Ecco il gruppo che segna la prima recensione di melodic metal di chi scrive: il terzo lavoro dei tedeschi Châlice.
Nata all’inizio degli anni ’90, la band si è subito distinta nel panorama nazionale e poi internazionale grazie a collaborazioni con Saga, Uriah Heep, Nazareth, Doro (la quale si esprime in termini entusiastici a proposito dei compatrioti),ed alla risposta molto positiva di pubblico e critica.
Punto di forza è la melodia, accattivante e sempre molto articolata, in elaborati riffs oppure in fronzoli e orpelli stilistici tipici del genere e presenti in ogni canzone.
E Digital Boulevard non fa certo eccezione alla regola: è un disco certamente ben concepito, ben suonato e ben registrato, ma eccessivamente ampolloso: l’ascoltatore si entusiasma all’ascolto della titletrack, pezzo abbastanza veloce e immediato, cede al parziale rallentamento in “Movin’ In Circles”, e si ritrova alle prese col “momento soft” della ballad “Hold On To the Years”(che potrebbe tranquillamente diventare la colonna sonora degli innamoramenti della vostra sorellina, o passare con un video nelle maggiori televisioni musicali, e probabilmente con successo) per poi scoprire che da questo punto in poi tutte la maggior parte delle canzoni sono ballads!!!
Esclusi i pochi pezzi interessanti e veloci, tra cui “Can’t You Feel It”, pezzo che rivela l’impronta rock dei Châlice, e “A Day For Revolution”, dalle sonorità heavy e power, che comunque ad un attento esame si rivelano “già sentite”, il resto dell’album si compone di melodie lente o sdolcinate, che per le caratteristiche della voce, dei suoni (predominio di chitarra classica e tastiere) e del ritmo hanno davvero poco a che vedere con il genere.
Insomma, se non avete l’animo romantico, non tollerate le “melensità”e i ritmi troppo lenti,se cercate novità e se da tempo avete dichiarato guerra alle boy bands rockeggianti, lasciate perdere questo album.
Recensione di Tiziana Ferro
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