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Airbourne - "No Guts, No Glory" (Roadrunner Records/Warner)

Line up:

Joel O'Keeffe - voce, chitarra David Roads- chitarra ritmica, cori Justin Street - basso, cori Ryan O'Keeffe – batteria
 

voto:

7
 

recensione

Impossibile aspettarsi qualcosa di stilisticamente anomalo da una band come gli Airbourne. Il quartetto australiano ha poggiato le proprie fondamenta sin dal fortunato debutto “Running Wild” targato 2007, su un hard rock fortemente ispirato ai connazionali ACDC e come i maestri insegnano, squadra che vince non si tocca. L’immobilismo del secondo capitolo discografico degli Airbourne è cosa certa dopo aver ascoltato le prime due canzoni del disco, con “Born To Kill” e il primo singolo “No Way But The Hard Way” che nel riffing, nella sezione ritmica e nelle vocals si ispirano senza troppi rimpianti alle gesta dei più blasonati colleghi sopraccitati ed anche ascoltando il resto dell’opera non si avvertono particolari cambi di direzione. Con le ritmiche accelerate della divertente “It Ain’t Over Till It’s Over” Joel O'Keeffe e soci sembrano voler spingere maggiormente sull’acceleratore, ma già dalla successiva “Steel Town” si ritorna al classico mid-tempo che imperversa per tutto il disco. Questa scontatezza a livello di songwriting crea il solito dualismo fra chi, amando questo tipo di sonorità non si stancherebbe mai di ascoltare l’hard rock degli Airbourne e chi invece dopo aver saltellato e sbattuto la testa per un paio di canzoni preferisce passare ad altro.
I primi potranno dormire a sogni tranquilli perché “No Guts, No Glory” è un disco ben fatto, senza cali di tensione grossolani, in cui non mancano canzoni di grande impatto che ritroveremo negli anni tra i classici della band (“Blonde Bad And Beautifull” e “Raise The Flag” per esempio) e a dimostrazione di tale qualità arriva proprio in chiusura un’altra track ad effetto come “Back On The Bottle”.
Pur considerando che gli Airbourne rimangono una band in grado di esprimere al meglio il proprio potenziale in sede live, dobbiamo riconoscere al gruppo d’oltre oceano la capacità di saper scrivere buone canzoni funzionali all’appuntamento dal vivo; la sorpresa e la freschezza del debutto “Runnin’ Wild” tolgono qualcosa a “No Guts, No Glory”, ma la sostanza di un disco godibile e divertente non cambia.
Da segnalare l’edizione limitata dell’album che comprende ben cinque inediti.

Recensione di Teospire

tracklist

  1. Born To Kill
  2. No Way But The Hard Way
  3. Blonde, Bad And Beautiful
  4. Raise The Flag
  5. Bottom Of The Well
  6. White Line Fever
  7. It Ain't Over Till It's Over
  8. Steel Town
  9. Chewin' The Fat
  10. Get Busy Livin'
  11. Armed And Dangerous
  12. Overdrive
  13. Back On The Bottle

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