Prendete sei personaggi particolari da tre band completamente diverse, con un background ben distinto e una storia differente, metteteli insieme a jammare in una stanza e otterrete "Ironiclast". The Damned Things è il nome di questo nuovo supergruppo, equamente diviso fra membri di Anthrax (Ian e Caggiano alla chitarra), Every Time I Die (Buckley alla voce e Newton al basso) e Fall Out Boy (Trohman come terza chitarra e Hurley alla batteria), una miscela tanto anormale quanto vincente, che irrompe sulle scene con una vagonata di heavy originale e molto ironico. Contrariamente a quanto si possa pensare prima di un completo ascolto, questo nuovo progetto non ha nulla a che vedere con i tre percorsi delle band madri dei musicisti coinvolti, il disco prende infatti una strada tutta sua, sebbene qua e la si sentano inevitabilmente rimandi alle caratteristiche rese note dalle principali band. Ma è proprio grazie all’esperienza di ognuno che viene forgiato il suono dei TDT, dall’alone catchy portato dai due dei Fall Out Boys al preziosissimo lavoro in fase ritmica di Ian, senza tralasciare l’apporto solistico di Caggiano e Trohman e la ciliegina sulla torta, i testi e la voce di Buckley, ottimo in questa nuove veste "pulita". 10 tracce semplici e efficaci, sui quali spicca la prima parte della tracklist: la coinvolgente "Handbook For The Recently Deceased", l’articolata e graffiante "Bad Blood" (miglior pezzo del lotto) impreziosita da un superlativo Buckely, e la rockeggiante "Fridey Night", semplice ma dalla presa immediata. La parte centrale promette bene con il primo singolo "We’ve Got a Situation Here", dove i rimandi a certi pezzi degli Anthrax sono evidenti, salvo poi calare con "A Great Reckoning", che vede il sound catchy alla Fallout prendere fin troppo il sopravvento, per poi tornare a livelli alti con l’irresistibile "Little Darling", in cui il singer recita di nuovo la parte del leone. Nel finale troviamo la buona e niente più tracklist e "Graverobber", midtempo forse fin troppo statico e non in grado di inserirsi in maniera naturale col resto della tracklist, che chiude definitivamente con la riassuntiva "The Blues Havin’ Blues", pezzo articolato dove viene custodita l’essenza di questo platter con un pizzico di sapore country. In conclusione "Ironiclast" è una più che buona prova di quanto un supergruppo possa sfornare musica di qualità senza bisogno di plagiare quanto gia fatto con i progetti principali, sperando in un degno successore in futuro e di una conferma in sede live, la band aprirà infatti il concerto dei System Of A Down il prossimo 2 giugno a Milano e le premesse sono nettamente ottime.
Recensione di Thomas Ciapponi
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