Elogiati da alcuni, criticati da altri, i The Dillinger Escape Plan negli ultimi anni sono comunque sempre riusciti a far parlare di loro, nel bene o nel male che sia. Una cosa è certa, questi ragazzi musicalmente parlando sono un discorso unico, che si discosta totalmente da qualsivoglia proposta di ogni altra band sulla faccia del pianeta, risiede proprio qui il loro segreto, la formula che li ha portati dove si trovano in questo preciso momento. Se il precedente "Ire Works" aveva comunque lasciato perplessi i fan più datati della formazione americana per l'occhiolino strizzato in più di un'occasione alla classica forma-canzone, il qui presente "Option Paralysis" mette bene in chiaro le cose e conferma il suo predecessore per quello che si pensava che fosse, ovvero un disco di passaggio verso qualcosa di molto più grosso. Forti di una produzione perfetta e un nuovo contratto che in Europa li vede sotto l'egidia della francese Season Of Mist, i ragazzi del New Jersey irrompono nei nostri stereo con una carica disumana, attingendo i pregi mathcore del loro primo periodo con quelli più melodici gia riscontrabili in "Miss Machine" per una miscela esplosiva di imprevedibilità pericolosa e vera e propria classe musicale, alle prese anche questa volta con piacevoli inserti rock e jazz rilassante, leggermente meno marcati che in passato. "Ferewell, Mona Lisa" penso non abbia bisogno di presentazioni, ogni fan del gruppo la sta gia amando da tempo in quanto rappresenta al meglio questo punto di arrivo, così come "God Teeth On A Bum" e "Chinese Whispers", sorretta da una sezione ritmica soprendente a cura del nuovo entrato Billy Rymer. Fantastico il lavoro di "Windower", altra hit del disco, echi di pianoforte accompagnano un ispiratissimo Greg Puciato per un mid-tempo favoloso che sfocia poi in un finale pieno di rabbia, pianoforte che ritroviamo in "I Wouldn't If You Didn't" che a differenza di "Windower" parte disperatamente per poi abbandonarsi in calde melodie che nel finale lasciano ancora spazio alla schizofrenia intrattenuta. Non temete, c'è spazio anche per i classici pezzi unicamente dirompenti, "Good Neighbor", Crystal Morning" e "Room Full Of Eyes" sono delle vere e proprie martellate che portano la band a 10 anni fa. Nel finale troviamo poi "Parasitic Twin", brano adagiato su forti melodie dove a fare da ciliegina sulla torta è ancora il sempre più maturo Puciato.
Con "Option Paralysis" i nostri sono arrivati al picco della loro carriera, producendo un album maturo che vede convivere assieme quelli che sono stati i due momenti musicali della scalata al successo della band, il loro obbiettivo era quello di migliorarsi e uscire da questa nuova pubblicazione con delle certezze, e oggi i The Dillinger Escape Plan ne hanno davvero molte. Senza dubbio uno dei dischi dell'anno.
Recensione di Thomas Ciapponi
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.