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recensione

Verde acido, immagini del capitalismo occidentale, terrorismo, multinazionali che badano solo a profitti, Cristo che sotto una scritta truculenta sembra darci il benvenuto all’ascolto di questo disco senza tempo che corrisponde al nome di “World Downfall”, in cabina di regia ci sono i Terrorizer. Ma chi sono questi folli? All’anagrafe hanno il nome di Oscar Garcia, Jesse Pintado, David Vincent e Pete Sandoval, gia da qui capiamo come grazie alle persone coinvolte in questo progetto musicale possa nascere solo un capolavoro capace di condizionare sonorità future nel mondo del metal estremo e in quello Grind, dove questo full lenght si colloca come pilastro portante di un intero movimento al pari dei lavori di Napalm Death, primi Carcass, Brutal Truth, Repulsion o Impetigo. Non c’è spazio per poter prendere fiato, veniamo subito travolti dalla rabbia adrenalinica di “After World Obliteration” dove Garcia riversa tutto l’odio possibile in un cantato rauco, sofferente, velenosissimo ed incendiario per la platea. Il resto delle tracce è un susseguirsi di raffiche violente di Grind con influenze che vanno dal Death [certi elementi verranno poi ripresi dal duo Morbid Angel ed ampliati in “Altars of Madness”] al Thrash senza scordare il necessario apporto del mondo HC in cui la velocità killer delle composizioni regna sovrana. Ringraziamo Scott Burns di essere riuscito a produrre in modo perfetto il disco : sporco, granitico e senza sfronzoli. Pintado, riposi in pace, martoria la sue sei corde con ritmi serrati, riversando riff possenti e maligni a quantità industriali, Vincent si fa sentire con il suo basso distorto e roboante tanto per sottolineare come le composizioni siano puntate sul creare un wall of sound decisamente maestoso. Il piatto forte però deve ancora arrivare e ce lo riserva un chirurgico Pete Sandoval che viviseziona il nostro padiglione auricolare con una precisione allucinante, linee e ritmi scanditi con una fantasia distruttiva che ha pochi eguali e come se non bastasse blast beat a ripetizione come colpo di grazia. E così all’interno di questo percorso schizofrenico ci ritroviamo un classico diventato inno come “Fear of Napalm” dove David ci apre la strada con un oscuro intro di basso prima del dilagante crescendo in ferocità che sfocerà in un Grind primordiale senza compromessi. Altre highlights del disco ? Tutte le rimanenti tracce, nessun filler, dall’apertura fino alla title track di chiusura siamo sommersi di capolavori che pure sotto il punto di vista lirico meritano di essere ascoltate e capite. La band si scioglierà per permettere a Vincent [sostituiva Estrada] e Sandoval di dedicarsi pienamente al loro progetto prioritario noto come Morbid Angel, Garcia continuerà la carriera nei Nausea mentre Pintado entrerà a far parte dei Napalm Death. Quello che ci rimane è una grande testimonianza di una band che seppur in attività con l’ultimo timbro datato 2006 “Darker Days Ahead” [a mio parere ampiamente sorvolabile] sarà sempre ricordata come un esperimento riuscito di unire al suo interno le più svariate influenze creando un Grind personale che forse è riduttivo considerare come genere d’appartenenza. Ma ad ogni modo ricordate che “The dead shall rise from their grave To destroy all mankind” ! E i Terrorizer nel disintegrare l’umanità erano sublimi.

Recensione di Daniel Molinari

tracklist

1. After World Obliteration
2. Storm of Stress
3. Fear of Napalm
4. Human Prey
5. Corporation Pull-In
6. Strategic Warheads
7. Condemned System
8. Resurrection
9. Enslaved by Propaganda
10. Need to Live
11. Ripped to Shreds
12. Injustice
13. Whirlwind Struggle
14. Infestation
15. Dead Shall Rise
16. World Downfall