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Agnostic Front - "My Life, My Way" (Nuclear Blast Records/Audioglobe)

Line up:

Roger Miret - Vocals
Vinnie Stigma - Guitar
Joseph James - Guitar
Mike Gallo - Bass
Pokey Mo - Drums
 

voto:

8
 

recensione

New York per molti è una città simbolo dell’avanguardia, del consumismo e, non meno importante meta di viaggio prediletta dal turista medio alla ricerca di un presunto american way of life. La multiculturalità, il meltin’ pot lo si respira in ogni avenue, district o borrough che si voglia, pure a Lower East Side.
Certo, in questo scorcio pre-primaverile i newyorkesi hanno in mente ben altro, l’arrivo di Carmelo Anthony ai Knicks accende qualche speranza in una gloriosa squadra dal presente deludente. Noi invece ci siam segnati l’appuntamento clou nella Grande Mela per i primi di Marzo, periodo che segna il ritorno sulle scene, con un nuovo full lenght [dal 2007 ndr], degli Agnostic Front, gruppo che incarna in modo viscerale l’essere nativi di New York City.
Back to the basics, a partire dalla copertina : semplice ed efficace. Ah, nota aggiuntiva per gli ignoranti. Boots&alloro non equivalgono a Skin 88 [nazi-fascismo docet] a cui i nostri vengono erroneamente accostati, leggetevi pure quell’enciclopedia del qualunquismo e del pressappochismo denominata Wikipedia ma per favore informatevi sul significato del movimento Skinhead puro prima di giudicare/emettere sentenze su band e persone che non ne possono essere minimamente avvicinate.
Parliamo di musica. Parliamo di NYHC. Roger Miret e Vinnie Stigma reclamano prepotentemente lo scettro della scena Hardcore che li vede fra i padri fondatori nel lontano 1984 con il seminale "Victim in Pain". Di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, dagli albori underground per passare all’interno della fase Crossover Thrash [Cause For Alarm] per poi raggiungere il periodo Epitaph con l’abbraccio a delle sonorità Oi! Oriented e infine assestarsi con una multinazionale [Warner Bros ndr] come la Nuclear Blast. Ci sarebbe il discorso coerenza con le origini ma sorvoliamo [e soprattutto non divaghiamo ndr]. Chiariamoci subito, Warriors era un lavoro valido con un discreto numero di tracce killer abbinate ad altre con il sentore di “skip” immediato. Quello che colpisce invece della nuova fatica in casa AxFx “My Life My Way” è l’accostarsi di un’amalgama ben riuscita fra vecchia scuola e Hardcore odierno. Influenze Thrash, sound Oi! nei chorus, HC di stampo tradizionale abbinato a quel pizzico di modernità che [purtroppo aggiunge il sottoscritto] aveva dominato nelle produzioni più recenti; ogni riferimento a Hatebreed et similia è puramente casuale. Si sente pure un retrogusto Punk Rock non particolarmente accentuato ma che aiuta nello snellire ulteriormente le composizioni da quel -core ’00.
E così iniziamo un percorso che dura 35 minuti scarsi, pochi come tradizione vuole. Miret vomita il suo slang americano, le sue corde vocali sono indistinguibili quando le aziona : arrogante, cafone, granitico, ignorante [in senso buono ndr] e graffiante. Roger poi ci mostra anche buona padronanza dello spagnolo su “A Mi Manera” che, per chi scrive, è anche una delle canzoni più riuscite all’interno dell’album. Stigma e JJ sono affilati ed affiatati, strutture ridotte all’osso prive di inutili ornamenti, riff e power chord senza compromessi, breakdown mai esasperati che sanno garantire una sana dose di mosh con l’ adrenalina che fuoriesce da tutti i pori e per chiudere qualche assolo semplice ma ben inserito nel contesto “esaltiamoci all together now”. Mike Gallo al basso ci regala una buona prestazione, linee pulite con una menzione d’onore per il giro presente in “That’s Life” che, per i nostalgici [come me], ha fatto risentire gli echi di D.R.I., Cryptic Slaughter e degli anni ’80. La prima prova ufficiale di Pokey è pienamente superata, rispetto all’ex Gallo si nota un tocco decisamente più old school, meno triggerato e più genuino. Insomma, picchia duro il nostro e non lascia rifiatare nessuno imponendo ritmi veloci e pattern da headbanging furioso. Un altro punto di forza di questo “My Life My Way” è sicuramente una discreta varietà nelle composizioni. Si passa dall’ Oi! grintoso di [sicura nuova hit “mainstream”] “Now And Forever”, “City Streets” e della titletrack, alla brutale e violenta “More Than a Memory”, per non parlare del duetto d’oro composto da “The Sacrifice” e “A Mi Manera”. O ancora perchè non citare la sfuriata Crossover Thrash radicale di “That’s Life” ? E così via, una botta di energia HC dopo l’altra. Tredici pezzi che scorrono con una fluidità eccezionale e che elevano lo status degli Agnostic Front come vincitori di questo inizio 2011.
Chiudo quest’analisi con un riferimento alle lyrics. Sicuramente con gli Agnostic Front non si può parlare di Straight Edge nell’accezione più pura del termine ma è ovvio che i riferimenti ci siano. Street life, ghetto, orgoglio per le proprie radici musicali e non, un forte rancore nei confronti di pregiudizi e ingiustizie [in campo sociale, politico, culturale] sono esempi di quello che possiamo trovare stampato tra le pagine del booklet di “My Life My Way”. Certo, all’alba del 2011 suonano un poco ridondanti e caricaturali ma gli Agnostic Front sono così. Prendere o lasciare, zero compromessi.

Recensione di Daniel Molinari

tracklist

  1. City Streets
  2. More Than A Memory
  3. Us Against The World
  4. My Life My Way
  5. That’s Life
  6. Self Pride
  7. Until The Day I Die
  8. Now And Forever
  9. The Sacrifice
  10. A Mi Manera
  11. Your Worst Enemy

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