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Sepultura - "Beneath The Remains" (Roadrunner Records/Warner)

Line up:

Max Cavalera - Vocals, guitars
Andreas Kisser - Lead guitars, bass
Paulo Jr. - Bass
Igor Cavalera - Drums
 

voto:

10
 

recensione

Visioni morbose e attacchi di schizofrenia avevano gia invaso Belo Horizonte, il Brasile e il mondo della scena metal nel biennio 1986/1987 dove si era affermata una giovane band di quattro scapestrati ribelli alla società, anticonformisti, dediti ad un Death primordiale dalle forti tinte Thrash, il monicker a cui corrisponde questa descrizione è Sepultura. Il nero petrolio che permea l’artwork e il teschio fracassato ricco di significati allegorici ci danno il benvenuto a quest’opera di immenso valore : "Beneath The Remains", terza fatica dei fratelli Cavalera che si colloca, per usare un neologismo anglosassone, a hands down fra i migliori lavori mai prodotti dalla scena sudamericana dove i nostri regnano incontrastati; non me ne vogliano altri grandi gruppi come Sarcofago, Ratos de Porao o Mutilator, tanto per citarne qualcuno, ma i Seps di questo periodo erano inarrivabili per caratura internazionale e spessore compositivo. E’ bene fare una premessa, il seguente prodotto contiene dosi di adrenalina elevatissime che percuotono l’ascoltatore; si raccomanda quindi di prepararsi alle rasoiate terra/aria che provocheranno seri problemi alla vostra colonna vertebrale, in particolare alla zona cervicale che sarà soggetta a continui headbanging incontrollabili. Scherzi a parte, ma neanche troppo, il disco potrebbe essere riassunto così: Il colpevole di questo reato, che sarà il benefattore per il vostro medico è Igor Cavalera. Picchiare duro ? Martoriare le pelli ? Fregarsene della creatività e creare solo violenza allo stato puro ? Accelerare il ritmo del brano e disintegrare la doppia cassa ? Si, Igor risponde affermativo a tutto ciò e la batteria chiede pietà. Il fratellone invece alla voce pensa a vomitare un cantato in graffiato così esplosivo e rabbioso che in confronto l’acido solforico vi può sembrare solletico sulla pelle. Testi impregnati d’odio, emarginazione sociale, denuncia ad un mondo prossimo al collasso fanno capolino dal punto di vista lirico e l’interpretazione di Max è magistrale che pure con la ritmica compie un lavoro egregio. Ma c’è un nome e un cognome che su "Beneath The Remains" si eleva ad uno status di principe delle sei corde nella scena Thrash : Andreas Kisser, Il ragazzo comparso su "Schizophrenia" qui fa sul serio, nessun compromesso. Riffaggio killer, power chord sviscerate dal più profondo dei luoghi maligni, palm muting che sono più incendiari del napalm stesso e soli con delle aperture melodiche pronte ad una metamorfosi nell’aggressività e ferocia più totale. Non contento il buon Andreas si dedica pure alle linee di basso [ricoperte poi dallo storico Paulo Jr.] che martellano distorte ed incessanti sotto la cura di una registrazione sublime da parte di Scott Burns in quel di Tampa, tanto per chiarire che pure il luogo di mixaggio suggerisce solamente un annichilamento totale. Il preludio mistico in clean della titletrack in incipt non ci deve ingannare visto che questa sarà una soluzione ripresa più volte all’interno dell’album e che doterà di forte personalità "Beneath The Remains"; si creano così break dove possiamo riprendere fiato prima di essere ancora risommersi nell’agonia sonora. Quello che ci si spalanca davanti è un lavoro compatto, pieno di velocità assassina, brutalità sfornata incessantemente che portano il malcapitato sull’orlo della pazzia dovuta al sovraccarico di mole letale di Thrash marcio e grezzo come la vecchia scuola comanda. Il track by track è inutile, un album del genere non può essere descritto cosÏ sterilmente, con brani come “Mass Hypnosis” e il suo solo, “Inner Self”, “Sarcastic Existence” o ancora “Lobotomy” per non citare tutte e 9 le composizioni non si può sbagliare, la drammaticità e la violenza made in Sepultura ci sommergono colpendoci direttamente nelle terminazioni nervose. Loro si ripeteranno ancora con "Arise" che per i puristi del Thrash come me chiude un’epoca; ne apriranno un’altra con "Chaos AD" che mi riservo di non giudicare dato che sarei parziale. Intanto godiamoci questa perla “Beneath The Remains” che merita di essere annoverata in eterno nei libri di come fare il Thrash a partire dall’attitudine fino ad arrivare al wall of sound apocalittico.

Recensione di Daniel Molinari

tracklist

  1. Beneath The Remains
  2. Inner Self
  3. Stronger Than Hate
  4. Mass Hypnosis
  5. Sarcastic Existence
  6. Slaves Of Pain
  7. Lobotomy
  8. Hungry
  9. Primitive Future

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