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recensione

E ritornano anche i Sonata Arctica... Volenti o nolenti questi ragazzi finlandesi non mollano la presa anche se a livello qualitativo questo nuovo "The Days of Grays" rappresenta ancora un ennesima incognita suscitando anche qualche perplessità.
Il vecchio power metal lineare si è perso con gli anni, già col precedente "Unia" era ormai palese che Tony Kakko e compagni non sarebbero tornati sui loro passi. Ora basta acoltare "Deathaura" per rendersene conto.
Sembra quasi che sia scattata la stessa molla che fece concepire "A night at the Opera" ai Blind Guardian, un disco di grande caratura ma che all'inizio lasciò spiazzato più di un fan.
La scalta di utilizzare pompose tastierone alla Rhapsody è però andata a discapito del cuore metal della band che ha così relegato in un angolo quegli ottimi intrecci chitarra/tastiera che erano il vero trademark della band.
La scelta di inserire poi così tante ballad trasforma questo disco in qualcosa di talmente malinconico da andar bene per giovani ragazzine adolescenti in crisi d'identità.

Scelte discutibili, scelte azzeccate, voglia di sperimentare, solo la prova tempo darà qualche risposta a questo lavoro.
Il sottoscritto al momento non è convinto e preferirebbe un ritorno ai vecchi "Silence" ed "Ecliptica".

Recensione di Paolo Manzi

tracklist

1. Everything Fades To Gray (Instrumental)
2. Deathaura
3. The Last Amazing Grays
4. Flag In The Ground
5. Breathing
6. Zeroes
7. The Dead Skin
8. Juliet
9. No Dream Can Heal A Broken Heart
10. As If The World Wasn't Ending
11. The Truth Is Out There
12. Everything Fades To Gray (Full Version)