Formatisi solo due anni or sono, gli Shardana, band Epic/Folk cagliaritana, esordisce col presente Ep di cinque brani, con l'intento di rendere noto il proprio monicker.
Premetto subito che la componente “Folk” si limita (fortunatamente!) all'alone guerriero e alle tematiche che permeano i pezzi, quindi chi è avvezzo a baggianate quali pifferi, allegri violini ed elfi, giri pure pagina, poiché i Shardana non soddisferanno le vostre effimere richieste!
Passiamo dunque alla musica, intrdotta dalla strumentale “Anthem”, un tambureggiare battagliero, accompagnato dalle tipiche launeddas, strumento a fiato isolano, che prelude ad un cozzare di spade, mentre la doppia cassa inizia a trottare...
Le chitarre di Daniele Manca e Fabrizio Pinna squarciano l'attesa e già i guerrieri si scannano, dato che la seguente “Shardana (Sea Folk)” è una gemma di sostenuto Epic Metal, che lascia attoniti e sconcertati i nemici, richiamando per certi versi gli ultimi Primordial, anch'essi isolani, solo un po' più a Nord!
Al primo passaggio mi complimento quindi con l'ugola di Aaron Tulu, duttile ed estremamente efficace nell'adattarsi ai passaggi più violenti, così come a quelli più cadenzati, che gli Shardana alternano abilmente, quasi fossero un gruppo scafato da anni e anni di esperienza.
E' il momento di “Sa Battalla”, orgogliosamente cantata in lingua sarda, altra traccia di galoppante epicità, sulla falsa riga dei Doomsword più intraprendenti, tanto per dare delle coordinate stilistiche, che mette in mostra la capacità delle due asce di forgiare riffoni ricchi di pathos, coadiuvati dalle retrovie ritmiche, nelle persone di Matteo Sulis dietro alle pelli ed al basso ben presente del già citato narratore, Aaron.
“Back To Homeland” dall'introduzione soffusa, si schiude prima in un mid tempo, che a sua volta, come il titolo ci suggerisce, si trasforma in una chicca Power/Epic dal sapore speranzoso e allietato dal sapiente tappeto di tastiera.
L'ep si conclude in bellezza col giro marziale dell'imponente “The Doom That Came To Sarnath”, che ribadisce a sua volta la validità del songwriting marchiato dalle quattro teste di moro dei Shardana.
Una nuova e fulgida realtà per le mie orecchie, gli Shardana possono fare compagnia ai già blasonati Holy Martyr, ribadendo che anche la Sardegna, per quanto riguarda l' Heavy Metal è viva e vegeta, speriamo solo che qualcuno si accorga di loro!
Recensione di Alessio Aondio
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