. Prismal Dawn
  6. Celestial Spheres
  7. Velocity
  8. A Transcendental Serenade
  9. Aevum

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