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recensione

Una delle nuove uscite che attendevo molto in questa seconda parte del 2009 era quella del disco degli Scar Symmetry, questo perchè ho sempre riposto in questa band una grande fiducia, ripagata a dovere con gli scorsi album e iniziata a indebolirsi con l'annuncio dell'allontanamento di Christian Ãlvestam, che ho sempre reputato vero punto forte della formazione di Avesta. Al suo posto Jonas & soci hanno reclutato ben due singer, in modo tale da scandire bene le parti in growl e clean in sede live, così eccoci serviti Roberth Karlsson, gia al lavoro in passato con band del calibro di Edge Of Sanity e Devian, e il meno conosciuto Lars Palmqvist. Le domande che tutti si chiederanno sono: reggono il confronto con Christian? Con questi due nuovi innesti la band cambierà il suo stile? a quest'ultima la risposta è negativa, il marchio di fabbrica melodeath degli Scar è sempre presente e nelle battute iniziali fin troppo, le prime tre tracce infatti ricordano molto quanto gia fatto nei passati lavori, col passare dei muniti però la cosa cambia leggermente, la struttura dei brani infatti risulta meno prevedibile che in passato e certamente meno diretta. Alla prima domanda invece preferisco rispondere con un secco no! i nuovi singer infatti non riescono neanche lontanamente ad avvicinarsi a quanto fatto dal loro predecessore, soprattutto per quanto riguarda il cantato in growl, moscio, privo di personalità e troppo in secondo piano. Per quanto riguarda Lars invece non è necessariamente da buttare via, il ragazzo si impegna e ci mette tutto se stesso, il problema è che ricorda troppo quanto Blaze fece nei Maiden, ovvero scimmiottare Bruce, inutile dire che quello che salta fuori non è di certo una rivelazione.
La parte strumentale è invece da ammirare, la coppia d'asce Jonas - Nilsson non ha certo bisogno di presentazioni, chiunque abbia seguito la band fin dalgi esordi saprà che uno dei suoi punti forti sono le linee melodiche che sono in grado di sfornare questi due, forse non troppo clamorosi in fase ritmica ma decisamente sopra le righe in quella di assolo. Oltre a questo bisogna riconoscere che il loro coraggio nello scrivere pezzi questa volta va premiato, infatti come gia detto, la musica di questo nuovo platter risulta meno omogenea e immediata che in passato, numerosi sono infatti i cambi di tempo e di struttura, o perlomeno da "Ascension Chamber" in poi, con delle pecche in fase di chiusura, da sempre pecora nera degli Scar Symmetry, sarebbe anche ora di provvedere a questa cosa. Un applauso infine va all'ottima produzione, priva di sbavature e eccezionale in ogni passaggio, forse in certi tratti quasi sprecata, come nel caso delle classiche tracce da singolo, quali "The Iconoclast", "The Consciousness Eaters " e "Noumenon And Phenomenon".
Tirando le somme mi sento dunque di bocciare i due nuovi arrivi, o perlomeno il troppo deludente Karlsson da cui, visto il suo curriculum, ci si aspettava decisamente molto di più, rimando invece l'ancora inesperto Lars e promuovo la sezione strumentale, più personale e ricca di iniziativa che in passato. I fan del gruppo potrebbero rimanere con un leggero amaro in bocca, ma questo fa parte di un qualsiasi percorso di una band in crescita, è giusto quindi dare una possibilità a "Dark Matter Dimensions" e aspettare un passaggio degli svedesi in sede live.

Recensione di Thomas Ciapponi

tracklist

1. The Iconoclast
2. The Consciousness Eaters
3. Noumenon And Phenomenon
4. Ascension Chamber
5. Mechanical Soul Cybernetics
6. Nonhuman Era
7. Dark Matter Dimensions
8. Sculpture Void
9. A Paranthesis In Eternity
10. Frequencyshifter
11. Radiant Strain