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Stillness Blade - "Break of the Second Seal - The Eternal Damnation" (Punishment 18 Records/Andromeda Distribution)

Line up:

Max Schito - Guitar, Vocals
Gianpaolo Marsano - Bass
Antonio Donadeo - Drums
 

voto:

7,5
 

recensione

Se esiste ancora un campo metal in cui l''Italia ha la possibilità di esportare buona qualità all''estero quello è il death, numerose sono infatti le formazioni del belpaese che negli ultimi anni sono riuscite a farsi apprezzare dai sicari estremi internazionali, dai Flesh God Apocalypse agli Hour Of Penance, dai Sadist ai Gory Blister, tutte band dalla qualità indiscutibile penalizzate purtroppo dal nostro tristemente famoso mercato di vendita. Segnatevi il nome Stillness Blade perchè nell''immediato futuro andranno ad ampliare senza problemi questa schiera. Nato nel 2002, il trio di Lecce ha esordito nel 2007 con "The First Dark Chapter", vista la scarsa distribuzione il disco non ha comunque avuto molte opportunità per farsi conoscere, senza però sfuggire agli occhi della Punishment 18 Records, veloce a metterli sotto contratto e lanciarli con la pubblicazione di questo "Break of the Second Seal - The Eternal Damnation", introdotto da una spietata copertina molto accattivante. Forti quindi di una produzione ottimale e di un''elaborazione generale decisamente migliore del precedente platter, questi ragazzi riescono a sfornare nove tracce violente e ciniche che non disdegnano però l''epicità del suono, ben dosata e perfettamente di contorno ad un''idea centrale che rimanda all''operato dei polacchi Behemoth, il tutto arricchito da una gran sezione tecnica moderata e per niente fine a se stessa, con numerosi innesti vicini al brutal. Nonostante la pesantezza di questo genere l''ascolto scorre fluido, presentando una tracklist compatta e senza grossi punti deboli, con la particolarità di introdurre ogni episodio con delle registrazioni inquietanti che rimandano a omicidi o stupri. Su tutti spiccano quelli che per noi sono dei piccoli gioiellini, "Chains of Damnation", pezzo articolato e completo che passa da una fase melodica iniziale a una sfuriata micidiale di grancassa per poi chiudersi con toni più cupi, e "Black Aura Shadow", che parte con un ardente duello batteria-chitarra spezzato da un gran lavoro di Max Schito in fase melodica. Inutile soffermarsi ulteriormente nell''esaltare le qualità di questi tre, capeggiati da una prova generale eccellente da parte di Antonio Donadeo, non a caso scelto come turnista dei Vital Remains, seguito poi a ruota dalla versalitiltà di Max e dall''apporto non indifferente di Gianpaolo Marsano, autore di un lavoro sfiancante. Ecco dunque un album più che buono, che presenta una band completa e ricca di idee interessanti per chi ancora crede che questo genere abbia qualcosa da dire. Non ignorateli e segnatevi il nome Stillness Blade.

Recensione di Thomas Ciapponi

tracklist

  1. Path of Damnation - Break of the Second Seal
  2. Napalm Rain
  3. Chains of Damnation
  4. Black Aura Shadow
  5. Materialistic Suffocation
  6. Stock of Vengeance
  7. Sadistic Flesh Pleasure
  8. Ascension of Seven Blades - Sorrow Descends

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