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W.A.S.P. - "Babylon" (Demolition Records/Audioglobe)

Line up:

Blackie Lawless - Vocals, Guitar, Bass
Doug Blair - Guitar
Mike Duda - Bass
Mike Dupke - Drums
 

voto:

7,5
 

recensione

Heavy metal chiama e Blackie Lawless risponde, è questo il primo pensiero che si ha dopo l'ascolto di "Babylon", nuovo capitolo discografico di una band che ha fatto la storia quali gli W.A.S.P.
Li avevamo lasciati con "Dominator", album che fece dimenticare ai molti il flop parziale dei due "The Neon God" e che lasciava ben intravedere per un ritorno netto al songwriting ispirato dei bei tempi che furono, dove lo psicopatico frontman non esitava a far muovere il culo sotto le note di "Inside the Electric Circus" o la monumentale "Wild Child". Ora con questa nuova uscita troviamo tante conferme e un enorme spirito heavy come non vedevamo da parecchi anni, forse dai tempi del tanto incompreso "Still Not Black Enough", combinando a perfezione quello stile più liscio e ragionato con le composizione rockeggianti e dirette dei lavori ottantiani, troviamo cosi tracce forse un tantino scontate ma comunque di grande effetto come l'opener "Crazy" o la successiva "Live To Die Another Day". Blackie è coscente di avere a disposizione dei grandissimi musicisti, di quelli che sanno interpretare il loro strumento a 360 gradi, non fa quindi fatica a sfruttarli in momenti più speed come nella potente "Babylon's Burning", gia predestinata a diventare un nuovo inserto nei concerti dei californiani, o in altri dall'aria riflessiva e introspettiva quale "Into The Fire", classica ballatona di turno dal ritornello facile e d'effetto. Nella seconda parte del disco la band tira fuori il meglio di se, si parte bruciando le staffe con "Thunder Red", pezzo inusuale per i W.A.S.P. che se la cavano da professionisti, venendone fuori con un brano sensazionale che mette in risalto la voce in forma del frotman e le doti solistiche di Doug Blair, uno dei migliori chitarristi classici in circolazione. "Seas Of Fire" si rivela altra grande sorpresa, partendo decisa con una melodia tipica del gruppo per poi sfociare in una cavalcata cadenzata dove ancora una volta a fare da padrona è la voce di Blackie. Nel finale troviamo invece due chicche come "Godless Run" e la cover di "Promised Land", la prima è un pezzo lento sostenuta da un reparto chitarristico mostruoso, soprattutto in fase di assolo, nella seconda invece troviamo un wild child in vesti inusuali dall'aria country-rock'n'roll dove riesce ancora una volta a centrare il bersaglio e a fare la sua bella figura.
Poche cose sono da scartare in questo disco, forse solo la cover di "Burn" dei Deep Purple, scarna e fuoril luogo, e davvero poche altre cose da cercare al microscopio. Gli W.A.S.P. hanno dunque confezionato un lavoro compatto e dall'aria retrò come pochi se ne vedono al giorno d'oggi, non siamo quindi davanti a un capolavoro innovativo ma di certo Blackie e soci sono riusciti a farci saltare nuovamente dalla sedia per simulare le loro schitarrate, e di questo dobbiamo esserne contenti. Appuntamento a novembre in sede live quindi.

Recensione di Thomas Ciapponi

tracklist

  1. Crazy
  2. Live To Die Another Day
  3. Babylon's Burning
  4. Burn (Deep Purple cover)
  5. Into The Fire
  6. Thunder Red
  7. Seas of Fire
  8. Godless Run
  9. Promised Land (Chuck Berry cover)

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